Intervista ad Anastasio: “Non è un disco per intellettuali, ma parla di cose serie”

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Apr 11, 2025 - 15:21
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Intervista ad Anastasio: “Non è un disco per intellettuali, ma parla di cose serie”

Con il nuovo album Le macchine non possono pregare, Anastasio torna sulla scena con un progetto audace, profondo e decisamente fuori dagli schemi.

Le Macchine Non Possono Pregare”, che contiene 12 brani inediti, è disponibile in diversi formati: in versione LP Nero (disponibile in tutti gli store), LP Nero Edizione Autografata (disponibile in Esclusiva su Amazon), LP Azzurro Edizione Numerata e Autografata (in Esclusiva sullo shop Universal), CD Nero (in tutti gli store), CD Autografato (in Esclusiva su Amazon) e in edizione limitata sul sito di Discoteca Laziale in versione Bundle contenente LP arancione in edizione numerata, la graphic novel “Le Macchine Non Possono Pregare” edita da Edizioni BD che porta su carta i temi del nuovo album di Anastasio accompagnati dai disegni di Arturo Lauria, il ciondolo Cyber-Mosca con tag NFC per accedere a contenuti esclusivi. Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.

“Le Macchine Non Possono Pregare” non è però solo un disco ma fa parte di un progetto più ampio che comprende anche un fumetto, o come ha raccontato Anastasio stesso annunciandolo sui social “una graphic novel pubblicata da Edizioni BD” che sarà disponibile dal 9 maggio in libreria, fumetteria e in tutti gli store online.

A cinque anni dal precedente disco, il rapper e cantautore campano rompe il silenzio con un lavoro concepito come un’opera rap, una narrazione continua che intreccia musica, filosofia, immagini e introspezione. Ne abbiamo parlato con lui in questa intervista, tra visioni artistiche, ispirazioni e libertà creativa.

Intervista ad Anastasio: “Non è un disco per intellettuali, ma parla di cose serie”

Il titolo del tuo nuovo album è potente e simbolico. Cosa rappresenta nel tuo percorso?
Questo disco per me è un punto d’arrivo e, quindi, anche un punto di inizio. È sempre stata la mia massima ambizione: realizzare un’opera rap, un album che fosse una storia raccontata in capitoli. Ogni traccia è parte di un corpo unico, connessa alle altre. Non è una playlist, non è uno sproloquio filosofico, ma nemmeno un disco per intellettuali. È un disco alla portata di tutti, che però si permette il lusso di parlare di cose intense.

Hai dato grande importanza all’ordine delle tracce. Perché oggi questa scelta così “controtempo”?
Perché ogni canzone ha una funzione precisa all’interno della narrazione. A differenza del mio disco del 2020, dove il concetto era più sfumato, qui tutto è organico. È un vero concept album con una continuità forte, ispirato ai lavori che ascoltavo da ragazzino, quando la musica per me era apprendimento e scoperta.

Hai detto di averci lavorato per cinque anni. Com’è stato questo processo così lungo e personale?
È stato un percorso di crescita. Alcuni brani sono stati scritti anni fa, altri sono stati modificati strada facendo, man mano che cambiavo io. Ma tutto era funzionale alla stessa visione. È un album che chiede ascolti ripetuti. Non va digerito in una sola volta, ma scoperto lentamente.

Hai delle ispirazioni particolari che ti hanno guidato?
Assolutamente. “Storia di un impiegato” di De André è un faro: un protagonista, una narrazione, un messaggio filosofico e sociale. Poi i Pink Floyd, in particolare The Wall, ma anche Caparezza, soprattutto Le dimensioni del mio caos, che so ancora a memoria. Anche se il mio disco non ha l’ironia di Caparezza, è comunque denso di tematiche personali.

Anastasio Le Macchine Non Possono Pregare

Il tuo progetto comprende anche una graphic novel. Come mai questa scelta?
Perché la storia che ho raccontato meritava un’immagine. La graphic novel mi ha dato la possibilità di aggiungere contenuti, di rappresentare visivamente quello che magari in una canzone non si riesce a dire. Il disco è la colonna sonora della graphic novel e viceversa: sono sinergici.

La tua scrittura per immagini è da sempre uno dei tuoi tratti distintivi. È cambiato qualcosa nel tuo approccio all’immagine?
No, credo sia rimasto tutto coerente. Il potere evocativo delle parole è ciò che mi affascina di più. Mi dicono spesso che la mia musica si vede, e per me è una grande soddisfazione. L’immaginazione è un dono che abbiamo tutti: va solo stimolata.

Ti sei sempre mosso tra rap, cantautorato e poesia. Ti pesa l’etichettamento?
Non mi pesa, ma mi infastidisce. So che un’etichetta aiuterebbe a collocarmi meglio anche a livello commerciale, ma non riesco a darne una. E non voglio farlo. Preferisco essere libero.

Hai costruito questo progetto in totale indipendenza, giusto?
Sì. Ho messo i miei soldi e l’ho autoprodotto. Solo dopo ho trovato una squadra che ha creduto nel progetto: Woodworm, il managment, l’editore del fumetto, l’agenzia dei live. È stato tutto costruito dopo, e questo mi ha garantito una libertà totale.

Cosa pensi sarebbe successo se non ci fosse stata la pandemia?
Probabilmente nulla di diverso. Anzi, la pandemia forse mi ha aiutato. Mi ha dato tempo per fermarmi, scrollarmi di dosso pressioni inutili e chiarire cosa volevo davvero: fare un’opera rap. E oggi posso dire di avercela fatta.

Presto partirai per un instore tour. Cosa speri che il pubblico colga da questo disco?
Non lo so. Vorrei solo che la gente avesse voglia di riascoltarlo. È un disco che svela poco alla volta, che incuriosisce con ciò che non si capisce subito. Se qualcuno si affascina a ciò che gli sfugge, allora ho vinto.

Ad aprile 2025, cosa ti rende più orgoglioso della tua musica?
Penso di essere un ottimo storyteller. E credo di essere originale nel modo in cui racconto. Il brano che più mi rappresenta? Le macchine non possono pregare. Se lo ascoltassi per caso, mi esalterei. E spero succeda anche a chi lo scopre oggi.

A partire da questa sera a Torino (alle ore 18:00 al Capodoglio Murazzi) prenderà il via l’instore tour che porterà Anastasio in giro per l’Italia per presentare il disco e suonare dal vivo alcuni brani.

 Questi i prossimi appuntamenti: 12 aprile Bergamo (Nxt Station, ore 17:00), 13 aprile Bologna (Locomotiv Club, ore 12:00), 13 aprile Perugia (Casa Roghers, ore 19:00), 14 aprile Cesena (Spazio Marte ore 17:00), 14 aprile Arezzo (Malpighi Hub, ore 21:00), 15 aprile Roma (Discoteca Laziale ore 18:00) e 16 aprile Padova (Amsterdam, ore 21:00).

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