Yellowjackets 3×10 – La recensione del finale della terza stagione
ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Yellowjackets 3×10 e sui precedenti episodi della serie tv Un’altra caccia si è conclusa. E un’altra stagione è giunta a compimento. Yellowjackets 3X10 porta a termine il terzo capitolo della serie tv di Showtime (disponibile interamente su Paramount+) e ci regala un finale nella media. Non particolarmente sconvolgente, ma emblematico… Leggi di più »Yellowjackets 3×10 – La recensione del finale della terza stagione The post Yellowjackets 3×10 – La recensione del finale della terza stagione appeared first on Hall of Series.

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Yellowjackets 3×10 e sui precedenti episodi della serie tv
Un’altra caccia si è conclusa. E un’altra stagione è giunta a compimento. Yellowjackets 3X10 porta a termine il terzo capitolo della serie tv di Showtime (disponibile interamente su Paramount+) e ci regala un finale nella media. Non particolarmente sconvolgente, ma emblematico e soprattutto soddisfacente nei suoi ultimissimi istanti. Quella voce dall’altro capo del telefono che risponde ai richiami disperati di Natalie è dolce e confortante. L’incubo, forse, sta per finire per le giovani, che come detto nella scorsa recensione difficilmente possono affrontare un altro lungo inverno. Ad ogni modo, sembra arrivato il momento che la trama del passato si voglia verso la sua risoluzione.
Questa terza stagione si chiude, quindi, con un cliffhanger che fa ben sperare per il futuro. Relativamente al presente, invece, è il delirio di Shauna a prendersi la scena. In tutte le linee temporali. La sua parabola si è fatta particolarmente oscura nell’incedere degli episodi. Yellowjackets 3X10 è solo un appendice di un percorso che si era compiuto qualche episodio fa e che rappresenta probabilmente l’evoluzione più interessante dell’intera serie tv. Shauna ha compiuto una discesa nella crudeltà più pura. Ha scarnificato la sua coscienza arrivando a sfoggiare i suoi più cinici istinti. E proprio dalla sua parabola vogliamo partire nel raccontare un episodio che si fa specchio dell’intera stagione.
Yellowjackets 3X10 incorona l’oscura regina Shauna
Non è qui che Shauna compie la sua oscura rivelazione. Ma è qui che riceve la corona. Yellowjackets 3X10 si sofferma molto sul personaggio che più di tutti si è preso le luci della ribalta di questa stagione. La trama corale in questo nuovo ciclo di episodio ha lasciato progressivamente spazio a un assolo, andando a sfruttare tutte le potenzialità di un personaggio davvero incredibile. Quello operato su Shauna sembra un minuzioso lavoro di riduzione. Ogni filtro personale e sociale è stato man mano rimosso da una personalità che ha potuto sfoggiare la sua essenza primigenia, fatta di istinti crudeli e dominanti.
Shauna si è presa il potere nella trama del passato. Ha imposto la sua dittatura di sangue. E proprio in Yellowjackets 3X10 si è fatta incoronare regina, sfoggiando fieramente le effigi dei nemici vinti (i capelli di Mari). È impossibile celare l’antipatia che l’evoluzione di Shauna ha suscitato di settimana in settimana. Ma è proprio la profondità di questo sentimento a restituirci la qualità del lavoro compiuto. Sarebbe stato impossibile arrivare a percepire una repulsione così forte se il personaggio in questione non fosse stato delineato alla perfezione. Un plauso, enorme, alla scrittura di Yellowjackets, capace di regalarci una protagonista incredibile. E un plauso, naturalmente, all’interpretazione di entrambe le Shauna.
Tale madre, tale figlia?
Rimaniamo in famiglia. Da Shauna passiamo a Callie, al centro dell’ultima grande mistero di questa stagione. Yellowjackets 3X10 svela finalmente il mistero dietro la morte di Lottie, con una rivelazione in realtà abbastanza deludente. La caratterizzazione di Callie era cominciata bene a inizio stagione (l’avevamo sottolineata proprio nella primissima recensione), poi però si è fermata e la ragazza è tornata in secondo piano. Oscurata soprattutto dal delirio di sua madre.
Ne consegue che l’omicidio di Lottie (quella spinta ci è sembrata molto poco un incidente) finisca per caratterizzare più Shauna che la stessa Callie. Fissa sullo sfondo, la ragazza rimane inevitabilmente uno specchio della madre. Della sua incapacità di provare amore genitoriale. E proprio su Shauna ricadono anche le colpe della figlia. È un peccato che la caratterizzazione di Callie non sia andata avanti nel modo sperato, pure perché così ha perso enfasi anche il commiato di Lottie. La scena in cui la definisce la figlia dei boschi avrebbe potuto avere tutt’altra carica se Callie fosse riuscita a ritagliarsi un ruolo più importante. Così non è stato e pure questo elemento aleggia così sospeso nell’etere e sfugge via.
Il personaggio di Callie e il suo rapporto con Shauna possedevano delle potenzialità che non sono state sfruttate a pieno in questa stagione. La confusione che ha segnato gran parte della trama del presente ha finito per inficiare anche su questa rivelazione finale, facendole perdere potenza. Qui possiamo rintracciare il grande (forse unico, ma importante) scivolone di questo nuovo ciclo di episodi. Non c’è stato mai equilibrio tra le due trame. Lo abbiamo sottolineato più volte e questo finale di stagione non ha fatto altro che confermare questa disparità davvero troppo evidente.
Una stagione riuscita a metà
Anche Yellowjackets 3X10 ci regala tante emozioni nel passato, ma poche nel presente. Questo trend sembrava essersi invertito nelle ultime due puntate, con la trama attuale che finalmente teneva il passo di quella nei boschi. L’epilogo che abbiamo visto, però, ci riporta alla situazione affermatasi per gran parte della stagione. La narrazione nel passato è tesa, adrenalina, piena di ritmo. Quella nel presente è scarica, affidata alle fiammate dei singoli e non retta dalle questioni che, pur se interessanti, si risolvono puntualmente in un nulla di fatto.
La morte di Lottie, così come la rivelazione della stalker di Shauna, arrivano senza dare grandi sussulti. Molto meglio tutta la sequenza della caccia, con quel finale da brividi. La beffa ai danni della nuova regina. Le urla disperate di Natalie. E quella voce dall’altro capo di un telefono che chiude la stagione. Yellowjackets 3X10 conferma tutto ciò che ci siamo detti in queste settimane: la serie tv di Showtime è riuscita a metà. La fortuna è che l’alto livello della parte felice della narrazione assorbe le difficoltà di quella zoppicante.
Yellowjackets 3X10 tra passato, presente e futuro
Il finale di stagione è sempre il momento ideale per stendere un bilancio generale. Della puntata abbiamo parlato. L’episodio in sé è in linea con gli altri. Ne abbiamo visti di migliori e di peggiori in questo capitolo. La nota principale è ovviamente il finale e il punto di forza è la lunga caccia ai danni di Mari. Per ciò che riguarda la trama del presente, invece, a tenere banco è l’alleanza tra Misty e Taissa contro Shauna, ma bisognerà capire che piega prenderà questa situazione. Dati i problemi di cui abbiamo parlato, questi sviluppi relativi alla vita adulta delle protagoniste coinvolgono di meno.
Yellowjackets 3X10 conclude la narrazione in un punto di stallo, dunque. Un po’ come successo nei precedenti capitoli. Possiamo valutare, dunque, la stagione nella sua compiutezza, e al netto dello squilibrio più volte sottolineato (ma sempre da tenere a mente) ci sono due valutazioni da dare. Questo terzo capitolo di Yellowjackets ci è sembrato globalmente meglio del secondo, grazie anche al ritorno di alcune atmosfere un po’ più horror che nella seconda stagione si erano perse. Siamo lontani, però, dai fasti del primissimo ciclo di episodi. La serie tv di Showtime, dunque, si risolleva da qualche difficoltà incontrata in precedenza, ma si assesta su un livello che è inferiore a quello atteso dopo il suo folgorante inizio.
Sicuramente questa terza stagione dà una sua dimensione a Yellowjackets. Non è quel fenomeno che s’intravedeva dopo il primo capitolo, ma non è neanche una serie tv in discesa. È un racconto solido, con delle sue difficoltà ma anche dei punti di forza evidenti. Un ottimo lavoro di scrittura sui personaggi. Alcune interpretazioni di altissimo livello (su tutti la solita, clamorosa, Melanie Lynskey, di cui non ci stancheremo mai di elogiare il talento e di cui potete leggere qui alcune curiosità). Un immaginario sempre più d’impatto. Tutto ciò rende Yellowjackets una serie tv estremamente godibile e fa soprassedere ad alcune debolezze che, per quanto evidenti, non intaccano troppo il giudizio complessivo.
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