Meteo: Caldo in ritardo? Non c’è da illudersi, l’ESTATE TROPICALE è in agguato

Un clima che muta silenziosamente, ma in modo irreversibile Il Mediterraneo che conoscevamo fino a vent’anni fa non esiste più. Quello che si sta delineando oggi, giorno dopo giorno, è un nuovo scenario climatico, dove le estati sono sempre più lunghe, secche e roventi, e i ritmi stagionali si stanno alterando in modo profondo. Al […] Meteo: Caldo in ritardo? Non c’è da illudersi, l’ESTATE TROPICALE è in agguato

May 12, 2025 - 19:06
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Meteo: Caldo in ritardo? Non c’è da illudersi, l’ESTATE TROPICALE è in agguato
Un clima che muta silenziosamente, ma in modo irreversibile Il Mediterraneo che conoscevamo fino a vent’anni fa non esiste più. Quello che si sta delineando oggi, giorno dopo giorno, è un nuovo scenario climatico, dove le estati sono sempre più lunghe, secche e roventi, e i ritmi stagionali si stanno alterando in modo profondo. Al centro di questa trasformazione c’è l’espansione del clima tropicale verso nord, un fenomeno che riguarda da vicino anche l’Italia, oggi sempre più immersa in dinamiche atmosferiche che ricordano quelle delle latitudini subtropicali. La fascia tropicale avanza: verso un nuovo equilibrio climatico La fascia climatica tropicale, che un tempo restava confinata più a sud, sta salendo progressivamente verso nord nel nostro emisfero. Una tendenza speculare, ma inversa, interessa anche l’emisfero australe, dove la stessa fascia si spinge verso sud. È un movimento lento ma costante, alimentato da stagioni calde che si prolungano ben oltre il calendario, e che porta con sé un ritmo meteorologico alterato, dove l’estate si dilata e le piogge si concentrano in eventi estremi e irregolari. Alla base di questo fenomeno c’è il comportamento dell’ITCZ, la Zona di Convergenza Intertropicale, che ogni anno si sposta seguendo la posizione del Sole. Durante l’estate, questo nastro invisibile risale verso nord, e con esso portano la loro influenza masse d’aria tropicali sempre più potenti, capaci di alterare radicalmente le dinamiche climatiche nel Mar Mediterraneo. L’impatto del Sahara e la scomparsa del filtro azzorriano Uno degli effetti più evidenti di questo mutamento è l’ingresso massiccio dell’aria sahariana nel cuore dell’Europa. Durante i mesi più caldi, l’intera area mediterranea, Italia compresa, è esposta a lingue d’aria torrida e secca, che risalgono dal Deserto del Sahara e impongono giornate infuocate, assenza di pioggia, e notte tropicali senza tregua. Un tempo, questo flusso era contenuto dall’anticiclone delle Azzorre, che rappresentava una sorta di filtro naturale, una barriera che proteggeva il continente dalle vampate africane. Oggi, invece, quell’anticiclone è più debole, meno presente, spesso sbilanciato verso l’Atlantico settentrionale. Così, l’alta pressione africana ha campo libero, e riesce a spingersi fino al Nord Italia, oltre le Alpi, toccando anche Svizzera, Austria e Germania. Estate 2003: l’evento che ha cambiato tutto Tra le tante estati che hanno segnato il passaggio verso questo nuovo equilibrio climatico, quella del 2003 resta l’emblema della svolta irreversibile. Un’estate che durò mesi, con temperature record, assenza prolungata di pioggia e una crisi idrica che ancora oggi viene ricordata come una delle peggiori del secolo. In molti paesi europei si registrarono decine di migliaia di decessi legati al caldo estremo, e la vegetazione mediterranea ne uscì devastata. Quell’anno segnò un prima e un dopo. Da allora, le estati sono diventate progressivamente più calde, più secche e più lunghe, e il ritmo delle stagioni ha cominciato a modificarsi. Le ondate di calore si sono spostate verso luglio e agosto, e spesso hanno continuato ad agire anche dopo Ferragosto, quando una volta si cominciava a respirare di nuovo. Uno sguardo al futuro: clima ibrido e nuove normalità Secondo le principali proiezioni climatiche – tra cui quelle di NOAA, Copernicus e del Met Office britannico – il riscaldamento globale continuerà a spingere il clima tropicale verso nord, consolidando una nuova fascia climatica ibrida tra Mediterraneo e Sahara. Questo significa che le estati italiane diventeranno sempre più simili a quelle nordafricane, mentre anche l’inverno vedrà un clima più secco, con precipitazioni concentrate in brevi ma intensi episodi. Nei prossimi decenni, potremo assistere a giornate di caldo estremo già a maggio, a temperature stabilmente sopra i 35°C per settimane, e a notte tropicali che si protraggono fino a settembre. Anche i momenti freschi che ancora oggi sorprendono tra fine maggio e inizio giugno non dovranno illudere: saranno pause brevi, che lasceranno il posto a una nuova estate africana, lunga, dura e senza tregua.

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