Vyni, quando la dj culture di qualità diventa festa di piazza
La prima volta era stato un esperimento, ma il modo in cui questa edizione si presenta dice tutto: Vyni, a Reggio Emilia, non solo ritorna, ma raddoppia pure. Quest’anno infatti saranno due e non più uno solo i giorni in cui la cultura del deejaying e quella dell’enologia si incontrano, intersecano, alimentano ed influenzano per… The post Vyni, quando la dj culture di qualità diventa festa di piazza appeared first on Soundwall.

La prima volta era stato un esperimento, ma il modo in cui questa edizione si presenta dice tutto: Vyni, a Reggio Emilia, non solo ritorna, ma raddoppia pure. Quest’anno infatti saranno due e non più uno solo i giorni in cui la cultura del deejaying e quella dell’enologia si incontrano, intersecano, alimentano ed influenzano per le strade del centro della città emiliana.
Ecco, ci teniamo a sottolineare come questo sia un format molto particolare, molto interessante, molto “italiano” (nel senso non sovranista del termine, vivaddio, semmai in quello positivo e conviviale): siamo abituati al fatto che il deejaying di qualità operi e si sviluppi in una sua nicchia illuminata, in contesti specifici, sia insomma una cosa da “happy few”, e questo ogni tanto porta a farci dimenticare quanto sia importante l’approccio “popolare” alle cose: andare nelle strade di tutti, mescolarsi agli ascolti ed agli entusiasmi di tutti. Vyni è la classica manifestazione “di piazza”, e altrettanto “di piazza” è il consumo di vini prodotti da cantine del territorio: ma in questa “piazza” la colonna sonora invece delle solite cose un po’ dozzinali e facilmente riconoscibili è affidata ai venerabili Spiller, Horse Meat Disco e Daniele Baldelli. Giusto per citare i primi tre nomi.
(continua sotto)
Basterebbe questo primo trittico. Ma il bello di Vyni è che è davvero una festa “diffusa”: non è che ci sono degli headliner da guardare, ballare e riverire, no, quello che accadrà il 12 e 13 aprile è un flusso continuo, dalle 10 del mattino a circa la mezzanotte, e un flusso di qualità assoluta: in quattro punti diversi della città – Piazza Prampolini, Piazza San Prospero, Piazza Casotti, Via del Vescovado – ci sarà spazio anche per i set di Dj Rocca (venerabile tanto quanto i tre headliner), Sara Mautone, Calamity Jade, Euro Nettuno, Albi Scotti (che quando non scrive per Dj Mag è un ottimo dj) e l’elenco in realtà è lunghissimo. Senza contare i talk, che vanno dall’enologia alle sempre interessanti curatele di Est Radio. Studiatevelo bene, il sito ufficiale della manifestazione.
Reggio Emilia è molto bella già di suo, chi l’ha mai visitata lo sa. In più ha una tradizione nel campo del deejaying di livello altissimo (Maffia, ma non solo). Chiaro, ci sono momenti migliori e momenti peggiori, ma l’arrivo di The Riff – il ristorante / listening bar in centro con Benny Benassi e Fabio Volo come soci più in vista – ha comunque rimesso al centro del “discorso popolare” l’idea che al buon bere vada associata la buona musica (…infatti al Riff viene sempre data molta attenzione alla costruzione dell’”ambiente sonoro”, con dj set di qualità). A tutto questo la declinazione di un festival come Vyni aggiunge appunto la dimensione popolare, di strada, di piazza.
Una gran bella sfida. Chissà se ripetibile in altre città. Potrebbe infatti essere interessante farlo in modo sempre più diffuso (…e ad esempio quando Verona la scorsa settimana ha voluto chiudere parte del quartiere di Borgo Trento per una “giornata sostenibile”, alle console c’è finita gente che sa fare eccome il suo mestiere, grazie a Rocket Radio e non solo). La “cultura del vinile” – che poi, senza fissarci sulla forma di supporto, è semplicemente una cultura dell’ascolto musicale di qualità – è qualcosa che potrebbe diventare un patrimonio e un desiderio collettivo. A Reggio Emilia, nel weekend del 12 e 13 aprile, lo sarà. I reggiani ne godranno, i non reggiani potrebbero già iniziare a mettere in programma una visita da quelle parti, tra una decina di giorni.
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