Suvereto e la Val di Cornia: cosa fare e cosa vedere tra mare, vigneti e siti archeologici
La Val di Cornia si presenta così, dal mare cristallino del Golfo di Baratti ai torrioni fortificati dell’antica Populonia, fino al vibrante borgo di Suvereto, dove una generazione nuova e volenterosa valorizza ciò che questo lembo di Toscana autentica sa offrire. Siamo in Alta Maremma, terra generosa in quanto a storia e natura. Il mare L'articolo Suvereto e la Val di Cornia: cosa fare e cosa vedere tra mare, vigneti e siti archeologici sembra essere il primo su Dove Viaggi.

La Val di Cornia si presenta così, dal mare cristallino del Golfo di Baratti ai torrioni fortificati dell’antica Populonia, fino al vibrante borgo di Suvereto, dove una generazione nuova e volenterosa valorizza ciò che questo lembo di Toscana autentica sa offrire.
Siamo in Alta Maremma, terra generosa in quanto a storia e natura. Il mare bagna questo tratto costiero da cui, in pochi minuti, si raggiungono dolci colline metallifere punteggiate da borghi medievali.
Cosa vedere a Suvereto
Suvereto prende il nome dai boschi che lo circondano, quelle sugherete alle quali i giovani artigiani hanno saputo dar lustro. Senza dubbio è uno dei borghi più affascinanti di questa zona: vivace, vissuto ma mai affollato.
Le antiche mura cingono un dedalo coerente di viuzze medievali su cui si affacciano palazzi in pietra, chiese e scorci da immortalare senza sosta.
Salendo e scendendo per le stradine lastricate si incontrano botteghe artigiane, come SuberBello, dove il sughero diventa una sorta di stoffa lavorata come se fosse pelle, per confezionare accessori come borse, pochette, monili.
Lungo la strada enoteche e osterie accompagnano dolcemente fino al Palazzo comunale, poi alla Rocca Aldobrandesca, un antico castello oggi parzialmente visibile.
Cosa vedere nei dintorni di Suvereto
Nel Parco Forestale di Poggio Neri, dopo una breve camminata in un rigoglioso bosco, si trovano le Terme di Sassetta.
La Cerreta, questo il nome dell’impianto termale che è anche azienda agricola, cantina ed accoglienza in cui praticare un sano digital detox (i telefoni non prendono: ci si goda la natura), è un microcosmo quasi magico.
L’acqua termale sgorga naturalmente da un bacino sotterraneo a una temperatura costante di 51°C, e alimenta le tre piscine -due all’aperto e una al chiuso – oltre al percorso benessere classico. Da non perdere, per massimizzare la piacevolezza della giornata: una degustazione di formaggi e vini dell’azienda.
Cosa vedere a Campiglia Marittima
Come Suvereto, anche Campiglia Marittima fa parte del circuito de I Borghi più belli d’Italia. Si affaccia sul mare, è costantemente in salita, tra volti e palazzi d’epoca. Anche qui, salendo i vicoli acciottolati si raggiunge la Rocca, dove visitare i resti del cassero, l’antica cisterna, una scenografica parete merlata con bifora, e perfino un acquedotto degli anni Trenta. Lo sguardo si perde all’orizzonte. Se il cielo è terso si spalancano davanti agli occhi tutto l’arcipelago toscano e la Corsica.
Il parco minerario di San Silvestro
Un’escursione in miniera, a bordo di un trenino che percorre l’intero Parco archeo-minerario di San Silvestro, a pochi minuti dal centro di Campiglia. Si estende per 450 ettari di natura protetta che custodiscono oltre duemila anni di storia legata all’estrazione dei metalli.
Suggestiva la visita guidata nelle viscere della terra ricca di rame, piombo e argento, che hanno alimentato per secoli l’economia sin dai tempi degli Etruschi, fino al 1976, anno in cui l’attività estrattiva si interruppe.
Si indossa il caschetto, e con una guida si scende nelle gallerie della Miniera del Temperino. Il percorso è affascinante, le pareti ancora intatte, incastonate di minerali hanno colori sorprendenti. Una visita al Museo dell’Archeologia e dei Minerali, percorso scientifico e sensoriale della geologia di questo sottosuolo, e si ritorna al mare.
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Le terme di Venturina
A Venturina, nel comune di Campiglia Marittima, le Calidario Terme Etrusche sorgono attorno a una storica sorgente naturale. Ci si immerge in un lago millenario, le cui acque sono ricche di calcio, magnesio e solfati. Fa parte del percorso benessere etrusco, il Thermarium, che si può fare in questa struttura che ospita anche un boutique hotel, ricavato in antichi casolari in stile toscano, e un ristorante con terrazza.
Cosa vedere a Populonia
Sul golfo di Baratti si affaccia il terzo borgo della Val di Cornia: Populonia. Il panorama che si gode da quassù, tra mura possenti che svettano tra cielo e mare, è unico. Rappresenta la principale città etrusca costruita sulla costa, a strapiombo come un castello ciclopico dove la storia è scolpita sulle pietre.
Golfo di Baratti: i Caraibi della Toscana
Lo chiamano così: “I Caraibi della Toscana”, il Golfo di Baratti. Sarà per le acque limpide, i riflessi turchesi, la sabbia fine e luccicante, ma questa baia incastonata tra Follonica e Punta Ala, che guarda all’Elba, è un tratto di costa selvaggia di rara bellezza.
Le pinete ombreggiano i visitatori durante le ore più calde, mentre le necropoli etrusche del Parco Archeologico di Baratti e Populonia sono letteralmente a due passi.
Cosa fare in Val di Cornia
Trekking tra le vigne
Un’altra ricchezza che muove questo territorio è il vino. Una passeggiata tra i filari, in piano e senza difficoltà, porterà a scoprire le cantine del territorio: Gualdo del Re, che è anche country relais con appartamenti ricavati in casolari in pietra e piscina, dove assaggiare un calice di Cabraia, un Supertuscan da Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, o l’omonimo Sangiovese in purezza.
Da Terradonnà, 70 anni all’attivo a Suvereto, invece, si prova una nuova etichetta, Kalsi, un Vermentino profumato che ritempra nelle giornate assolate.
Ed è la volta di Tua Rita, dove i rossi corposi come il Merlot Igt Redigaffi o il Toscana Syrah Igt, il vino preferito dal fondatore della cantina, Virgilio, per questo chiamato “Per Sempre”.
E poi ancora una piccola scoperta, al Bruscello che qui tutti conoscono come “Cantina Togliatti” perché nel 1949 Palmiro Togliatti e Nilde Iotti vennero ospitati nel casale (una foto scattata da un contadino dalle vigne testimonia l’incontro), a sorseggiare un calice di Vermentino o di Cipressino, un’ansonica toscana super aromatica.
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«Sempre più viaggiatori cercano esperienze autentiche e personalizzate sfuggendo dai luoghi più noti, dalle mete più conosciute. La Val di Cornia, con Suvereto e i suoi vini, sono un invito a scoprire un’altra Toscana, attraverso i suoi sapori, tradizioni e paesaggi», racconta Daniele Petricci, presidente del Consorzio Suvereto e Val di Cornia.
Petricci è anche il proprietario dell’omonima cantina, in cui assaggiare un calice di Liseo, spumante dosaggio zero, o Stillo, un Aleatico passito che conquista al primo sorso.
«Il viaggio qui, unisce piacere, conoscenza e contatto diretto con il territorio e con chi il vino lo produce».
Il Sentiero del Montepeloso
E allora si prosegue il cammino -a piedi, in bici, a cavallo- e i filari ordinati lasciano la rotta al bosco di castagni, querce e sughere. Si intraprende il Sentiero del Montepeloso – il numero 10 del Suvereto Trekking- che arriva a località Forni.
Prima, però, ci si ferma alla Bulichella, altra cantina virtuosa vocata al biologico: 17 ettari di vigneti, 10 di oliveti , un laghetto , un orto con frutteto, una parte dedicata all’agriturismo e una piccola parte boschiva.
Il giro, piacevole e adatto a tutti, termina con un pic nic in vigna. Alla Tenuta Casadei, infatti, dopo la visita in cantina (merita la sala di affinamento in anfore di terracotta) si ritirano zaino e coperta, e si apparecchia: salumi, formaggi, pane di grani antichi e sott’oli a chilometro zero, annaffiati da Cabernet Franc e Moscato Igt, compongono il déjeuner,
Cosa mangiare in Val di Cornia
Anche in campo gastronomico si ringraziano gli Etruschi. La tradizione culinaria della Val di Cornia affonda le sue radici in quell’epoca storica.
Si alternano il pesce e le carni, in particolare la selvaggina: da gustare l’immancabile zuppa corsa, una sorta di caciucco italo francese, servito con pane croccante, emmenthal e una salsa di maionese e harissa. Il Cacini, è l’istituzione della cucina di mare a Suvereto. Il menù non esiste: “Da noi i fornitori sono due: il mare e l’orto. A seconda di quello che donano, decidiamo i piatti della giornata.”
Goderecci, poi, sono i tortelli maremmani, ripieni di formaggio e/o erbette conditi con ragù contadino classico o ancor più sontuoso, di cinghiale. Simbolo quest’ultimo, della tavola di Suvereto, che ogni anno lo celebra con una vivace sagra.
Nei menù delle osterie del borgo si trova in diverse versioni e cotture: dalla più classica, alla suveretana con pomodoro, olive e polenta servito alla Locanda delle stelle, ma anche come hamburger o sugo per le fettuccine all’uovo.
Il più originale? Il cinghiale con confettura di pere al vino rosso, pecorino toscano e mandorle de l’ Ciocio, ristorante con bottega e stella verde Michelin, accanto al palazzo comunale nel borgo medievale di Suvereto, dove provare anche i piatti a base di carciofo violetto, fritto o farcito con fonduta di pecorino alla clorofilla. Ciò che arriva nel piatto, rispecchia in pieno la posizione privilegiata di questa terra, tra colline e mare.
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