11 anni da travel blogger: cosa è cambiato in questi anni
Posso dire senza esagerare che questo blog è tutto per me. Cosa ha voluto dire per me questo blog È stato negli anni per me ispirazione, maestro, spalla, passione, sogno e sostentamento. Mi ha dato popolarità, soldi, mi ha aiutata a costruirmi un’identità e una mia immagine nel mondo. Con questo blog, negli ultimi 11 […]


Diana Bancale, autrice del blog
Giornalista e travel blogger dal 2014. Napoletana di nascita ma vivo alle Canarie, a Tenerife.
Viaggio tanto, spesso sola, amo il mare, i sorrisi, gli animali e la pizza. Ho lasciato il lavoro per viaggiare e da allora il mio lavoro è viaggiare e creare contenuti di viaggio sul mio blog e sui social media.
Posso dire senza esagerare che questo blog è tutto per me.
Cosa ha voluto dire per me questo blog
È stato negli anni per me ispirazione, maestro, spalla, passione, sogno e sostentamento. Mi ha dato popolarità, soldi, mi ha aiutata a costruirmi un’identità e una mia immagine nel mondo.
Con questo blog, negli ultimi 11 anni, ci sono cresciuta, ed è come se buona parte di quello che sono si nasconda dentro le righe delle centinaia di articoli scritti in questi anni.
Eppure è successo. Oggi mi sono seduta davanti al computer per scrivere e mi sono chiesta se tutto ciò abbia ancora un senso.
Come erano prima i blog di viaggio
Undici anni fa ho aperto “In viaggio da sola” con la voglia di cambiare vita l’entusiasmo ingenuo di chi crede che la passione basti. E forse, allora, la passione bastava davvero. Certamente unita allo studio e alla perseveranza.
Era il 2014, i blog erano la voce personale del web, e Google ci ascoltava.
Io scrivevo per condividere, per raccontare, per aiutare. E, nel frattempo, per trovare me stessa.
Cosa mi ha dato questo blog
Il blog mi ha dato tutto: libertà, indipendenza, identità. Mi ha permesso di viaggiare da sola, di lavorare da qualunque parte del mondo, di costruirmi una professione su misura, fuori dagli schemi. Giorno per giorno, con il blog, mi sono creata il lavoro che volevo.
Mi ha fatto sentire vista, utile, ascoltata. Mi sono sentita finalmente e profondamente viva. Mi ha dato tanta forza ed autostima. Mi ha fatto provare una felicità immensa.
Mi ha connessa a persone meravigliose che non avrei mai incontrato nella vita di tutti i giorni.
E anche grazie al blog mi sono tolta tante soddisfazioni: viaggiare in posti meravigliosi, fare vacanze di extra lusso, andare in tv, ricevere decine e decine di interviste.
Sono diventata una sorta di autorità nel campo dei viaggi in solitaria e per tanti anni la mia voce è stata ascoltata come punto di riferimento.
Cosa mi ha tolto il blog
Certo, ci sono stati tanti lati positivi ma dall’altro lato mi ha tolto anche un po’ di leggerezza e spontaneità. Questo è il prezzo da pagare quando si fa della propria passione il proprio lavoro.
Perché ogni viaggio è diventato un contenuto. Ogni tramonto, un reel. Ogni parola, un potenziale keyword. Mi ha tolto spontaneità. Perché il blog non è più stato solo un diario ma una piattaforma da ottimizzare, aggiornare, analizzare.
Cosa sta succedendo adesso ai blog
E quando ci ho messo tutta me stessa per farlo diventare un business che sembrava ormai di grande successo, ecco che mi ha tolto visibilità.
Perché oggi, anche se metto l’anima in quello che scrivo, Google sembra non vederlo più. L’intelligenza artificiale è più veloce e diretta nel rispondere alle domande alle quali fino a poco tempo fa rispondevo io. Non c’è più la novità e quelli che scrivono spesso si copiano a vicenda.
Mi guardo intorno e vedo un algoritmo che cambia regole ogni due mesi. Un pubblico sempre più distratto e superficiale. Un mondo digitale dove devi continuamente urlare per farti sentire, ballare davanti alla fotocamera per avere due like o fare dei video in cui gridi banalità di facile assimilazione per piacere.
In un mondo che urla, io voglio restare delicata
Ma io non ho voglia di urlare e soprattutto non ho mai avuto voglia di essere uguale agli altri.
La verità è che sto cercando qualcosa di diverso. Non più solo attenzione, non più solo numeri.
Sto cercando verità, connessione vera, uno spazio che abbia senso anche se non scala le classifiche.
La necessità di una rinascita
Perché quando ricevo un messaggio che mi dice: “Grazie a quel tuo articolo ho trovato il coraggio di fare il mio primo viaggio da sola”, allora per me tutto ha un senso.
Perché questo blog è la mia storia. E anche se il mondo cambia, io voglio raccontarla.
Perché la voce e la forza che ho trovato scrivendo non voglio perderle.
E sicuramente non sarà mai più come prima. Magari sarò meno visibile, ma forse più libera.
Magari questo non è un addio, ma una rinascita.
Anche se nessuno applaude. Anche se non finisce in prima pagina. Anche se i numeri dicono che dovrei cambiare strada.
Io resto. Magari diversa. Ma resto.
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