Internal Selection 050: Jale

Cresciuto tra le mura di un club gestito dal padre per quasi trent’anni, il destino di Jale sembrava già scritto nel nome del locale, un’eco profetica che lo ha guidato attraverso le vibrazioni della notte. La sua prima immersione in quel microcosmo sonoro ha acceso fin da ragazzino una scintilla indelebile, tramutata oggi in maturità […] L'articolo Internal Selection 050: Jale sembra essere il primo su Parkett.

Apr 11, 2025 - 10:05
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Internal Selection 050: Jale

Cresciuto tra le mura di un club gestito dal padre per quasi trent’anni, il destino di Jale sembrava già scritto nel nome del locale, un’eco profetica che lo ha guidato attraverso le vibrazioni della notte. La sua prima immersione in quel microcosmo sonoro ha acceso fin da ragazzino una scintilla indelebile, tramutata oggi in maturità e consapevolezza artistica.

Il suo modo di guardare e ascoltare il mondo lo hanno portato a esplorare ogni sfumatura del panorama musicale, tessendo trame sonore che raccontano storie profonde e personali. Dietro i piatti la sua filosofia è chiara: la musica deve essere vera, deve appartenere intimamente a chi la crea.

Probabilmente anche per questa sua visione, l’incontro con Vesuvius Soul Records è stato cruciale: in loro ha trovato una famiglia che ha alimentato una passione già ben definita da anni di ricerche.
Per Internal Selection, Jale ci racconta di sé attraverso un sound fresco, una selezione mirata che ridefinisce i suoi confini, eliminandoli quasi totalmente, andando oltre i generi che siamo abituati a dover definire. A parlarvi di questo, però, lasciamo proprio che siano Jale e la sua musica.

Jale durante un dj set

Come e quando ti sei approcciato per la prima volta al mondo della musica elettronica?

Mio padre ha gestito un club per quasi trent’anni. Il locale portava il mio nome, in pratica una predestinazione. In casa la musica è sempre stata una presenza costante, ma la scintilla vera si è accesa proprio nel momento in cui ho varcato per la prima volta la soglia di quel club. Ricordo ancora l’incanto: il DJ che guidava la notte, la musica che avvolgeva ogni cosa come un velo, e i volti, felici, liberati, di chi viveva una socialità alternativa, ma decisamente più autentica, fuori dagli schemi del quotidiano. Quella notte ho capito di appartenere a questa dimensione.

Qual è il tuo rapporto con Vesuvius Soul Records?

Vesuvius Soul Records per me è un punto di riferimento culturale e affettivo, un cuore pulsante per la controcultura napoletana. In un momento in cui la scena sembrava svuotata, affievolita dagli strascichi del post-pandemia, Vesuvius ha riacceso la fiamma. Mi ha restituito fiducia, rigenerando non solo l’ambiente ma anche la mia creatività. La connessione con gli artisti della “famiglia” VSR, tutti profondi conoscitori e appassionati ricercatori, è diventata linfa per il mio percorso.

Jale di Vesuvius Soul Records

Quali sono le tue influenze musicali? Raccontaci qualcosa sul tuo background e da dove attingi oggi ispirazione per il tuo sound.

Preferisco non fare elenchi di nomi o ridimensionare il bagaglio esperienziale specificando dei generi. Ho sempre avuto un’attitudine curiosa, onnivora. Non mi sono mai imposto confini, né da ascoltatore né da DJ o produttore. In studio, come in console, ho esplorato ogni possibile traiettoria sonora. Certo, con il tempo si assottigliano le preferenze, nascono legami più profondi, le proprie “affinità elettive”, potremmo dire, ma ciò che per me resta imprescindibile è che il suono racconti qualcosa di vero, qualcosa che mi appartenga. Dopo quasi trent’anni di viaggio musicale, ho capito che i limiti sono spesso autoimposti, e che la vera coerenza è restare fedeli alla propria evoluzione.

Se potessi scegliere di suonare in un club o in una città in particolare, quale sarebbe e perché?

Nel mondo sotterraneo della musica, i confini geografici perdono significato. Ogni club è un piccolo cosmo, e quando si crea la giusta alchimia, non importa dove sei. Detto questo, se dovessi immaginare oggi uno scenario ideale, sceglierei un nostro showcase di Vesuvius Soul Records al Club der Visionaere. Sarebbe perfetto: uno spazio che vive di libertà espressiva, dove ognuno di noi potrebbe raccontarsi senza freni, spingendo oltre la forma e lasciando parlare la sostanza.

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