1850-2025, le guide di Courmayeur compiono 175 anni
La Società delle Guide del versante italiano del Monte Bianco è nata nel 1850, ed è la seconda per età delle Alpi. I festeggiamenti per i suoi 175 anni iniziano il sabato di Pasqua alle 16.45 con una sfilata per le vie di Courmayeur, e proseguiranno in estate L'articolo 1850-2025, le guide di Courmayeur compiono 175 anni proviene da Montagna.TV.






Nelle storie dell’alpinismo sul Monte Bianco, il 31 luglio del 1855 viene citato di rado. Quel giorno, però, sette uomini di Courmayeur compiono un’impresa che cambia la storia del massiccio. Si chiamano Gratien Bareux, Alexis Clusaz, Alexandre Fenoillet, J.M. Perrod e Alexis Proment. Due di loro hanno lo stesso nome, J.M. Chabod, ma vengono distinti dagli amici con i soprannomi Turin e Turisa.
I sette montanari, un passo e un gradino tagliato con la piccozza dopo l’altro, esplorano un itinerario di lunghezza himalayana. Da Entrèves salgono al Colle del Gigante, traversano la Vallée Blanche, toccano il Col du Midi, poi salgono verso il Mont Blanc du Tacul e il Mont Maudit. Sul Colle della Brenva, raggiungono le due storiche vie (l’Ancien Passage e il Corridor) già tracciate sul versante di Chamonix.
E qui fanno dietrofront, perché la loro non è un’ascensione ma un sopralluogo senza un cliente. La salita ufficiale arriva otto anni dopo, nel 1863, quando altre tre guide, Julien Grange, Adolphe Orset e Jean-Marie Perrod, accompagnano fino in vetta l’inglese R.W. Head. In quell’anno, le guide inaugurano sul Col du Midi un rifugio di due metri per sei, con spazio per una decina di persone ben stipate.
La Società delle Guide di Courmayeur, in realtà, si è costituita prima, nel 1850, con ventinove anni di ritardo su quella di Chamonix, classe 1821. Dopo la sua formazione la professione è regolamentata, le tariffe decise, le guide hanno un distintivo e un brevetto. In quegli anni, e fino al 1860, i due borghi di montagna fanno entrambi parte del Regno di Sardegna, ma la competizione tra le valli è forte.
Grazie alla scoperta di una via autonoma per salire a 4810 metri di quota, la Società delle Guide di Courmayeur smette di essere una “sorella minore” della Société des Guides che ha sede sulle rive dell’Arve. Nei decenni successivi, la scoperta delle due vie normali dalla Val Vény (la via dei Rochers nel 1872, la via delle Aiguilles Grises nel 1890), e di itinerari più impegnativi come lo Sperone della Brenva (1865), amplierà l’offerta per i clienti che vogliono salire il Monte Bianco dal versante italiano.
E’ impossibile, ovviamente, elencare in poco spazio tutte le guide di Courmayeur che sono entrate nella storia dell’alpinismo, sul massiccio di casa e non solo. Impossibile non citare, però, Émile Rey, “il principe delle guide” che sale per primo la Cresta di Peutérey del Monte Bianco, compie audaci imprese invernali, e alla cui morte nel 1895 un villeggiante illustre come Giosuè Carducci dedica una poesia famosa. “Spezzato è il pugno /che vibrò l’audace picca / tra ghiaccio e ghiaccio…”.
Subito dopo, tra l’Otto e il Novecento, inizia l’epopea di Joseph Pétigax e dei suoi colleghi che accompagnano il Duca degli Abruzzi sul Sant’Elia, al Polo Nord, sul Ruwenzori e al K2. Dei viaggi straordinari anche oggi, e che trasformano in cittadini del mondo dei semplici – anche se bravissimi – montanari nati e cresciuti alla testata della Valdigne.
Altri colleghi, come Alexis e Henri Brocherel, esplorano il Karakorum con altre spedizioni, italiane e straniere. Nel 1899, quando César Ollier e Joseph Brocherel conducono Sir Halford Mackinder nella prima salita del Monte Kenya, vengono ricordati dallo scozzese come “due guide svizzere di Courmayeur”. Anche un Sir, o baronetto, può ignorare la geografia delle Alpi.
Poi si aggiungono all’elenco i Grivel che forgiano straordinarie piccozze nella loro officina di Dolonne, Adolphe e Henri Rey, figli di Émile, che nel 1919 vincono la Cresta dell’Innominata del Bianco, i fratelli Osvaldo e Arturo Ottoz che tentano molte volte la Cresta Sud dell’Aiguille Noire, e vengono battuti nel 1930 da due “sestogradisti” bavaresi.
Un anno fa, nelle celebrazioni per i 70 anni della vittoria italiana sul K2, è stato ricordato il fondamentale contributo dato alla spedizione diretta dal professor Ardito Desio dalle guide di Courmayeur Ubaldo Rey e Sergio Viotto, e dal loro collega Mario Puchoz morto sullo Sperone Abruzzi e che riposa ai piedi della grande montagna.
Qualche anno più tardi, come in altre località delle Alpi, iniziano a trasferirsi in montagna per vivere del mestiere di guida alpinisti di estrazione cittadina come Walter Bonatti e Toni Gobbi, o che si sono formati sul lontano Appennino come Gigi Panei e Cosimo Zappelli.
Nell’elenco dei nomi di oggi (all’inizio del 2025 la Società comprende 45 guide in attività e 12 guide emerite) ci permettiamo di citarne uno solo: Anna Torretta, torinese, che diventa nel 2005 la prima donna ammessa nella Società delle Guide.
Chi non pratica l’alpinismo, ma vuole respirare la storia delle Guide di Courmayeur, può raggiungere il centro del paese, e sostare davanti alla storica sede della Società, di fronte alla chiesa parrocchiale e al suo snello campanile. Le lapidi apposte sulla facciata ricordano Luigino Henry e altre guide. Di fronte, sembrano osservare l’andirivieni delle guide, dei clienti e di sciatori e villeggianti i busti di Mario Puchox, Joseph Pétigax ed Émile Rey.
Per saperne di più sulla storia di questi uomini e delle loro montagne di casa (ma anche del K2, e di altri massicci lontani) basta visitare il Museo Alpino Duca degli Abruzzi, all’interno della sede della Società delle Guide.
Nelle sue sale, disposte su due piani, sono esposti fotografie, documenti, attrezzature alpinistiche (tra cui le piccozze e i ramponi “made in Dolonne”) del passato e del presente. Tra le curiosità, spiccano gli stivali usati dalla Regina Margherita di Savoia nella spedizione del 1904 alle Spitzbergen.
I festeggiamenti per i 175 anni di storia delle Guide di Courmayeur iniziano nel weekend di Pasqua e proseguiranno per tutta l’estate. Il primo appuntamento è la sfilata di sabato 19 aprile, con inizio alle 16.45, che vedrà le guide indossare la divisa storica con cappello a tesa larga e completo beige di lana. Alla fine si terrà una cerimonia al Jardin de l’Ange. Le celebrazioni continueranno in estate con proiezioni cinematografiche, e dibattiti dedicati alla montagna e alla professione di guida. Il 15 agosto concluderà il programma la tradizionale Festa delle Guide.
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