Festival di Sanremo, arriva la decisione della Rai
Il Festival di Sanremo potrebbe cambiare per sempre, segnando una svolta epocale che solcherebbe la linea del prima e del dopo. Ma la Rai non ci sta

E’ un momento cruciale per il Festival di Sanremo che si trova al punto di una svolta epocale della sua storia. La celebre kermesse musicale italiana, famosa in tutto il mondo è infatti al centro di una disputa legale, frutto di un ricorso al Tar che ha scosso le sue fondamenta. La manifestazione quest’anno è arrivata alla sua settantacinquesima edizione. E per tutti i settantacinque anni della sua esistenza, è stata trasmessa sulla Rai.
A dare il là a quello che potrebbe diventare l’inizio di un grande cambiamento, è stata la società privata, JE di Sergio Cerruti, che ricorrendo al Tribunale Amministrativo Regionale ligure, ha sostenuto che il Comune di Sanremo non può affidare direttamente alla Rai l’organizzazione del Festival, senza prima fare una gara pubblica come richiede la legge quando si tratta di usare soldi o beni pubblici (in questo caso il marchio “Festival di Sanremo“).
Una mossa che ha acceso i riflettori sulla legalità dell’assegnazione del Festival, dettaglio fino a l’anno scorso pressoché rimasto nell’ombra. Il TAR gli ha dato ragione, e ora si aspetta il verdetto finale del Consiglio di Stato. Intanto la Rai, per sicurezza, ha preso la sua decisione.
Meglio non correre rischi in attesa della sentenza
Il TAR ha dato ragione a Sergio Cerruti affermando che il Comune di Sanremo ha sbagliato ad affidare automaticamente il Festival alla Rai; Nonostante sia ormai una tradizione che supera il mezzo secolo. Se per il 2025 non si è potuto provvedere, per mancanza di tempo, ma dal 2026 in poi , l’organizzazione del Festival dovrà essere messa a gara: cioè chiunque sia interessato potrà presentare un progetto e “competere” per ottenerne la gestione.
Cosa fa adesso la Rai? La Rai ha ben poco da fare. Anche se non è d’accordo con questa decisione, per non rischiare di “restare fuori dai giochi” ha deciso di partecipare comunque al bando (e quindi alla gara pubblica) indetto dal Comune di Sanremo. L’azienda spera che il Consiglio di Stato (che può annullare la decisione del TAR) le dia ragione il 22 maggio, ma doveva intanto presentare la domanda entro il 19 maggio per non correre rischi. Se comunque dovesse perdere, dal 2026 potremmo vedere un Sanremo molto diverso: potrebbe essere un altro soggetto (come Cerruti o altri) a occuparsene. Forse anche su un’altra rete. Uno scenario plausibile innanzitutto se il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar.
Intanto Sergio Cerruti, produttore musicale e presidente dell’Associazione Fonografici Italiani, a Il Giornale ha riferito che vuole partecipare alla gara per organizzare il Festival, magari insieme ad altri gruppi televisivi o produttivi (come Warner Bros Discovery). Ha inoltre sottolineato che non è contro la Rai, ma sostiene che il Comune debba rispettare le regole e non assegnare in automatico l’organizzazione:
“Secondo me da una gara d’appalto regolare (che potrebbe essere vinta anche da Rai) potrebbe discendere una situazione più normale e corretta, anche in tutti i rami che ne discendono, dalla pubblicità ai parcheggi, fino al giusto compenso per i cantanti in gara: con quello che ricevono non riescono neppure a coprire le spese di soggiorno a Sanremo. E soprattutto sul palco dovrebbero arrivare un numero maggiore di talenti indipendenti che non fanno parte della scuderie delle grandi major.” Le sue parole.