Thunderbolts* – La Recensione: finalmente si respira aria di “vecchia” Marvel
ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sul film Marvel Thunderbolts* Siamo sicuri che molti fan di vecchia data della Marvel appena finita la visione di Thunderbolts* abbiano esclamato “finalmente”. Sì, perché era tanto che non si vedeva un film così. Un lungometraggio capace di riportarci alle prime fasi dell’MCU. In grado di allontanarsi dalla deriva presa ultimamente… Leggi di più »Thunderbolts* – La Recensione: finalmente si respira aria di “vecchia” Marvel The post Thunderbolts* – La Recensione: finalmente si respira aria di “vecchia” Marvel appeared first on Hall of Series.

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sul film Marvel Thunderbolts*
Siamo sicuri che molti fan di vecchia data della Marvel appena finita la visione di Thunderbolts* abbiano esclamato “finalmente”. Sì, perché era tanto che non si vedeva un film così. Un lungometraggio capace di riportarci alle prime fasi dell’MCU. In grado di allontanarsi dalla deriva presa ultimamente e di assumere una compiutezza che da moltissimo tempo non si ammirava nelle opere della Casa delle Idee. Soprattutto, dopo tanto tempo Thunderbolts* è il primo titolo a convincere pienamente che non abbia radici affossate nel passato. È il caso degli ultimi grandi successi della Marvel, da Guardiani della Galassia Vol.3 a Deadpool & Wolverine e Daredevil: Born Again. Stavolta gli ottimi risultati non devono nulla ai vecchi fasti.
È vero che in Thunderbolts* troviamo tutti personaggi già visti. Ma è altrettanto vero che, eccezion fatta per Bucky, questi non avevano una dimensione nell’MCU. Con questo film l’hanno trovata, a livello individuale e collettivo. Dopo l’abbastanza convincente Captain America: Brave New World (di cui qui potete leggere la nostra recensione), Thunderbolts* conferma i notevoli miglioramenti dell’universo condiviso della Marvel. Le incertezze del film su Sam Wilson non aleggiano in questa opera, profonda ed elettrizzante. In grado di parlare a tutti mettendosi a nudo. E capace soprattutto di farci respirare aria di vecchia Marvel.
Thunderbolts* è un ottimo team-up
La primissima cosa da sottolineare in Thunderbolts* è quanto funzioni il team-up allestito. Il film unisce personaggi pescati da varie aree dell’MCU. Abbiamo Yelena, Red Guardian e Taskmaster da Black Widow. Ghost dal capitolo due di Ant-Man. John Walker da Falcon & Winter Soldier e poi Valentina da varie comparsate negli ultimi capitoli dell’MCU. Bucky era la grande certezza del film, mentre la novità assoluta era Sentry. Un calderone di elementi mescolato bene, perché tutti questi personaggi, chi più chi meno, funzionano davvero bene.
I personaggi di Thunderbolts* sono ben definiti, ma riescono anche a interagire bene tra loro. Spicca chiaramente Yelena, a cui è affidato il peso emotivo del film. La quota comica viene affidata con successo a Red Guardian, mentre sorprende Walker che non ci aveva convinto tantissimo in Falcon & Winter Soldier. L’unica protagonista che rimane un po’ in ombra è Ghost, più anonima dei suoi compagni. Valentina si conferma un bel villain sui generis (qui invece trovate alcuni villain che oggi non sarebbero proprio adatti alle nuove politiche dell’MCU), mentre grande attenzione era riposta su Sentry, uno dei personaggi più potenti di tutto l’universo Marvel (potete approfondire qui la sua storia).
Bob Reynolds ci ha convinti. Sia come Sentry, ma soprattutto come Void. La parte oscura del personaggio viene delineata come una sorta di personificazione del trauma, capace di prendere il sopravvento se lasciato agire. E qui sta la portata concettuale dell’intero film, che poi è a ben vedere il segreto della riuscita di Thunderbolts* .
Thunderbolts* è un film capace di parlare a tutti
Tramite l’avvento di Void e l’occhio fisso sui tormenti di Yelena, Thunderbolts* assume la forma di un film sui “demoni personali”. Quella sensazione di vuoto che apre la narrazione attraverso le parole del personaggio interpretato da Florence Pugh prende vita verso la fine con Void. È molto interessante vedere come questo tema si evolve durante il racconto, perché sebbene teorizzato e personificato da Yelena e da Bob, il vuoto è una condizione comune a tutti i protagonisti. Sono dei perdenti. Sono soli. Antieroi con quasi niente da perdere. O almeno è quello che credono, perché unendo tutte queste solitudini i protagonisti del film ritrovano loro stessi, e di conseguenza qualcosa per cui lottare.
Thunderbolts* unisce dei personaggi estremamente fragili e gli dà una dimensione collettiva. Quel team-up che funziona tanto si converte in una sorta di terapia di gruppo. La lotta contro Void è una battaglia coi propri demoni. Il tormento interiore di Bob è solo uno specchio del tormento interiore di tutti quanti. E questa lotta si riflette alla perfezione sullo spettatore, che non può fare a meno di sentirsi coinvolto nel vedere questi antieroi combattere contro tutte le proprie difficoltà per dimostrare finalmente al mondo che il loro aiuto può valere qualcosa.
In questo modo Thunderbolts* è capace di parlare a tutti. È un film sulle fragilità umane. Sul trauma e sul bisogno di affrontarlo. Se lasciato prosperare, il vuoto è in grado di inghiottire ogni cosa. Pure se è difficile, quel vuoto va riempito. Ed è molto più facile farlo con altre persone al proprio fianco. Da soli non si vince, ma una somma di fioche luci possono combattere l’oscurità. E più queste luci aumentano, più le ombre si diradano, fino a che la luce non sarà in grado di resistere anche alla notte più tetra.
Un buon equilibrio, un ottimo ritmo e delle scene post-credit dimenticabili
In generale, Thunderbolts* è un film che riesce a bilanciare bene i propri elementi. Abbiamo parlato del lato concettuale, presente per tutta la durata del racconto. Non manca però l’azione, dominante soprattutto nella prima parte, così come non manca il dramma che si prende il suo spazio nella seconda metà. Il tutto viene (finalmente) bilanciato con la giusta dose di umorismo. Questo è stato un aspetto molto problematico negli ultimi tempi. Quel lato comico sempre presente come contrappunto all’azione e al dramma nei film Marvel si era preso un po’ troppo spazio. Qui viene relegato a qualche uscita di Red Guardian. Spezza la tensione quando serve, ma non risulta opprimente e fuoriluogo.
Soprattutto Thunderbolts* è un film che mantiene, dall’inizio alla fine, un ottimo ritmo. Più di due ore passano in un attimo. Il giusto mix di tutti questi elementi rende estremamente godibile il racconto e alimenta la soddisfazione a fine visione. L’unica nota stonata sono le scene post-credit, un po’ inutili. Saltando la prima, apertamente ironica, la seconda non ci regala nulla di che. Sapevamo già che I Fantastici 4 sarebbero arrivati in questo universo grazie al cast reveal di Avengers: Doomsday, per cui ci aspettavamo qualcosa che stuzzicasse maggiormente la nostra attenzione. E che più che altro rendesse giustizia all’essersi sorbiti i titoli di coda.
Comunque, come abbiamo avuto modo di constatare Thunderbolts* è un ottimo film. Era quello che serviva per entrare nella Fase 6, che inizierà col pesantissimo I Fantastici 4 (qui trovate il trailer del film) per poi arrivare all’attesissimo Avengers: Doomsday. Un’ottima conclusione per una parentesi parecchio travagliata dell’MCU, che però dopo aver dato segni di risveglio ha lanciato un bel segnale. Vedremo cosa ci riserverà il futuro, per ora però possiamo goderci un film Marvel come non ne vedevamo da davvero tanto tempo.
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