Doctor Who 15×03 – Sì, siamo già stati qui

ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS del terzo episodio della nuova stagione di Doctor Who. Who are you?I’m the DoctorDoctor who?– Intro Siamo già stati qui. Difficile d’altronde togliersi la sensazione costante di deja-vù quando la serie tv in questione è Doctor Who e il protagonista è un signore del tempo ultra centenario. Insomma, è abbastanza auspicabile… Leggi di più »Doctor Who 15×03 – Sì, siamo già stati qui The post Doctor Who 15×03 – Sì, siamo già stati qui appeared first on Hall of Series.

Apr 30, 2025 - 09:11
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Doctor Who 15×03 – Sì, siamo già stati qui

ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS del terzo episodio della nuova stagione di Doctor Who.

Who are you?
I’m the Doctor
Doctor who?

– Intro

Siamo già stati qui. Difficile d’altronde togliersi la sensazione costante di deja-vù quando la serie tv in questione è Doctor Who e il protagonista è un signore del tempo ultra centenario. Insomma, è abbastanza auspicabile che ogni tanto i nemici si ripetano, le companion abbiano un non so che di già visto e che su certi pianeti si atterri più di una volta. Eppure era passato un po’ di tempo da quando l’autoreferenzialità di Doctor Who si mostrava in maniera così prepotente. Era già accaduto l’anno scorso, con la quattordicesima stagione: prima con il ritorno del Toymaker nello speciale con David Tennant, poi con quello di Sutekh nel finale di stagione.

Forse avevamo semplicemente dimenticato quanto l’autoreferenzialità fosse importante in uno show sessantenario come questo. Ancora una volta a ricordarci la vera natura di Doctor Who ci ha dovuto pensare Russel T. Davies. Un Davies che omaggia il passato, quello più vintage della serie tv, e che omaggia se stesso come è giusto che sia. Dare a Cesare quel che è di Cesare. Ed è d’altronde proprio merito di Davies se Doctor Who è tornato in vita. Due volte. Strizzatina d’occhio alla bi-rigenerazione, l’espediente narrativo che salva David Tennant lasciando la porta aperta a un suo possibile ritorno per il prossimo anniversario, e che ha permesso allo showrunner di fare tabula rasa.

Nelle sgargianti vesti del quindicesimo Dottore, Ncuti Gatwa è, ad oggi, la versione recente più gioiosa e gaudente.

Nonché la più fluida e politicamente corretta. Il quindicesimo Dottore, lo abbiamo già detto nella scorsa recensione, è il Dottore della Gen Z. Sensibile, alieno, carismatico, indipendente, genuino, artificioso. Non manca nemmeno in questo terzo episodio la lacrimuccia di circostanza, ormai marchio di fabbrica dell’era Gatwa che a tratti, però, rende questo Dottore più caricaturale di quanto vorremmo. E qui sorge una riflessione d’obbligo prima di addentrarci nella recensione del terzo episodio.

CREDIT: BBC Studios/Bad Wolf/James Pardon

Quanto Russell T. Davies sta effettivamente cercando di replicare la formula vincente del suo primo mandato in Doctor Who? Forse troppo e gli indizi si stanno accumulando. In primis, è proprio questa versione del Dottore a farci sospettare. Ncuti Gatwa infonde il personaggio di un’energia giovanile e vivace che avevamo già avuto modo di ammirare in altri ruoli (specialmente in Sex Education), ma che ci riporta quasi immediatamente alla mente il Ten di David Tennant. Si corre tantissimo, si entra in empatia con gli NPC, si piange e si corre di nuovo. Il secondo indizio ce lo danno le companion. Prima con Ruby Sunday, versione 2.0 di Rose Tyler, ma dal mistero meno accattivante, adesso con Belinda Chandra. La nuova companion fa l’infermiera, si sta invaghendo del Dottore ed è, inutile girarci attorno, non caucasica. Vi ricorda qualcuno?

Ad avallare la tesi ci pensa anche una misteriosa figura nell’ombra, omaggio al Maestro di John Simm, e una frase che si ripete ossessivamente, proprio come in passato era accaduto con “Bad Wolf”. Insomma, sembrerebbe proprio che Davies stia giocando attentamente le sue carte nel tentativo di bilanciare quanto già fatto durante il primo incarico, con novità intriganti introdotte in questo.

“The Well” rappresenta l’apice di questo connubio.

È il 2008. In onda sulla BBC c’è la quarta stagione di Doctor Who e, più precisamente il decimo episodio, intitolato “Midnight”. l Decimo Dottore, in vacanza sul pianeta che dà il nome al titolo, decide di partecipare a un’escursione turistica a bordo di un autobus blindato che attraversa la superficie cristallina del pianeta, inospitale a qualsiasi forma di vita esterna. Quello che comincia come un banale viaggio turistico si trasforma presto in un incubo, quando una forza misteriosa e invisibile attacca il veicolo, impossessandosi lentamente della mente di una passeggera, Sky Silvestry.

L’entità inizia a ripetere le parole degli altri fino a sincronizzarsi perfettamente, e infine anticipare ciò che gli altri diranno, destabilizzando profondamente il gruppo. La situazione degenera, e il panico collettivo si trasforma in isteria, sospetto e violenza. Il vero orrore di Midnight non è tanto l’entità aliena, quanto la natura umana: la rapidità con cui le persone, sotto pressione, si trasformano da individui civili a folla paranoica e brutale. Il Dottore stesso si trova per la prima volta completamente impotente.

David Tennant nei panni di Ten in Doctor Who
Image credit: BBC

Torniamo al 2025. Quindicesima stagione, terzo episodio del nuovo Doctor Who, come sempre disponibile su Disney+. Mentre tenta di riportare Belinda sulla Terra, il Dottore e la companion finiscono nel pieno di una missione militare. Un team di soldati scelto è stato infatti inviato sul pianeta 6767 per scoprire cosa sia accaduto ai residenti scomparsi nel nulla. Dopo quindici giorni di assoluto silenzio e interruzione di ogni comunicazione, il team, insieme al Dottore e a Belinda, scoprono che nessuno è sopravvissuto nel sito minerario sul pianeta. Nessuno eccetto una giovane donna sordomuta: Aliss Fenly.

Cosa ha causato la follia omicida dei residenti? E perché Aliss sembra avere tanta paura?

Mano a mano che la tensione cresce e gli equilibri del team si sfaldano, il Dottore si rende conto di essere già stato su 6767, ma quasi 400.000 anni prima e quando il nome era ancora Midnight appunto. Lo shock lascia ben presto posto al terrore, sentimento raro per il Dottore che, proprio durante quella infausta avventura, si era trovato più impreparato che mai.

“I had never been so scared in my life”.

Il modus operandi della creatura senza volto, però, sembra essersi evoluto nel corso dei secoli. Adesso il Dottore ha di fronte un vero e proprio parassita che si nasconde alle spalle del suo ospite. Il senza nome passa così da un ospite all’altro, portandolo alla follia e seminando terrore tutto attorno. Un po’ It Follows, un po’ Alien, l’essere mostruoso dallo spazio profondo ha tramato nuovi modi per fuggire dal pianeta e neppure l’intervento del Dottore riesce effettivamente a fermarlo una volta per tutte.

Nel finale di “The Well”, viene lasciato intendere che la creatura abbia trovato un nuovo ospite a cui ancorarsi. Lasciando finalmente la sua prigione di diamante. Che si tratti di un altro dio pantheon? Per questo il TARDIS continua a rimbalzare da un pianeta all’altro, da un tempo all’altro? E perché nessuno hai mai sentito parlare della Terra o della razza umana?

In questa nuova puntata di Doctor Who ormai è abbastanza chiaro che qualcosa di terribile è accaduto alla Terra.

Il grande mistero della quindicesima stagione potrebbe costringere il Dottore a fare i conti con il suo piuttosto impegnativo passato. E mentre Russel T. Davis continua a stuzzicarci con rimandi a puntate cult, nemici storici ed easter eggs di fondamentale importanza, non possiamo evitare il grande elefante nella stanza: chi è davvero Mrs. Flood?

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