Agrigentino: un weekend al sapore di mare (e di primavera), tra Sciacca e la Valle dei templi
C’è un momento, verso la fine della primavera, in cui la Sicilia sembra trattenere il respiro. Il vento accarezza i mandorli fioriti, il mare si distende come seta liquida e la pietra dorata dei templi antichi si scalda sotto un sole che non brucia, ma accarezza. È il momento perfetto per scoprire l’anima più autentica L'articolo Agrigentino: un weekend al sapore di mare (e di primavera), tra Sciacca e la Valle dei templi sembra essere il primo su Dove Viaggi.

C’è un momento, verso la fine della primavera, in cui la Sicilia sembra trattenere il respiro. Il vento accarezza i mandorli fioriti, il mare si distende come seta liquida e la pietra dorata dei templi antichi si scalda sotto un sole che non brucia, ma accarezza. È il momento perfetto per scoprire l’anima più autentica e luminosa della Sicilia sudoccidentale. I dintorni di Agrigento, Capitale della Cultura 2025, si offrono al meglio, svelando la loro storia millenaria, una natura selvaggia e sapori intensi. Una meta ideale per un weekend che profuma già di estate.
Ecco sette tappe imperdibili per un weekend nell’Agrigentino, dove vivere esperienze capaci di raccontare la bellezza discreta e profonda di questo angolo di mondo.
Una cena al Verdura Resort: l’eleganza del gusto tra mare e ulivi
Affacciato sul mare tra Sciacca e Eraclea Minoa, Verdura Resort, perla firmata Rocco Forte Hotels, rappresenta una delle mete più esclusive della Sicilia. La novità di questa primavera è un regalo per chi ama l’alta cucina in luoghi che raccontano bellezza: i suoi otto ristoranti da questa stagione aprono le porte anche a chi non è ospite della struttura. Un’occasione per vivere un’esperienza gourmand nell’atmosfera unica di questo resort immerso tra aranceti e uliveti secolari.
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Il protagonista in cucina è Fulvio Pierangelini, chef visionario che ha fatto la storia della ristorazione italiana. Nei ristoranti del Verdura interpreta la Sicilia con un tocco raffinato, rispettando la materia prima con sacralità: profumi dell’orto, pane impastato a mano, pesce fresco.
Al ristorante Zagara, che prende il nome dal fiore d’agrumi, va in scena l’alta cucina, in una cornice ideale per una cena romantica, avvolti dal profumo dei limoni in fiore. Per un’esperienza più informale c’è Liolà, con tavoli vista mare e un menù che fa sorridere il cuore. Mentre per uno spuntino fuori orario L’Osteria resta aperta tutto il giorno, con proposte che spaziano dai crudi di mare alla pasta fresca. Al Verdura ci si può fermare anche solo per un drink al tramonto sulla terrazza del mixology bar Scirocco, con pareti decorate dall’artista Phyllis Claire Smith.
Se si desidera prolungare il benessere, la spettacolare Verdura Spa, una delle più premiate d’Europa, accoglie anche ospiti esterni. Trattamenti con pietra lavica, percorsi thalasso, bagni aromatici e massaggi ispirati alle essenze mediterranee diventano un rito di rigenerazione tra le piscine di questo tempio del benessere di 4.000 mq, circondato da palme, aranci e ulivi.
Non mancano le esperienze per chi desidera esplorare: percorsi in bicicletta tra le vigne, tour nei templi di Agrigento al tramonto, degustazioni private di oli e vini della tenuta. Al Verdura, ogni dettaglio è pensato per raccontare la Sicilia con grazia, senza ostentazione. Un invito a vivere la bellezza, anche solo per una sera.
Trekking a Capo Bianco, nel silenzio delle scogliere di luce
Spettacolare come la Scala dei Turchi ma decisamente meno conosciuto, Capo Bianco è uno di quei luoghi dove la natura sembra essersi messa in posa per l’eternità. La falesia bianca che si tuffa nel mare tra Eraclea Minoa e la foce del fiume Platani è un capolavoro geologico, ideale per una camminata che ritempra il corpo e lo spirito.
Dal promontorio, il candore di Capo Bianco si staglia maestoso contro l’azzurro del mare africano. Qui il trekking è un rito: un sentiero panoramico si snoda tra fichi d’India e ginestre, offrendo scorci da togliere il fiato. La luce riflessa sulle pareti calcaree cambia colore con il passare delle ore, accendendo il paesaggio di bagliori.
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Il percorso più suggestivo parte dall’antico sito archeologico, con il teatro greco scavato nella roccia, e si snoda lungo la scogliera calcarea, tra arbusti selvatici e pini marittimi. Il panorama si apre su un mare trasparente e silenzioso, dove spesso si avvistano gli aironi e, con un po’ di fortuna, anche i delfini. Il sentiero si chiude con una discesa sulla spiaggia dorata, perfetta per una sosta contemplativa o un picnic.
Per un pranzo rustico, si fa tappa al ristorante Lido Garibaldi, proprio sulla spiaggia, con piatti di pesce freschissimo e vista sulle falesie.
Il paradiso incontaminato della riserva di Torre Salsa
Tra Siculiana Marina e Montallegro, lungo un tratto di costa protetta, si scopre un mosaico di dune, calette solitarie e promontori dove la natura regna sovrana.
Gestita dal WWF, la riserva naturale di Torre Salsa è un tesoro nascosto di biodiversità. Un rifugio perfetto per chi cerca bellezza autentica. In primavera, la vita esplode: orchidee selvatiche, uccelli migratori, tartarughe marine. Il silenzio è quasi irreale, interrotto solo dal fruscio dell’erba e dal suono delle onde. Passeggiare qui è un ritorno all’essenziale, un’esperienza che rigenera corpo e spirito.
I percorsi escursionistici portano alla scoperta di ambienti diversi: dalle scogliere alle paludi salmastre, fino ai boschetti di lentisco. In primavera si possono incontrare testuggini, falchi pellegrini e persino i rari gruccioni. Oltre alle tartarughe caretta-caretta che ogni anno tornano a nidificare.
Gli ingressi principali sono quelli di Siculiana e Montallegro, da dove iniziare a camminare in silenzio, lasciando che il vento e il profumo di salsedine facciano il resto. Per un pranzo al sacco, ci sono le prelibatezze del panificio La Spiga d’Oro a Montallegro: pane di tumminia, olive, pecorino fresco e dolci alla mandorla.
La Girgenti di Pirandello, un labirinto dell’anima
Agrigento non è solo la Valle dei Templi. È anche la città che diede i natali a Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura e anima tormentata del Novecento.
Lo scrittore abitualmente introduceva all’interno dei propri romanzi riferimenti alla sua Girgenti. Come la Biblioteca Lucchesiana, aperta al pubblico nel 1765, che divenne lo spunto per la creazione del personaggio del bibliotecario de Il fu Mattia Pascal e lo studioso Vincente de Vincentis che passa la vita a decifrare manoscritti medievali (che la Lucchesiana conserva veramente) nel romanzo I vecchi e i giovani.
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Da qui ci si addentra tra le scalinate di Sant’Alfonso, nell’antica medina, passeggiando tra i vicoli e fermandosi di fronte al fascino decadente di luoghi come Palazzo Quartara, in piazza Plebis Rea, l’edificio infestato dagli spiriti che fa da sfondo alla novella La casa del Granella.
Tornando verso il centro, si fa sosta nel Giardino del Vescovo, indirizzo segreto all’interno del Museo Diocesano, scrigno di meraviglie presso il Palazzo Arcivescovile. Ci si siede in silenzio, all’ombra di nespoli, aranci e fichi secolari, i cui frutti sono a disposizione dei visitatori per essere colti e mangiati.
Infine, si fa una sosta al Caffè Concordia, nella via Atenea, per una granita alle mandorle con brioche: è uno dei caffè letterari più suggestivi della città, perfetto per leggere qualche pagina dei Sei personaggi in cerca d’autore.
I sapori della Valle dei Templi
Pranzare nella Valle dei Templi non è un’utopia. All’interno del parco archeologico, all’ombra del Tempio della Concordia, si nasconde Casa Barbadoro dove rifocillarsi con i meravigliosi frutti che maturano nella valle. Perché nella terra degli dèi, anche il cibo racconta storie millenarie.
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Dalla farina di carrubo ai capperi, dagli agrumi allo zafferano, il parco archeologico agrigentino ha avviato da tempo la produzione di eccellenze agroalimentari a km zero, coltivate all’interno del sito. È nato così Diodoros, progetto che unisce archeologia e agricoltura. Ulivi secolari, mandorleti e distese di fichi d’India vengono coltivati secondo metodi sostenibili in collaborazione con produttori locali, per valorizzare la biodiversità del territorio. Il nome viene dallo storico greco Diodoro Siculo e racchiude una filosofia: far convivere la tradizione agricola accanto alle vestigia doriche, rispettando la natura e la memoria.
Nel punto vendita all’interno del parco si possono assaggiare vini prodotti con le uve di vitigni autoctoni cresciuti ai piedi dei templi, oli extravergini dagli ulivi del parco, conserve di fichi d’India e mandorle, ma anche miele di timo e una profumata polvere di mandarini, introvabile altrove. Un’esperienza che lega paesaggio, gusto e cultura in un solo boccone.
Cantine e distillati, tra i vigneti sul mare
In questa terra baciata dal sole e dal vento, le colline sono costellate di vigneti che guardano il mare. In primavera, molte cantine aprono le porte con degustazioni all’aria aperta. Da non perdere le Cantine De Gregorio, dove scoprire vini minerali e intensi come la terra che li genera.
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Accanto al vino, in Sicilia il mondo dei distillati artigianali cresce con eleganza. Gin, amari, elisir alle erbe selvatiche esaltano il profumo intenso dei fiori che si sprigiona nell’aria al tramonto. Come il liquore ai fiori di agrumi Zahare, prodotto dalla Distilleria Punico, che riprende il nome arabo del fiore d’arancio, un condensato di aromi perfetto da portare a casa. O le marmellate al mandarino del piccolo laboratorio artigianale dell’azienda agricola Scyavuru, specializzata nel trasformare la frutta locale in squisiti souvenir.
Il segreto profumato dei dolci delle monache di Agrigento
Nel cuore di Agrigento, il Monastero Santo Spirito decorato dagli spumeggianti stucchi barocchi di Giacomo Serpotta, nasconde un dolce segreto. Qui le monache di clausura schiudono ai visitatori una finestrella protetta da inferriate per vendere delizie preparate con pazienza e devozione, seguendo le antiche ricette di pasticceria conventuale.
Una tradizione fatta di biscotti e conchiglie alle mandorle ricoperte di pasta di zucchero e farcite con pistacchi tritati, che si possono degustare sul posto o acquistare prenotando presso la portineria del convento. La specialità da non perdere è il cous cous dolce agrigentino, una delicata pietanza dalle origini antiche, profumata di mandorle e pistacchio. Un’esperienza mistica anche per il palato.
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