E all’improvviso, Dissonanze?

La notizia è di quelle da “colpa al cuore”, almeno per chi segue la scena dei festival elettronici in Italia da quando era meno scontato farlo (e soprattutto da quando farli, in Italia, era ancora complicatissimo). Dissonanze, che è un po’ la madre-di-tutti-i-festival di elettronica in Italia, e che non è stato solo precursore cronologico… The post E all’improvviso, Dissonanze? appeared first on Soundwall.

May 12, 2025 - 17:22
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E all’improvviso, Dissonanze?

La notizia è di quelle da “colpa al cuore”, almeno per chi segue la scena dei festival elettronici in Italia da quando era meno scontato farlo (e soprattutto da quando farli, in Italia, era ancora complicatissimo). Dissonanze, che è un po’ la madre-di-tutti-i-festival di elettronica in Italia, e che non è stato solo precursore cronologico ma è stato anche l’esperimento più grandioso, visionario e coraggioso (…C2C, per intenderci, si è ispirato proprio a Dissonanze per crescere, mutare, maturare, diventare “grande”), torna.

(Ecco l’immagine apparsa: continua sotto)

O meglio: dai canali ufficiali, ad esempio Facebook, è stata annunciata una edizione commemorativa, per il ventincinquennale del festival. Una “25 years celebration“, già. Ovviamente, a Roma – dove sennò? Date, 20 e 21 settembre. La location è l’Auditorium: se da un lato non fa giustizia a quanto è stata geniale Dissonanze nell'”inventarsi” le location (a partire dal Palazzo dei Congressi all’Eur, un’idea folle, meravigliosa, vincente), dall’altro lo fa al 100%, perché da un lato Dissonanze ha avuto delle declinazioni all’Auditorium che hanno fatto storia (vedi alla voce Stockhausen), dall’altro una delle anime del festival creato e portato avanti dall’immenso Giorgio Mortari è sempre stata legata alla cultura “alta”, e alla piena dignità dell’elettronica di potervi appartenere – senza per questo rinunciare alla componente “estatica”, gioiosa e di massa del dancefloor grandi numeri e/o di ricerca, come altro lato della medaglia.

Senza barare: chi vi scrive queste righe, già sapeva – almeno in parte – cosa bolliva in pentola. Aspettava solo l’annuncio ufficiale, che ora è arrivato. È assolutamente bellissimo che il nome “Dissonanze” torni a vivere, con la scusa dei venticinque anni passati dalla prima edizione. È importante che dietro a questa idea ci sia moltissimo del team storico del festival, e il via libera delle persone che a Giorgio Mortari più sono state vicine e più hanno voluto bene. Così come è fondamentale che anche le generazioni più giovani, romane e non solo, possano capire – grazie anche solo alla comunicazione attorno a questo evento – cosa Dissonanze sia stato e cosa abbia rappresentato, in Italia, nel mondo. Un fenomeno più unico che raro, fatto nascere e amorevolmente e genialmente guidato da un uomo più unico che raro. Perché sì, Dissonanze era prima di tutto Giorgio Mortari: il suo genio, il suo piglio, la sua visione. E lo era per questo, ma anche perché lui trattava con rispetto infinito tutte le persone che chiamava a lavorare con sé. Creava un magnetismo unico, magico, profondamente umano, assolutamente puro.

Sarà bellissimo esserci, il prossimo 20 e 21 settembre, a Roma. Diciamo però subito una cosa: siamo scettici sull’opportunità di trasformare questo evento in un festival da ripetere ogni anno, un festival “normale” insomma, come se Dissonanze rinascesse tout court, portato avanti un po’ dalle stesse persone ma un po’ da forze nuove (…forze nuove e molto navigate nel settore, verso cui comunque Giorgio aveva grandissimo rispetto, pur facendo loro uno “sport” in parte diverso dal suo). Può esistere un Dissonanze in ricordo e in celebrazione di se stesso, anzi, può e deve esistere, ma per quanto ci riguarda non può esistere un Dissonanze ex novo e che vive nel “presente” (muovendosi quindi nel mercato, nell’ecosistema musicale attuale) senza però l’unicità e la genialità di Giorgio Mortari. O almeno, questo è il primo pensiero “di pancia”.

Di sicuro, seguiremo da vicino l’evolversi di questa celebrazione. Celebrazione sacrosanta, necessaria, fondamentale. E che siamo sicuri offrirà contenuti di qualità. Per quanto ci riguarda, non diventerà e non deve diventare un “nuovo corso” di Dissonanze, il primo atto di un rinnovato capitolo – crediamo che il suo DNA giusto rimanga essere una celebrazione viva, vitale, partecipata, altamente professionale, attuale di ciò che è stato, e di ciò che ha segnato le vita di tanti, tantissimi di noi.

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