“Neon on the Dance Floor” dei Sour Girl racconta la periferia dei sentimenti

Ci sono album che si ascoltano e poi ci sono quelli che si vivono come una notte, di quelle che iniziano casualmente e finiscono all’alba, sature di domande. Neon on the Dance Floor, l’EP d’esordio dei Sour Girl, appartiene senza dubbio alla seconda categoria. Il duo elettronico – formato da Laura Messina e da Vincenzo Schillaci – gioca in maniera sofisticata […] L'articolo “Neon on the Dance Floor” dei Sour Girl racconta la periferia dei sentimenti proviene da Musicaccia.

May 5, 2025 - 17:07
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“Neon on the Dance Floor” dei Sour Girl racconta la periferia dei sentimenti

Ci sono album che si ascoltano e poi ci sono quelli che si vivono come una notte, di quelle che iniziano casualmente e finiscono all’alba, sature di domande. Neon on the Dance Floor, l’EP d’esordio dei Sour Girl, appartiene senza dubbio alla seconda categoria.

Il duo elettronico – formato da Laura Messina e da Vincenzo Schillaci – gioca in maniera sofisticata con le atmosfere del clubbing rétro e la vulnerabilità emotiva, creando un’opera che ha il cuore in frantumi, ma i piedi che non riescono a smettere di muoversi. La produzione di Go-Dratta (Gaetano Dragotta) per Fat Sound, dà solidità all’intero progetto, mantenendo una relazione bidirezionale e costante tra suoni digitali e profondità emotiva. Recensione Neon on the Dance Floor

La recensione

Si tratta di sei brani che danzano sinuosamente e vorticosamente tra i ritmi incalzanti e i momenti di sospensione e di riflessione, tra synth e batterie pulsanti come fossero respiri e battito di un universo caotico, ma contemporaneamente razionale, armonico e coronato da un malinconico romanticismo.  Neon on the Dance Floor è un EP che racconta la periferia dei sentimenti, quel luogo dove il dolore diventa ritmo e la felicità si consuma in un lampo di luce rosa al neon. È un debutto sincero, quello di Laura e Vincenzo; è un debutto che osa unire introspezione poetica a strutture musicali da dancefloor senza perdere originalità. Recensione Neon on the Dance Floor

I Sour Girl riescono a creare uno spazio sonoro in cui rifugiarsi, ballare, o semplicemente sentire senza vergogna. E, per un primo lavoro, è un risultato già potentissimo. Con Neon on the Dance Floor, i Sour Girl dimostrano di saper trasformare riferimenti classici dell’elettronica e del pop in qualcosa di personale e contemporaneo. È un album che pulsa di energia notturna, ma anche di malinconie sognanti, capace di accompagnare tanto un ballo sfrenato quanto un momento di introspezione. Nonostante qualche momento più prevedibile, il disco riesce a mantenere coerenza e freschezza lungo tutta la durata. Un debutto solido e promettente, che accende alte aspettative per il futuro della band.

La TRACKLIST di “Neon on the Dance Floor”

Il disco apre con apre con “Like a Rainbow”: due persone che non hanno nulla in comune se non il desiderio di abbandonarsi anche solo per una notte ai propri desideri più nascosti, incrociano gli sguardi travolti da un fascio di musica e luce che li catapulta in un vortice di emozioni che inebria e stordisce. Prosegue con “Closer”, un viaggio on the road alla ricerca di una vita di ricordi perduti, sgretolati dal tempo e dal destino, e di cui rimane solo l’amore. In “In The Garden”, due cuori hanno imparato a battere all’unisono, due vite si sono incrociate, legate tra di loro da un filo sottile ma forte come le radici di un albero secolare… la terra su cui affondano queste radici parlano però di una vita ormai passata.

“Human Touch” racconta di un rapporto dominato dall’istinto, da un’attrazione destabilizzante che indebolisce la ragione, si trasforma rapidamente in una storia di dipendenza e di controllo, di annullamento dell’individualità in funzione del benessere altrui. In “Sitting a bar” un amore passeggero nasce da uno sguardo rubato, un sentimento giovane, leggero e rinfrescante proprio come la pioggia d’estate. “Turn off the light”: quando il peso della vita diventa insopportabile, la paura, cattiva consigliera, può dare l’illusione che basti smettere di vivere per vivere meglio, anche se chi ci ama tende la mano nel tentativo di tirarci fuori dal baratro in cui ci siamo volontariamente nascosti. Recensione Neon on the Dance Floor

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