Bring it back, Jazz:Re:Found!

Ci sarà sempre chi dirà: e che c’entra Róisín Murphy col jazz? La risposta è: col jazz c’entra poco, vero, ammettiamolo. Ma con Jazz:Re:Found c’entra tanto, tanto davvero. Non delude insomma la prima ondata di annunci per quello che è probabilmente – non ce ne vogliano gli altri – il nostro boutique festival preferito: quello… The post Bring it back, Jazz:Re:Found! appeared first on Soundwall.

Apr 11, 2025 - 13:36
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Bring it back, Jazz:Re:Found!

Ci sarà sempre chi dirà: e che c’entra Róisín Murphy col jazz? La risposta è: col jazz c’entra poco, vero, ammettiamolo. Ma con Jazz:Re:Found c’entra tanto, tanto davvero. Non delude insomma la prima ondata di annunci per quello che è probabilmente – non ce ne vogliano gli altri – il nostro boutique festival preferito: quello che più e meglio è riuscito a sviluppare in Italia il concetto di “boutique”. Perché preziosa è la collocazione geografica (un delizioso paesino nel Monferrato, Cella Monte), fortissima è l’impronta (la Cella Monte in questione diventa un “non luogo” utopico nei giorni del festival con un take over che è reale ed integrale: coi braccialetti dell’ingresso paghi anche nella macelleria del paese), adamantina è la coerenza in quanto a scelte artistiche – e qui, con quest’ultima voce, è il caso di spiegare meglio cosa significa “jazz” in Jazz:Re:Found. Anzi no, fateci prima inserire il poster del primo annuncio, così vi fate subito un’idea. Poi più sotto riprendiamo il discorso.

Il “jazz” di Jazz:Re:Found è una visione “cosmica” della vita e della musica. Il jazz viene visto non come genere stilistico consolidato e da fruire secondo canoni predefiniti e ben precisi (il cancro talora benigno talora mica tanto che ha contaminato quel tipo di musica) ma viene riportato alla sua origine contaminatoria, libera, indomita – torna insomma ad essere prima di tutto attitudine. Il “jazz” è sentirsi liberi ma con eleganza, ballare ma con stile, abbandonarsi all’estasi ma con misura e consapevolezza, cercare il lato “morbido” delle cose ma con spirito avventuroso.

Se si prendono queste coordinate, avere una Róisín Murphy come headliner assume senso eccome: perché l’ex cantante dei Moloko ha attraversato il pop degli ultimi vent’anni in maniera fashionista ma sghemba, commerciale ma elegante, ed ha flirtato tanto con la dance paracula quanto con gli spigoli sperimentali senza mai perdere un’oncia di personalità. Quindi sì, certo che è Róisín è “jazz”, almeno nel contesto di Jazz:Re:Found.

(Róisín vista da Nik Pate, continua sotto)

Poi chiaro, JZ:RF non perde il titolo di festival più gillespetersoniano d’Italia (paradossalmente, anche più del Ricci Weekender direttamente co-organizzato da Peterson in Sicilia) e fa sempre affidamento su un’ossatura stilistica molto definita (quella bolla che va dall’afro alla house, passando dal jazz ballabile al funk, con intermezzi mistico-meditativi-sofisticati). Ha i suoi “eroi” personali, vedi Lefto che ormai non può mancare a nessuna edizione, ha il suo ottimo equilibrio tra eroi locali – leggi italiani – e scoperte straniere, ha i suoi omaggi filologici (stavolta la meravigliosa ciurma Malasartoria affronta la materia Roy Ayers), e se non può avere Gilles Peterson allora si prende il suo conclamato erede – Benji B. E anche qualche nome che abbiamo sempre trovato un po’ troppo sopravvalutato ed accompagnato da hype ingiustificato, vedi Nubya Garcia, beh, in un contesto come quello di Cella Monte potrebbe scrostarci lo scetticismo di dosso.

(Un reminder sulla vibra dell’anno scorso; continua sotto)

Già con questo primo annuncio si va a stare bene, insomma. Ma ne seguiranno altri. Però fatecelo dire: JZ:RF è diventato una macchina talmente rodata e magica – tra il suo ottimo staff che mette tutti a proprio agio che si tratti di pubblico o artisti, la già citata bellezza del luogo, la forza dell’esperienza – che francamente nei prossimi annunci potrebbe esserci o non esserci chiunque, però comunque vi consiglieremmo l’acquisto dell’abbonamento a scatola chiusa. Anche perché ormai la voce si è diffusa, la comunità si è rinforzata ed è accresciuta: i sold out iniziano ad arrivare sempre più di regola, soprattutto nelle giornate “cardine” del festival. Poi non dite che non vi avevamo avvertito. Qui il sito ufficiale.

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