“Guarda dove cammini”. Dario Sorgato racconta i trekking di ciechi e ipovedenti
Il nuovo libro del fondatore dell’associazione Noisy Vision (“Visione rumorosa”) racconta la straordinaria esperienza di chi percorre i sentieri nonostante gravi problemi all’udito o alla vista. Una lettura per tutti, che insegna ed emoziona L'articolo “Guarda dove cammini”. Dario Sorgato racconta i trekking di ciechi e ipovedenti proviene da Montagna.TV.

Quando andiamo su un sentiero, su un pendio di neve o in parete utilizziamo l’equilibrio, la tecnica di progressione, la forza. E ci serviamo moltissimo della vista. Gli occhi ci dicono dove poggiare i piedi camminando, e ci fanno vedere gli appigli per le mani.
Gli occhi ci permettono di vedere un valico da scavalcare, un diedro o una fessura da seguire, un crepaccio o un seracco da evitare. Poi c’è il panorama, elemento fondamentale delle escursioni e delle soste sulle cime. Vediamo vette, boschi, orizzonti, laghi, animali, ghiacciai. Vediamo.
Da qualche tempo, però, camminare è diventata un’esperienza possibile (e bella!) anche per chi ci vede poco o nulla. Dario Sorgato, 47 anni, veneto di Piove di Sacco, ipovedente e ipoudente fin dall’adolescenza, è diventato da anni il profeta di questo modo inclusivo di avvicinarsi ai sentieri.
Con la onlus Noisy Vision, letteralmente “Visione rumorosa”, ha portato a camminare in Italia e nel mondo (Toscana, Abruzzo e Puglia, e poi Nepal, Portogallo e Marocco) decine di amici e di amiche che attraversano la vita in condizioni simili alle sue. In Guarda dove cammini (Ediciclo, 228 pagine, 18 euro) Dario racconta la sua esperienza, e consente a chi non soffre dei suoi problemi di avvicinarsi alle difficoltà di ipovedenti e ipoudenti.
Il libro, costruito come un’autobiografia, inizia con la dolorosa scoperta, da parte dell’autore, che la sua vista e il suo udito si stanno rapidamente indebolendo. “Quando avevo solo due anni mi hanno diagnosticato un’ipoacusia bilaterale” si legge nel racconto di Dario.
“Sia alle scuole elementari sia alle medie mi sono dovuto confrontare con quegli apparecchi color pelle che mi dovevo mettere dietro le orecchie” prosegue. “Durante l’adolescenza, mentre cercavo di accettare la mia condizione di ipoacusia, ho cominciato ad avvertire delle difficoltà visive”. A 17 anni, con tutta la vita davanti, arriva un’altra diagnosi impietosa. Retinite pigmentosa.
Seguono cure e operazioni inutili o quasi, e poi “strategie per non essere scoperto, fingendomi scemo o ubriaco”. A volte Dario arriva a pensare al suicidio. Invece arrivano una laurea con lode, e poi due viaggi lunghi e di straordinaria importanza, prima in Australia e poi su un battello che naviga dal Sudafrica verso il Brasile, la Giamaica e Cuba. Dopo il ritorno in Europa arrivano il trasferimento a Berlino, l’apertura del blog Noisy Vision, i cammini.
All’esperienza sulla Via degli Dei, da Bologna a Firenze, seguono le Foreste Casentinesi e altre esperienze in Toscana, poi la Rota Vicentina in Portogallo e il trek del campo-base dell’Everest in Nepal. L’incontro con Luca Gianotti, fondatore della Compagnia dei Cammini e ideatore di molti itinerari a piedi, arriva tra il 2021 e il 2022, prima nel Salento, in Puglia, e poi sul Cammino dei Briganti tra Lazio e Abruzzo. La Compagnia dei Cammini e Noisy Vision iniziano a collaborare.
“La Val d’Orcia è una meraviglia per gli occhi. Intorno a chi cammina si alternano campi e boschi, qua e là compaiono torri e borghi, la piramide del Monte Amiata domina il sentiero. Nel gruppo con cui sto camminando ci sono una ragazza cieca dalla nascita, e un cinquantenne che ha perso la vista da vent’anni, ma ricorda cos’è un paesaggio. Spiegare cosa si vede è difficile, ed è un esercizio profondamente poetico” mi ha raccontato Dario Sorgato tempo fa, al telefono dalla Via Francigena.
“Non vedenti e ipovedenti vogliono che gli racconti quel che vedi, sul Cammino dei Briganti una ragazza continuava a chiedermi l’altezza degli alberi che incontravamo. Bisogna imparare a raccontare, un trek come questo è un’esperienza che ti coinvolge molto dal punto di vista emotivo” mi ha detto Luca Gianotti dopo aver accompagnato Dario e i suoi amici.
Guarda dove cammini, nonostante l’argomento difficile, è un libro che si legge con piacere. Dopo i racconti scritti lungo i sentieri, e le riflessioni su come si può (e si deve) affrontare il problema arriva un capitolo sull’importanza del giallo. Il colore che gli ipovedenti riescono a distinguere meglio, e che consente a loro di muoversi e – se indossato con una giacca a vento o una maglia – agli automobilisti e altri utenti della strada di rispettarli.
Alla fine del libro, un lungo (40 pagine!) ed esauriente manuale insegna agli “altri”, e soprattutto agli accompagnatori di media montagna e alle guide ambientali escursionistiche, come camminare insieme a chi non vede e/o non sente, o a chi riesce a farlo, ma molto meno di noi. Si inizia con consigli sulla scelta degli itinerari e sulle tecniche per accompagnare questi amici speciali. Seguono suggerimenti sulla scelta delle strutture ricettive, sulla logistica e, infine, sulla sicurezza durante le giornate in cammino.
“Consiglio sempre ai vedenti i cammini inclusivi, sono esperienze molto arricchenti. Devi imparare a raccontare quello che vedi, capendo cosa interessa all’altro” scrive Luca Gianotti nella prefazione. “L’esperienza di questi anni mi ha convinto che non ci sono limiti per i non vedenti. Dario ha fatto una cosa grande con Noisy Vision”. Il libro è un nuovo passo in avanti in questa coscienza. Buon cammino.
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