Uomo condannato a 10 anni di prigione per un tweet visto da soli 37 follower e poi cancellato
Ahmed Al-Doush, un cittadino inglese, è stato condannato a 10 anni di reclusione in Arabia Saudita per un tweet del 2018 che aveva anche cancellato Ahmed Al-Doush è stato condannato a 10 anni di prigione, a quanto pare solo a causa di un tweet. L’uomo è stato tratto in arresto il 31 agosto 2024 al […] L'articolo Uomo condannato a 10 anni di prigione per un tweet visto da soli 37 follower e poi cancellato proviene da LaScimmiaPensa.com.

Ahmed Al-Doush, un cittadino inglese, è stato condannato a 10 anni di reclusione in Arabia Saudita per un tweet del 2018 che aveva anche cancellato
Ahmed Al-Doush è stato condannato a 10 anni di prigione, a quanto pare solo a causa di un tweet. L’uomo è stato tratto in arresto il 31 agosto 2024 al King Khalid International Airport di Riyadh, in Arabia Saudita, mentre era di ritorno da una vacanza nel paese, e portato via davanti alla moglie incinta, Amaher Nour. Ci sono voluti cinque mesi per sapere di cos’era accusato.
A quanto pare, aveva diffuso – secondo le accuse – “notizie dannose” in un tweet del 2018, poi cancellato e visto comunque da soli 37 follower, che aveva come argomento il Sudan. Inoltre l’uomo è stato accusato di avere una relazione con un individuo che minaccia “la sicurezza nazionale” del paese: in realtà sembra che conosca semplicemente il figlio di costui, un uomo che ha espresso posizioni critiche contro l’Arabia Saudita.
La sentenza di dieci anni di reclusione è stata annunciata il 12 maggio, anche se l’avvocato non ha potuto nemmeno chiarire in aula quale fosse l’accusa. Amnesty International si è fatta sentire nel condannare la reclusione di Al-Doush e chiedendo il suo immediato rilascio, sostenendo che lui non ha fatto altro che esercitare i propri diritti umani.
Si chiede la condivisione degli atti processuali con lui, la sua famiglia e i suoi legali, e si fanno pressioni sul governo inglese perché spinga per la liberazione del prigioniero. Al-Doush è rimasto in detenzione in gravi condizioni, venendo interrogato più volte senza il suo avvocato nella stanza, e non potendo contattare la sua famiglia per due mesi. Ora le cose sono leggermente migliorate, perché ha diritto a una telefonata alla settimana.
La moglie non si raccapezza dell’accaduto: “Le autorità hanno chiesto i suoi documenti e abbiamo pensato che fosse solo un problema con il suo passaporto. Mi ha chiamato dalla security e mi ha detto di prendere il volo con i bambini e andare in Turchia, il nostro scalo, e dicendo: ‘Sarò con voi presto’“.
Fonte: LADBible
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