Iata: ritardi nelle consegne, in lista d’attesa 17mila velivoli
Airbus e Boeing sempre più in forte affanno per la consegna degli aeromobili ed è allarme rosso per le compagnie aeree. Secondo la Iata, il tempo medio di attesa per le consegne è salito a cinque anni e mezzo nel 2024, rispetto alla media di 2 anni nell’ultimo periodo pre-pandemia. A conti fatti – come riportato da Bloomberg.com – la lista d’attesa relativa alla consegna degli ordini conta circa 17mila aerei, con picchi di ritardi per la consegna che arrivano anche a 10 anni. Continue reading Iata: ritardi nelle consegne, in lista d’attesa 17mila velivoli at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Airbus e Boeing sempre più in forte affanno per la consegna degli aeromobili ed è allarme rosso per le compagnie aeree. Secondo la Iata, il tempo medio di attesa per le consegne è salito a cinque anni e mezzo nel 2024, rispetto alla media di 2 anni nell’ultimo periodo pre-pandemia.
A conti fatti – come riportato da Bloomberg.com – la lista d’attesa relativa alla consegna degli ordini conta circa 17mila aerei, con picchi di ritardi per la consegna che arrivano anche a 10 anni. Di conseguenza tutte le compagnie aeree sono state costrette a rivedere i loro piani operativi. come confermato da Nick Careen, vice presidente dell’associazione che rappresenta oltre 300 aerolinee: «Nessun vettore al mondo può pianificare oggi un ordine che potrebbe ricevere nel 2035 circa e il problema non riguarda soltanto i velivoli ma anche i motori e la componentistica».
E se a questa situazione si aggiungono le instabilità geo-politiche e le incertezze legate al rischio di recessione, gli analisti hanno già rivisto al ribasso le previsioni di crescita per la stagione estiva 2025 che – secondo la società di ricerche Cirium – segna un can a doppia cifra della domanda aerea sui voli transatlantici, soprattutto dal Nord America verso l’Europa da giugno ad agosto, con prenotazioni in calo del 12%.
Ma nonostante questi segnali negativi, la Iata prevede che i profitti dell’industria dell’aviazione registreranno un incremento del 5% toccando i 36,6 miliardi di dollari (32,4 miliardi di euro) soprattutto grazie alla buona tenuta dell’Asia-Pacifico, alla crescita in Medio Oriente e alla riduzione dei costi del carburante.