Qual è il miglior pubblico del freestyle?

Nell' ultima Kintsugi Battle fra Regioni è stato più volte sottolineato (da freestyler, giuria e commenti sotto i video Youtube) come il pubblico caloroso di Cagliari abbia aggiunto un valore incredibile a un contest già di suo emozionante. Il pubblico tuttavia è più di un concetto indefinito, e nella realtà dei fatti ogni volta è diverso, in relazione al contest, all' evento, addirittura al momento storico (si pensi al pre e al post pandemia). In luce di ciò abbiamo scelto di parlare di 4 pubblici caratteristici del freestyle italiano, per vederne le caratteristiche e come spunto per ragionare sull' importanza di un elemento cardine di questa disciplina. The post Qual è il miglior pubblico del freestyle? appeared first on Freestyle Rap Italiano.

Apr 1, 2025 - 14:17
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Qual è il miglior pubblico del freestyle?

Introduzione

Quando si parla di freestyle il dibattito è, come è giusto che sia, incentrato sui freestyler. Come in tutte le discipline performative, anche in questa il focus è sugli attori che danno vita allo spettacolo, che (in questo caso) si scontrano per avere la meglio. Ma il voler dimostrare qualcosa non implica di per se il volerla mostrare a qualcuno? E a maggior ragione in un ambito nel quale i parametri di valutazione non sono oggettivi, non è forse chi “giudica” da spettatore ad avere il ruolo più imprescindibile di tutti?

Sulla scia di questa suggestione ci siamo chiesti che cosa rimarrebbe del freestyle senza il pubblico, senza questa forza motrice che spinge l’ intero meccanismo. Se cerchiamo di essere ottimisti come minimo avremmo davanti uno spettacolo triste, ma realisticamente non ci sarebbero più le premesse nemmeno per chiamarlo “spettacolo”. Nell’ ultima Kintsugi Battle fra Regioni è stato più volte sottolineato (da freestyler, giuria e commenti sotto i video Youtube) come il pubblico caloroso di Cagliari abbia aggiunto un valore incredibile a un contest già di suo emozionante.

Il pubblico tuttavia è più di un concetto indefinito, e nella realtà dei fatti ogni volta è diverso, in relazione al contest, all’ evento, addirittura al momento storico (si pensi al pre e al post pandemia). In luce di ciò abbiamo scelto di parlare di 4 pubblici caratteristici del freestyle italiano, per vederne le caratteristiche e come spunto per ragionare sull’ importanza di un elemento cardine di questa disciplina.

2 the Beat

Sebbene la distanza temporale rischia di farlo passare in secondo piano, il 2 the Beat rimane uno dei contest più importanti di sempre. Oltre per la qualità delle battle, il celebre torneo ha avuto il grande merito di portare al freestyle un bacino di utenza fino ad allora sconosciuto (anche grazie ai video delle battle più famose).

Una grande parte dei meriti di questo torneo leggendario va data al suo pubblico: l’ atmosfera era costruita per metterlo in risalto; il palco/ ring risaltava gli spettatori, alcuni dei quali si aggrappavano alle corde dipingendo uno scenario popolare, “urban”. Ma al 2 the beat il pubblico rappresentava più di una cornice allo spettacolo, ne era parte attiva. Adesso la maggior parte dei contest si serve dei giudici (spesso freestyler, ma non esclusivamente) per deliberare l’esito di una battle, ma non è sempre stato così. Negli anni in cui il 2 the beat andava per la maggiore (primi anni 2000 e seguenti) era usanza diffusa che fosse unicamente il pubblico, attraverso il “casino” fatto per uno o per l’ altro sfidante, a decidere il vincitore dello scontro.

Gli spettatori del 2 the Beat fungevano anche da giuria, e spingevano i freestyler a sviluppare la delivery e la presa sul pubblico. Questo è uno dei fattori (non l’unico) che ha segnato lo scarto generazionale tra freestyler come Mistaman e freestyler come Ensi (gli ultimi più attenti a trasmettere tanto al pubblico); proprio loro due si sfidarono nei quarti di finale della Finale della seconda edizione del contest nel 2005 in una sfida epocale.

Infine come potevamo non citare il pubblico protagonista di uno dei momenti più tragicomici della storia del freestyle italiano: Il minuto di Gel nel 2006. Mai come quella volta, per chi si ricorda di cosa parliamo, un pubblico ha inciso così tanto sulla prestazione di un freestyler. A quei pochi che non sanno a cosa ci riferiamo trovate qui il link all’ imperdibile video della battle.

Mic Scrauso

Da un contest fondativo passiamo ad uno più recente, che partendo da essere considerato “minore” è diventato con gli anni uno degli eventi più attesi per gli appassionati di freestyle. La sua peculiarità sta nell’ essere anticonvenzionale rispetto ad altri grandi realtà come il Tecniche Perfette o il Mic Tyson (del quale scherzosamente ricalca il come). Lo Scrauso si svolge esclusivamente in strada (a Cassino): non ci sono palchi immensi o locali ricercati, il “terreno di gioco” è delimitato dal pubblico che, a un passo dai freestyler, li circonda in un clima di festa e goliardia.

L’ effetto creato è estremamente coinvolgente. Le rime più potenti sono accolte da veri e propri boati, mai come allo Scrauso si verifica tanto spesso la dinamica classica del “perdere il giro”, ovvero quando per le urla del pubblico alla chiusura di un freestyler l’ altro è costretto ad aspettare 4 quarti per rispondere. Questo accade soprattutto perché chi assiste, sentendosi così integrato nello spettacolo, è portato ad accompagnare con foga ed entusiasmo maggiore le barre dei concorrenti.

Inoltre nel Mic Scrauso si verifica una situazione che potremmo quasi definire un unicum nel panorama freestyle. Per via del contesto informale causato principalmente dalla natura del pubblico sono i freestyler a doversi adattare a quest’ ultimo, e non viceversa. Ci sono rime che in un altro contesto verrebbero considerate fatality, ma fatte allo scrauso “perdono potenza”(ad esempio se troppo articolate o costruite). Viceversa, alcune delle punch che hanno fatto la storia del contest probabilmente sarebbero risultate ridimensionate in tornei di altro tipo. In particolare rime a sfondo comico e quartine a tema black humor si dimostrano più efficaci allo Scrauso che in altre realtà.

Insomma, un pubblico che plasma il suo stesso contest e “costringe” i freestyler a giocare alle loro regole non può certo essere omesso dal nostro discorso.

Carpe Riem

Nessuna sorpresa; se si vuole parlare di pubblico nel freestyle italiano questo è probabilmente il primo contest che viene in mente a un appassionato. Come lo Scrauso anche il Carpe nasce “dal basso”, con un concept da strada che man mano si è evoluto fino a diventare una delle realtà più significative nel panorama nazionale.

Il tratto distintivo che fa emergere questo evento rispetto ad altri (oltre all’ assenza di selezioni, in quanto i partecipanti vengono scelti dall’ organizzazione) è sempre stato il pubblico. Nel freestyle è ormai credenza condivisa che esso sia “il migliore d’ Italia”, e basta tornare a guardare i video delle battle per rendersi conto che non si tratta affatto di un’ esagerazione. Ma cosa rende Pesaro così speciale? Che ha questo pubblico che incanta così tanto gli appassionati e i freestyler stessi?

Innanzitutto il Carpe Riem è un contest “democratico”: se con lo Scrauso abbiamo parlato di un pubblico che predilige determinati stili, qui facciamo il discorso opposto. Questo storico contest ha portato sul suo palco freestyler di ogni tipo, con cifre stilistiche completamente diverse, e il pubblico ha dimostrato di saper accogliere tutti con lo stesso calore. Dai flussi armonici del Dottore alle barre sul personale di Drimer, dall’ attitudine di Simon Skunk ai lampi di genio di Blnkay (e potremmo continuare), gli spettatori del Carpe hanno come unica pretesa quella di sentire rime di livello.

L’ aspetto che salta più all’ occhio guardando le sfide è la sinergia tra freestyler e pubblico. Quando una Battle è sentita questo gradualmente si scalda, fino al punto (di solito una fatality) in cui arriva ad esplodere. Da quel momento in poi non si torna più indietro: il rumore è sempre in crescendo, il pubblico “suggestiona” gli artisti sul palco che sentendosi acclamare entrano spesso in stato di grazia. Il casino è, insomma, esponenziale, il che rende ogni battle simile a un film: si raggiunge un momento di climax dopo il quale l’ azione e il pathos sono all’ apice e gli scambi continui tra gli sfidanti sono veri e propri colpi di scena, nei quali il freestyler che sembrava spacciato con una rima ben assestata capovolge la situazione aiutato da un pubblico quanto più imparziale.

Sfide come Blnkay vs il dottore, Drimer vs Shame o anche la più recente Drimer vs Bruno bug sono prove che il Carpe Riem andava indubitabilmente preso in questione.

End of Days

Per ultimo, ma non per importanza, vogliamo parlare di un contest che è ormai in continua ascesa da qualche anno, e che sembra non voler invertire questa parabola per nulla al mondo. L’ End of Days si è ritagliato il suo spazio ed è diventato in poco tempo un evento della riconoscibilità pari ai tre sopracitati.

La sua forza è stata quella di prendere un contenuto spesso “preconfezionato” come può essere un contest freestyle (che è quasi sempre uguale nella forma) e stravolgerlo, esaltandone la componente legata allo spettacolo puro. Meglio di chiunque altro in Italia l’ end of Days lavora sul concetto stesso di contest e sacrificando in minima parte l’ aspetto competitivo lo rende un vero e proprio show, non diverso da un concerto.

Chi va all’ End of Days vuole che il prezzo del biglietto sia ben speso, ma questo ci spinge a chiederci: chi va all’ End of Days? Qual è il suo pubblico?
Nel suo essere relativamente giovane, il contest ha dovuto compiere un grande lavoro di fidelizzazione degli spettatori, lavoro svolto egregiamente (per esempio) con le battle a tema sempre diverse e stimolanti. Idee come quelle del Generation Clash e del Flow vs Punch attirano un pubblico che immancabilmente è ben inserito nel panorama del freestyle, abbastanza per cogliere quelle dinamiche e sfaccettature interne sulle quali il contest va a ricamare una sfida. Gli spettatori sono in larga parte fruitori attivi e aggiornati sul freestyle, e questo fatto è meno scontato di come può sembrare se facciamo il paragone con realtà come il Mic Tyson, dove il pubblico è formato anche da “occasionali” o persone che sono semplicemente affezionate al format ma che non seguono tanto altro di questa disciplina.

Questi due elementi (la ricerca di spettacolo e il forte legame con il freestyle) fanno del pubblico dell’ End of Days uno dei più caldi e disciplinati che abbiamo oggi. Il casino è assicurato (anche perché il livello dei partecipanti è sempre alto) e accoglie i freestyler già dai minuti di presentazione; e nonostante è inevitabile che la natura delle sfide attiri “fan” di un freestyler/stile piuttosto che di un altro, lo spirito della cultura del freestyle ben vivo nel pubblico impedisce situazioni di tifo unilaterale. Quasi mai un artista o una squadra vengono acclamati a priori, indipendentemente da fattori come la popolarità o la provenienza geografica. Nel freestyle (purtroppo) non è scontato.

Abbiamo voluto per tali ragioni citare anche questo contest, che (a prescindere dai gusti personali) ha oggettivamente portato a formare un pubblico tra i più attivi della scena attuale; a testimoniarlo è stato il primo sold-out arrivato un mese fa nella sfida Nord vs Centro vs Sud del The Italian Fight.

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