Voli Israele, anche Ita pensa allo stop definitivo
Niente voli Ita su Israele fino a martedì 6 maggio. Almeno per ora e secondo la versione ufficiale. Perché, stando a fonti interne, la compagnia di bandiera italiana potrebbe anche decidere per la sospensione fino a nuovo ordine. Lo stop è arrivato dopo l’attacco missilistico lanciato dagli Houthi contro l’aeroporto di Tel Aviv domenica mattina: cancellati almeno 46 voli e altri 115 hanno registrato ritardi, secondo il bollettino di Flightstats. Continue reading Voli Israele, anche Ita pensa allo stop definitivo at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Niente voli Ita su Israele fino a martedì 6 maggio. Almeno per ora e secondo la versione ufficiale. Perché, stando a fonti interne, la compagnia di bandiera italiana potrebbe anche decidere per la sospensione fino a nuovo ordine. Lo stop è arrivato dopo l’attacco missilistico lanciato dagli Houthi contro l’aeroporto di Tel Aviv domenica mattina: cancellati almeno 46 voli e altri 115 hanno registrato ritardi, secondo il bollettino di Flightstats.
«Alla luce delle circostanze attuali abbiamo deciso di sospendere tutti i voli da e per Tel Aviv fino al 6 maggio, inclusi i voli AZ809 e AZ815 del 7 maggio – si legge in in una nota di Ita Airways – La situazione è in continua evoluzione. Vi preghiamo di verificare lo stato del volo nella sezione del sito Info Voli prima di recarvi in aeroporto».
Mentre le americane Delta Air Lines e United Airlines hanno cancellato i voli previsti per lunedì, stop fino al 6 anche per il Gruppo Lufthansa — che include anche Swiss, Brussels Airlines, Eurowings e Austrian e ha da poco inglobato Ita – e Air India. British Airways ha prolungato lo stop di un giorno in più: “Monitoriamo costantemente le condizioni operative e abbiamo deciso di sospendere tutti i nostri voli da e per Tel Aviv fino a mercoledì 7 maggio“, si legge nella nota inviata all’Afp.
La greca Aegean, l’emiratina FlyDubai e l’etiope Ethiopian continuano invece a operare.
“Un volo di Air India diretto a Tel Aviv è tornato a Delhi – riferisce il Corriere della Sera su quanto accaduto domenica – Air Europa ha fatto sbarcare a Madrid i passeggeri pronti a decollare per Israele, altri aerei sono stati dirottati altrove. Al momento l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) non ha emesso alcun bollettino di sicurezza in materiale. L’ultimo è scaduto il 31 gennaio scorso“.
Intanto, schizzano in alto le azioni dei vettori israeliani, che tornano vicini ai valori massimi da almeno cinque anni a questa parte. El Al, la compagnia principale ha chiuso con un ulteriore +6,95% nelle contrattazioni di domenica. Il titolo segna +48% da inizio 2025 e addirittura +128% rispetto allo stesso giorno di un anno fa. In terreno positivo anche Israir, che ha chiuso con +4,08%, +48% rispetto a maggio 2024.
La crisi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 ha indotto le compagnie straniere a lunghe interruzioni. E c’è chi ha detto stop in maniera definitiva: Virgin Atlantic ha cancellato la rotta per Tel Aviv a tempo indeterminato, Turkish Airlines e Pegasus Airlines hanno rinunciato agli slot al “Ben Gurion”.
In questo modo El Al è rimasta la sola a effettuare collegamenti intercontinentali in Israele e ha rialzato prepotentemente la testa dopo aver attraversato un momento molto difficile qualche anno fa. “Nel 2024 – segnala il Corsera – il vettore ha registrato un tasso di riempimento record degli aerei (94%), ai livelli delle low cost europee, 3,43 miliardi di dollari di ricavi (+37% rispetto al 2023) e un utile netto di 545 milioni, con uno spettacolare balzo del 367% in dodici mesi”.
Non basta. In base ai dati dell’aeroporto di Tel Aviv, nel primo trimestre 2025 sui voli internazionali El Al ha trasportato il 44,1% dei passeggeri, il 10% si è imbarcato sugli aerei di Israir Airlines e un altro 7,7% con Arkia, tutti e tre vettori locali. A seguire Wizz Air e FlyDubai, nona Lufthansa e 17esima Ita Airways con lo 0,8%.