Roberta Faccani: “Senza far rumore” è il mio abbraccio a Giancarlo Golzi

A dieci anni dalla prematura scomparsa di Giancarlo Golzi, Roberta Faccani torna con un singolo che è molto più di una canzone: “Senza far rumore” è un atto d’amore, un omaggio intimo e struggente al batterista e co-fondatore dei Matia Bazar che nel 2004 scelse proprio lei per guidare la nuova voce della band. Da […] The post Roberta Faccani: “Senza far rumore” è il mio abbraccio a Giancarlo Golzi appeared first on Indielife.it - Magazine indipendente dedicato agli artisti emergenti.

May 16, 2025 - 10:34
 0
Roberta Faccani: “Senza far rumore” è il mio abbraccio a Giancarlo Golzi

A dieci anni dalla prematura scomparsa di Giancarlo Golzi, Roberta Faccani torna con un singolo che è molto più di una canzone: “Senza far rumore” è un atto d’amore, un omaggio intimo e struggente al batterista e co-fondatore dei Matia Bazar che nel 2004 scelse proprio lei per guidare la nuova voce della band. Da allora, tra Faccani e Golzi si instaurò un legame profondo, fatto di stima, rigore e condivisione artistica.

Oggi, quel dialogo interrotto si trasforma in musica. La ballad, intensa ed essenziale, si accompagna a un videoclip altrettanto evocativo, firmato da Daniele Graziani, che mette in scena la delicata potenza del ricordo e il rispetto di un’assenza che continua a farsi presenza. Il brano segna anche il ritorno discografico di Roberta Faccani, dopo anni dedicati al teatro e all’insegnamento, e lo fa nel segno dell’autenticità e del sentimento più puro.

Ne abbiamo parlato direttamente con lei, in un’intervista che attraversa ricordi, insegnamenti e nuova consapevolezza.

“Senza far rumore” è un omaggio profondamente personale a Giancarlo Golzi, a dieci anni dalla sua scomparsa. Qual è stato il momento preciso in cui hai sentito la necessità di scrivere questo brano e come si è trasformato in una ballad così intensa?

Giancarlo Golzi, (ovviamente insieme a Piero Cassano e Fabio Perversi), co-fondatore e batterista storico, nonché proprietario del marchio fino alla sua prematura scomparsa, volle fortemente la mia entrata nel gruppo quando nel 2004 vinsi il provino come nuova cantante dei Matia Bazar. Scegliendo la mia voce, così diversa da quella delle precedenti colleghe, fu chiara e fortissima la sua volontà di dar vita ad un distacco dal pregresso per attuare una rivoluzione che portasse “appeal” verso un pubblico nuovo e giovane. Purtroppo, dopo la fine del mio sodalizio col gruppo, (mai da me sospettata né tantomeno voluta), non ho più  avuto modo di incontrarlo o sentirlo. Quando poi è mancato così improvvisamente e prematuramente, ho preferito farmi ancora una volta da parte non partecipando nemmeno al suo funerale, pur di non interferire sui loro nuovi equilibri. Ho sofferto molto e molto l’ho pianto. Nel corso degli anni il mio dialogo interiore con lui si è tramutato nel linguaggio che ci ha sempre uniti e cioè una canzone! A dieci anni dalla sua scomparsa ho voluto donargli il mio omaggio non solo per fargli arrivare tutte le cose che non gli ho potuto più dire ma soprattutto per ringraziarlo per i suoi preziosi insegnamenti. Ho voluto ricordare la sua straordinaria figura di musicista e di “grande saggio”. “Senza far rumore”, rappresenta dunque il mio agognato abbraccio a “zio Gianca” fino al cielo con riconoscenza eterna per l’esperienza di vita umana e professionale con lui e ovviamente, con gli altri due compagni di viaggio di quei sei anni straordinari.

Golzi è stato non solo un collega, ma anche una figura guida che ha avuto un ruolo fondamentale nella tua carriera con i Matia Bazar. Cosa ti ha insegnato, nel profondo, e quali aspetti della sua personalità hai cercato di restituire attraverso il testo e la musica?

Il “Capitano” , (così come tutto il popolo dei Matia chiamava Giancarlo), era un uomo di poche parole ma di grandi concretezze, musicista e manager straordinario, uomo carismatico e lungimirante. Sebbene a tratti introverso, sapeva essere anche persona simpaticissima e piena di ironia. Sicuramente ha contribuito a farmi diventare la persona forte, pragmatica e diplomatica che oggi sono, persino dicendomi cose un po’ scomode che lì per lì non capivo fino infondo, ma che più avanti mi sono servite tantissimo. Il nostro era un dialogo molto rispettoso fatto di fiducia reciproca fortissima. Tra le tante cose che mi parlano di lui ho ancora una mail che mi scrisse attestandomi tutta la sua stima e che conservo ovviamente, tra le cose più sacre e importanti del mio passato. 

Il titolo del singolo riflette un modo di essere, una presenza silenziosa ma incisiva. In che modo “Senza far rumore” rappresenta anche una riflessione sul modo in cui viviamo e ricordiamo chi non c’è più?

Nella vita ci si può perdere di vista, si possono interrompere i contatti e la morte ovviamente, distaccarci fisicamente! Se pero c’è stato qualcosa di importante e forte che ha legato una persona ad un’altra, restano i ricordi, gli insegnamenti, i sorrisi, gli occhi … insomma l’essenza di quel rapporto resta!!! E la senti nel cuore, nella mente e in mille altri modi che continuano ad ispirare, a guidare e proteggere. Giancarlo Golzi mi parla ancora nel cuore in modo mai aggressivo, “senza far rumore” appunto, ma pur sempre con incisività; per questo resterà in eterno una figura fondamentale del mio vissuto.

Il videoclip, diretto da Daniele Graziani, ha un’impronta fortemente simbolica, con te che interpreti anche la figura di Giancarlo. Com’è stato, da un punto di vista emotivo e artistico, mettersi in dialogo visivo con un’assenza così potente?

Io e il sensibilissimo regista Daniele “Cuk” Graziani, abbiamo parlato a lungo di come direzionare il messaggio tenero, mistico, avvolgente e allo stesso tempo comunque gioioso e positivo, che volevo trasmettere con la mia canzone. Desideravo essere elegante, sobria, rispettosa, ispirata, delicata ma anche energica in questo dialogo con Giancarlo in cielo. Da “Cuk” è nata sia l’idea del bianco e nero che rende il tutto sofisticato e ieratico e sia quella di “travestirmi” da Giancarlo mentre suono la batteria. Mi sono molto emozionata nel rivedermi in lui. Ci siamo commossi tutti nel vedere il montaggio. “Cuk”, (che per altro è anche un batterista), ha saputo trasferire tutte le mie emozioni e lo ringrazio profondamente così come ringrazio Marcello Colò per aver arrangiato magistralmente un brano a cui tenevo tantissimo. Tutti marchigiani come me. Sono fierissima di queste collaborazioni con amici di lunga data.

Questo brano segna anche un ritorno discografico dopo anni dedicati al teatro, all’insegnamento e ad altri progetti. Cosa rappresenta per te questa nuova fase? È l’inizio di un percorso musicale più ampio o un episodio isolato e necessario?

Non saprei dirlo con esattezza. Non so mai cosa mi aspetta se non capire il responso del pubblico sovrano. Del resto non faccio mai passi più lunghi della (mia) gamba e pondero molto bene le cose; perciò, che accadrà nel mio futuro resta preventivo dirlo. Di sicuro cercherò sempre e solo di fare cose in cui credo con sincerità e che non penalizzino la qualità a favore della quantità e del presenzialismo a tutti i costi e “a prescindere”.

“Senza far rumore” nasce da una collaborazione con Giordano Tittarelli alla musica. Com’è stato costruire insieme questa architettura sonora, e quanto era importante per te che la musica sostenesse il peso emotivo del testo senza sovrastarlo?

In realtà scrivo da sola sempre prima la parte melodica, (che di solito sogno di notte già con un arrangiamento quasi del tutto netto) e poi passo al testo. Una volta che sono certa di entrambe le cose, portò le mie idee da chi sa tradurre in concreto molto meglio di me, la parte armonica. Con Giordano c’è una collaborazione ventennale in tal senso. Ci divertiamo molto e ci completiamo. Abbiamo scritto tante canzoni insieme!

A chi vorresti arrivasse oggi questo brano? Più che un tributo privato, può diventare anche una carezza collettiva per chi ha vissuto una perdita simile?

Intanto volevo arrivasse a Dio in cui credo molto e di conseguenza, all’anima di Giancarlo che sono convinta mi veda ed ascolti da lassù e poi, al cuore di chi come me, lo amato e lo rimpiange. Traslando il concetto, sarebbe davvero una grande emozione saper di aver permesso a tante altre persone di rivedersi nelle mie parole per ricordare un proprio caro, un affetto perduto o comunque una persona che ha significato tanto. L’importante è che sia sempre e comunque un atto d’amore, unica cosa che conta veramente nella mia scala di valori.

The post Roberta Faccani: “Senza far rumore” è il mio abbraccio a Giancarlo Golzi appeared first on Indielife.it - Magazine indipendente dedicato agli artisti emergenti.