Isole Canarie, misterioso inquinamento dell’aria: la Calima

Un fenomeno atmosferico sempre più acuto La Calima, termine evocativo e temuto, descrive l’arrivo di masse d’aria calda e secca cariche di polvere sahariana che attraversano l’oceano Atlantico fino a raggiungere l’arcipelago delle Canarie. Durante questi episodi, la visibilità si riduce drasticamente e la qualità dell’aria precipita. Le isole orientali, come Lanzarote, Fuerteventura e Gran […] Isole Canarie, misterioso inquinamento dell’aria: la Calima

May 16, 2025 - 10:22
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Isole Canarie, misterioso inquinamento dell’aria: la Calima
Un fenomeno atmosferico sempre più acuto La Calima, termine evocativo e temuto, descrive l’arrivo di masse d’aria calda e secca cariche di polvere sahariana che attraversano l’oceano Atlantico fino a raggiungere l’arcipelago delle Canarie. Durante questi episodi, la visibilità si riduce drasticamente e la qualità dell’aria precipita. Le isole orientali, come Lanzarote, Fuerteventura e Gran Canaria, per la loro prossimità al deserto del Sahara, ne risultano le più colpite. Gli episodi di calima non solo si sono intensificati in termini di durata e impatto, ma anche la loro frequenza invernale è aumentata, con un inverno 2023-2024 che ha visto oltre l’85% dei giorni colpiti da polveri sospese (tenerifenotizie.es). Numeri in crescita per i cambiamenti climatici Secondo l’AEMET e varie ricerche meteorologiche, dal 1980 al 2022 si sono registrati 483 episodi documentati di calima, con una media di 24 giorni l’anno e picchi di intensità eccezionali (canarianweekly.com). Dal 2020, però, la durata di ogni episodio ha cominciato ad allungarsi, con episodi consecutivi di 8-9 giorni e punte fino a 20 giorni, soprattutto durante l’estate. Gennaio e febbraio restano i mesi più colpiti, ma la calima può manifestarsi in qualsiasi periodo dell’anno, rendendo sempre più difficile una pianificazione stabile delle attività all’aperto. Dati allarmanti sulla qualità dell’aria Durante la calima, le concentrazioni di PM10 — polveri sottili dannose per la salute — superano regolarmente i limiti fissati dall’Unione Europea, fissati a 50 µg/m³. In casi estremi, come quello del febbraio 2020, si sono toccati valori di quasi 2.000 µg/m³, 40 volte oltre i limiti raccomandati. Queste condizioni hanno portato alla chiusura di scuole e aeroporti, trasformando paesaggi notoriamente paradisiaci in ambienti opachi e insalubri (italianoallecanarie.com). Nel 2023, quasi la metà delle stazioni di monitoraggio dell’aria delle Canarie ha rilevato superamenti regolari dei limiti di sicurezza, evidenziando un rischio sanitario concreto e diffuso. Rischi sanitari in crescita L’impatto sulla salute è tutt’altro che trascurabile. L’aumento delle particelle inalabili comporta irritazioni delle vie respiratorie, peggioramenti per chi soffre di asma o bronchiti, e nei casi più gravi anche bronchospasmi o aggravamento di patologie croniche. Alcuni studi hanno evidenziato un aumento della mortalità respiratoria durante gli episodi più intensi (leggotenerife.com). A questi effetti si aggiungono piogge di fango, causate dall’incontro tra particelle sospese e precipitazioni, e un generale aumento del disagio nella vita quotidiana: spostamenti limitati, interruzioni nei trasporti, impossibilità di svolgere attività all’aperto. Un fenomeno legato ai cambiamenti climatici Molti climatologi collegano la crescente intensità della calima a mutamenti nella circolazione atmosferica globale, in particolare all’indebolimento dei venti alisei, che normalmente mantengono l’aria dell’arcipelago pulita e stabile. Secondo il Canarian Weekly, il riscaldamento globale sta modificando il comportamento delle correnti sahariane, rendendo più frequenti i trasporti di sabbia e polveri fino alle Canarie. Lanzarote e Fuerteventura: le isole più vulnerabili Le isole orientali, in particolare Lanzarote e Fuerteventura, rappresentano le zone più vulnerabili. La loro esposizione geografica diretta alle correnti sahariane le pone in prima linea durante ogni episodio, con valori medi di visibilità ridotta a meno di 500 metri nei momenti più critici (lanzaroteinformation.co.uk). Situazione che peggiora Se un tempo la calima era percepita come un evento occasionale, oggi si configura come una nuova normalità climatica per le Canarie. Secondo i dati raccolti, dal 2020 in poi le isole hanno sperimentato tre anni consecutivi di calima persistente, con effetti sempre più gravi su ambiente, salute e qualità della vita. L’inverno 2024 ha confermato questa tendenza, con un record di continuità giornaliera di polveri in sospensione che ha trasformato un paesaggio normalmente terso in uno sfondo ocra e lattiginoso, rendendo evidente il bisogno di nuove strategie di adattamento climatico.

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