Doctor Who 15×05 – Un cameo leggermente forzato?

ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS sulla nuova stagione di Doctor Who Who are you?I’m the DoctorDoctor who?– Intro “A long time ago, back in the village when I was a small boy a fire was eating the forest”. Inizia come una favola della buonanotte prendendo poi la piega dell’ennesima testimonianza incredibile di chi ha conosciuto il… Leggi di più »Doctor Who 15×05 – Un cameo leggermente forzato? The post Doctor Who 15×05 – Un cameo leggermente forzato? appeared first on Hall of Series.

May 14, 2025 - 09:40
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Doctor Who 15×05 – Un cameo leggermente forzato?

ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS sulla nuova stagione di Doctor Who

Who are you?
I’m the Doctor
Doctor who?

– Intro

“A long time ago, back in the village when I was a small boy a fire was eating the forest”. Inizia come una favola della buonanotte prendendo poi la piega dell’ennesima testimonianza incredibile di chi ha conosciuto il Dottore. In un salone da barbiere a Lagos, Omo intrattiene tre giovani della sua città con una storia ai limiti del fantastico. Mentre il suo villaggio bruciava, un uomo venuto dalle stelle dentro una cabina blu li ha salvati tutti. Il racconto soddisfa le aspettative dei giovani, ma sembra soddisfare anche le esigenze di qualcosa di molto più pericoloso.

2019. Il Dottore e Belinda atterrano a Lagos, in Nigeria, per dare un boost al Vindictor e permettere così alla ragazza di tornare alla Londra del suo tempo. Per fare così di necessità virtù, il Dottore decide di cogliere l’occasione e fare visita al vecchio amico Omo e trascorrere un po’ di tempo in uno dei pochi posti al mondo dove non si senta giudicato. In questo nuovo corpo, infatti, l’alieno di Gallifrey sperimenta, per la prima volta nella sua longeva esistenza, il razzismo e la discriminazione ponendo un accento delicato eppure fortissimo su entrambe le tematiche. E, effettivamente, prima dell’era di Ncuti Gatwa, Doctor Who non si è mai posto davvero il problema, se non nel caso di alcune singole puntate.

Dove lo show si è dimostrato magari mancante nel raccontare il razzismo storico, eccelle invece nella sua capacità di trasporre i conflitti umani in allegorie fantascientifiche. La discriminazione diventa una lente attraverso cui osservare paure più profonde.

I Dalek, per esempio, rappresentano la logica mortale della purezza razziale, della superiorità genetica, del rifiuto dell’altro come entità da annientare. Nella loro ossessiva ripetizione di “Exterminate!”, c’è l’eco di ogni ideologia che abbia mai cercato di ridurre l’essere umano a una categoria da cancellare. Nel corso delle stagioni più recenti, la serie ha anche iniziato a interrogarsi sul proprio linguaggio e sulla propria rappresentanza. La verità, tuttavia, è che mai, come nel caso di Fifteen, il tema è diventato (dah) palesemente rilevante. Contrariamente alle aspettative pessimiste dei fan, sull’impatto che avrebbe avuto la nuova esteriorità del Dottore durante i suoi viaggi, l’episodio cinque mette in luce proprio il contario.

“You say your’not human but that’s the most human thing ever Doctor”

Il Dottore è intrappolato per mano del Barbiere nel nuovo episodio di Doctor Who
Credits: Disney+

Torniamo quindi alla puntata. Omo è tenuto in ostaggio dentro il proprio negozio da un misterioso individuo noto solo come il Barbiere. Questi, insieme all’assistente Abby, costringono Omo e altri clienti, intrappolati là dentro, a raccontare incessantemente una storia. Ovviamente niente è più succoso di un Time Lord con decenni di avventure che aspettano solo di essere raccontate. Così, dopo un episodio in cui è stato praticamente assente, il Dottore torna a essere protagonista assoluto in questa quinta puntata della nuova stagione di Doctor Who (disponibile sul catalogo Disney+). Tradito dall’amico Omo, che ha fatto in modo di attirarlo nel suo negozio per salvarsi la vita, il Dottore si rende ben presto conto di trovarsi all’interno di un gigantesco ragno-navicella che esiste contemporaneamente a Lagos e nello spazio.

Per chi se ne intende un po’ di miti o di Neil Gaiman avrà ormai intuito che il dio africano Anansi c’entri in qualche modo qualcosa.

Ed effettivamente, seppur non sia Anansi stesso present (come in American Gods) e, lo è sua figlia Abena. Vittima inconsapevole di una scommessa malaugurata tra suo padre e il Dottore, Abena ha stretto un patto con il Barbiere, motivata dalla rabbia e dal dolore. Ma lo Story Engineering che ha costruito un nexus per raccoglievi tutti i miti, le tradizioni e le leggende del mondo, non è la persona che credeva che fosse. Il suo dolore è in realtà superbia, la sua sete di conoscenza è in realtà vendetta. La voglia di distruggere qualsiasi traccia degli dei, per spazzarli dalla memoria dell’umanità. Una damnatio memoriae che non conosce freni, per la quale il Barbiere è disposto persino a distruggere il mondo. Il finto Story Lord contro il vero Time Lord.

Nel nucleo centrale della tana del ragno, il Dottore e Belinda trovano il motore delle storie. Un cuore pulsante che racchiude in sé, qualsiasi mito sia mai stato raccontato, tenendolo metaforicamente in vita. Un po’ come il Dottore stesso, ricettacolo di una storia lunga sessant’anni durante i quali se l’aspetto è cambiato, di certo l’essenza no. Un potere infinito e distruttivo che il Barbiere vorrebbe utilizzare per i propri egoistici scopi, senza rendersi conto che tenere imbrigliato un potere del genere è praticamente impossibile.

Il World Wide Web secondo Doctor Who
Credits: Dinsey+

A conti fatti, questo quinto episodio risulta in un’avventura in pieno stile Doctor Who. Soprattutto in una storia che si incastra alla perfezione nell’era di Russell T. Davies. L’unico tasto dolente rimane nell’efficacia della minaccia rappresentata e nel villain. A conti fatti, il pericolo rimane molto vago, non si capisce mai effettivamente quali siano le conseguenze dell’allarme rosso e che tipo di potere (ammesso che lo abbia) il Barbiere possiede per tenere in ostaggio i malcapitati. Rimane anche, inutile girarci attorno, un buco di trama non da poco.

Per quanto infatti sia sempre bello vedere sullo schermo i cameo delle passate rigenerazioni, in questo caso quello del Fugitive Doctor risulta forzato. Il Dottore non dovrebbe avere alcuna memoria di quella specifica rigenerazione, quindi come fa a ricordarsi? “The Story and The Engine” è un episodio pieno zeppo di idee, che funziona solo in parte. È una storia sulle storie e sul loro potere, in cui Russell T. Davies ne ha approfittato per fare un po’ worldbuilding pur mantenendoli grandi e misteriosi. Abbastanza appropriato, ma molto dipenderà dalle ripercussioni future e su come, effettivamente, questa lore verrà ripresa.

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