Eurovision 2025, Gabry Ponte: “Un’esperienza fuori dalla mia comfort zone, ma incredibilmente formativa”
Durante un incontro con la stampa, Gabry Ponte ha raccontato le sensazioni a poche ore dalla finale dell'Eurovision 2025
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May 16, 2025 - 17:30
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La finale dell’Eurovision Song Contest 2025 è ormai alle porte, e tra i protagonisti della serata del 17 maggio al St Jakobshalle di Basilea c’è anche Gabry Ponte, che ha conquistato un posto in finale rappresentando San Marino con il brano “Tutta l’Italia”. L’artista ha raccontato, in un incontro con la stampa, le emozioni, i retroscena e il significato profondo dietro questa esperienza inedita per lui.
Gabry Ponte ha ammesso fin da subito la tensione vissuta fino al momento della qualificazione:
“Ovviamente sono felicissimo che siamo qui, perché vuol dire che siamo in finale. C’è stata molta tensione fino alla fine… con tutto il lavoro fatto, non sarebbe stato bello tornare a casa dopo le semifinali”.
Per il DJ, il percorso verso l’Eurovision non è stato improvvisato: aveva già avuto contatti con la kermesse in passato, producendo brani per artisti in gara come Lum!x. Ma calcare il palco come artista in prima persona è stato un altro universo:
“È uno spettacolo pazzesco, bellissimo, ma ci sono dinamiche molto distanti dal nostro mondo. Il DJ storicamente paga pegno all’Eurovision”.
Gabry Ponte ha scelto una strada personale, evitando le coreografie spettacolari che spesso caratterizzano il contest:
“Siamo andati contro quello che è lo standard dell’Eurovision. Abbiamo tolto la coreografia ballata e puntato tutto su un’esibizione che fosse rappresentativa di ciò che faccio. Non c’è l’ossessione per la vittoria, ma il desiderio di portare qualcosa di vero.
Abbiamo preferito non adattarci agli standard Eurovision. Niente corpo di ballo, niente artifici. Solo la nostra identità.”
Nonostante le rigide regole dell’evento, che vietano la musica dal vivo suonata sul palco per motivi tecnici e di logistica, Gabry ha voluto mantenere la console in scena, anche se simbolicamente:
“Purtroppo non è stato possibile suonare davvero, ma ho voluto tenere la console per far passare il messaggio che questo è il pezzo di un DJ”.
Lo show costruito per “Tutta l’Italia” è il risultato di un lavoro corale di mesi, che ha coinvolto professionisti come Laccio per la coreografia, Francesco De Cave per le luci, Luigi Antonini per la regia e Andrea Cobb per i costumi.
“Ci siamo immaginati come dare un fil rouge visivo alla rappresentazione. Abbiamo usato immagini che evocano l’arte e l’architettura italiana. È un tributo alla nostra cultura”.
L’esibizione si è dovuta adattare anche alle regole dell’Eurovision, che consentono un massimo di sei persone sul palco:
“A Sanremo avevamo oltre 30 ballerini, addirittura alcuni in platea. Qui abbiamo dovuto comprimere tutto, puntando più sulle voci. Ho portato con me i due autori del brano, Edwyn Roberts e Andrea Bonomo e un backing vocal”.
Il brano “Tutta l’Italia” ha riscosso consensi crescenti anche durante i pre-party a Londra, Amsterdam e Madrid:
“All’inizio erano freddi, forse per il testo in italiano non immediato. Ma piano piano il pubblico si è affezionato, e nell’ultimo pre-party è esploso il club”.
Un percorso che si è consolidato anche grazie al supporto di San Marino RTV e alla calorosa accoglienza da parte dei fan italiani ed europei:
“Durante il turquoise carpet a Basilea c’è stata un’ovazione, tutti cantavano la canzone. È stato un segnale fortissimo”.
La genesi del brano non è legata a Sanremo, come qualcuno ha ipotizzato, ma al concerto-evento che Gabry Ponte terrà a San Siro il 28 giugno e che è sold out:
“L’idea era creare un inno da regalare ai fan prima dell’evento. Abbiamo scritto partendo da una base con un sapore di pizzica, usando strumenti come la fisarmonica e il tamburello”.
Questa contaminazione tra tradizione italiana e suono elettronico è diventata il cuore della sua proposta artistica a Eurovision.
“La dance è un genere che si lascia contaminare. Mi piace mescolarla con elementi tradizionali”.
Gabry ha voluto anche riconoscere l’importanza di Carlo Conti nella sua partecipazione all’Eurovision:
“Mi ha scritto subito, prima e dopo la semifinale. È stato uno dei primi a credere nel pezzo, e presentarlo a Sanremo è stato un onore. Quel palco fa entrare un brano nelle case di tutti gli italiani”.
A chi lo ha criticato per non essere un cantante in senso stretto, Gabry Ponte ha risposto con fermezza:
“Cantare non è il mio lavoro. Faccio musica, la produco e la faccio cantare a chi sa farlo meglio di me. L’importante è emozionare”.
Un’affermazione che sottolinea come la musica sia, prima di tutto, una questione di visione e di sentimento, non solo di voce:
“Molti cantanti portano brani scritti e prodotti da altri. La mia è solo un’altra prospettiva. Servono entrambi i ruoli”.
Tra gli aspetti più toccanti delle sue dichiarazioni c’è il senso di gratitudine per un’esperienza che arriva dopo oltre 25 anni di carriera:
“Essere qui è stato un atto di entusiasmo. A 52 anni, trovare una prima volta così è bellissimo. Ho imparato tanto, è stato un salto fuori dalla mia comfort zone”.
Gabry Ponte non si è mai dichiarato ossessionato dalla vittoria, ma determinato a lasciare il segno:
“Non ho aspettative di vincere. La mia priorità è fare un’esibizione potente, autentica, che rappresenti al meglio il pezzo. Il resto lo deciderà il pubblico”.
L’entusiasmo di Gabry Ponte per la sua partecipazione alla Grand Final dell’Eurovision 2025 non accenna a diminuire. Dopo aver già raccontato quanto questa esperienza lo abbia messo alla prova professionalmente ed emotivamente, il DJ e produttore torinese ha risposto a una serie di domande che hanno svelato ulteriori dettagli sul suo percorso a Basilea, sulla performance di “Tutta l’Italia” e sul futuro post-Eurovision.
Gabry Ponte si esibirà per penultimo, in posizione numero 25 su 26 nella finale. Una scelta dei produttori dell’evento, come ha spiegato lui stesso:
“Non ho idea se sia un vantaggio. Si vota dall’inizio, quindi non è detto. Penso che riuscire a penetrare, emozionare, sia molto più importante che avere un buon posizionamento in classifica.”Gabry Ponte rehearsing Tutta L’Italia for San Marino at St. Jakobshalle
Nonostante il fitto programma di prove e interviste, Gabry Ponte non ha smesso di creare musica nemmeno a Basilea:
“Avevamo una giornata libera e siamo finiti in studio a scrivere. Fare musica nuova è sempre il nostro primo pensiero.”
E sulla possibilità di remixare brani degli altri artisti in gara, o avviare collaborazioni post-Eurovision:
“Qualche artista me lo ha chiesto, con qualcuno ne abbiamo parlato. Vedremo se ci sarà il tempo, ora c’è anche San Siro all’orizzonte…”
Una prospettiva che fa sognare i fan: remix o feat internazionali potrebbero essere una naturale estensione del successo di “Tutta l’Italia”.
Gabry Ponte non ha nascosto la profonda gratitudine verso San Marino, piccolo Stato che ha creduto in lui fin dall’inizio:
“Se sono qui è grazie agli amici di San Marino. Sono stati entusiasti, ci hanno aiutato molto nella fase preparatoria. Una bella squadra, disponibile e appassionata.”
Un’alleanza artistica e umana che ha dato grande visibilità al microstato, e che sottolinea ancora una volta come l’Eurovision possa rappresentare una piattaforma inclusiva anche per realtà più piccole.
Un altro tema caldo affrontato da Gabry è stato quello dell’approccio ai social network, in particolare TikTok:
“Se mi chiedi se scrivo pezzi per diventare virale su TikTok, la risposta è no.”
Ponte ha riconosciuto l’importanza delle piattaforme nella promozione musicale moderna, ma ha anche rimarcato il valore della spontaneità:
“Ogni volta che ho fatto musica per compiacere gli altri, è stato un errore. La musica deve essere vera. Si sente quando non lo è.”
Tuttavia, usa TikTok in modo intelligente:
“Lo uso come termometro per capire le reazioni della fanbase. A volte pubblico un’anteprima e osservo. Posso scegliere di ignorare i feedback, ma sono utili.”
Un equilibrio tra creatività artistica e marketing digitale che riflette la professionalità evoluta di chi ha vissuto ogni fase della trasformazione dell’industria musicale.
Gabry Ponte, alla vigilia della finalissima, si conferma non solo un artista esperto, ma anche un uomo consapevole del proprio ruolo, capace di rinnovarsi restando fedele alla propria essenza.