Fontana di Trevi a Roma: una storia da film

La Fontana di Trevi è la più famosa delle fontane romane: è l’unico acquedotto antico – basti pensare che riforniva la città di acqua potabile fin dal 19 a.C. – ininterrottamente attivo fino ai nostri giorni. Sembra che il suo nome derivi da un toponimo in uso nella zona dalla metà del XII secolo, regio L'articolo Fontana di Trevi a Roma: una storia da film sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Apr 29, 2025 - 12:02
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Fontana di Trevi a Roma: una storia da film

La Fontana di Trevi è la più famosa delle fontane romane: è l’unico acquedotto antico – basti pensare che riforniva la città di acqua potabile fin dal 19 a.C. – ininterrottamente attivo fino ai nostri giorni.

Sembra che il suo nome derivi da un toponimo in uso nella zona dalla metà del XII secolo, regio Trivii, che si riferiva alla confluenza di tre vie nella piazza, oppure dal triplice sbocco dell’acqua dell’originaria fontana.

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Fontana di Trevi: la storia

La storia della fontana risale all’epoca romana: il restauro dell’Aqua Virgo, ovvero l’acquedotto dell’Acqua Vergine, avvenne nel periodo dell’imperatore Augusto. L’architetto era Marco Vipsanio Agrippa: con quest’opera, fece arrivare l’acqua corrente del bacino di Salone, sulla via Collatina, fino al Campo Marzio. Così si rese possibile alimentare le terme volute e completate dallo stesso Agrippa, a cui si deve anche la costruzione del Pantheon.

L’acquedotto è attivo da più di duemila anni ed è lungo quasi venti chilometri, sotterranei. Non ha mai smesso di fornire l’acqua alla città dall’epoca di Augusto: rimase in uso per tutto il Medioevo, con restauri attestati già nell’VIII secolo e poi ancora nel XII secolo, per opera del Comune.

Fontana di Trevi
Fontana di Trevi (iStock)

L’acquedotto nel tempo subì diverse opere di restauro: tra queste, nel 1453, papa Nicolò V commissionò un intervento a Leon Battista Alberti e Bernardo Rossellini.

Dopo una serie di progetti presentati da vari architetti e mai realizzati, verso il 1640 papa Urbano VIII decise che la fontana doveva cambiare orientamento e affidò all’architetto e scultore Gian Lorenzo Bernini una trasformazione della piazza, per creare un nuovo nucleo scenografico nei pressi del Palazzo Barberini, in quel periodo in fase di ultimazione, visibile anche dal Palazzo del Quirinale, residenza pontificia.

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Bernini progettò una grande mostra d’acqua e, prima ancora di ottenere l’autorizzazione, diede inizio ai lavori, finanziati anche dai proventi di una sgraditissima tassa sul vino imposta ai romani. Così Bernini ampliò la piazza demolendo alcune case a sinistra della fontana preesistente, quindi la ribaltò, per arrivare all’allineamento che mantiene anche oggi, rivolto verso il Quirinale. Ma i fondi per il progetto si esaurirono presto e vennero drasticamente tagliati a causa della guerra che il papa aveva dichiarato al ducato di Parma e Piacenza: il cantiere fu bloccato.

L’aspetto di oggi della fontana di Trevi

La morte di Urbano VIII, nel 1644, e il processo che seguì contro la famiglia Barberini comportarono l’abbandono del progetto di Bernini. Trascorsero quasi sessanta anni prima che Clemente XI si ponesse di nuovo il problema di trovare una soluzione alla fontana di Trevi.

Fontana di Trevi
Oceano, dio del mare, nella Fontana di Trevi (iStock)

Proprio a lui si deve quindi la realizzazione della fontana come la vediamo oggi. Nel 1731 indisse un concorso a cui parteciparono i più grandi artisti del tempo. Inizialmente, la competizione venne vinta dallo scultore francese Lambert-Sigisbert Adam: poi però l’incarico passò all’architetto Nicola Salvi. Sembra che il cambiamento sia avvenuto perché il pontefice non voleva commissionare l’opera a uno straniero, mentre un’altra versione dei fatti suggerisce che lo scultore francese dovesse ritornare in patria.

Cominciata nel 1732, la Fontana di Trevi fu poi affidata nel 1759 a Pietro Bracci e al figlio Virginio, per essere poi conclusa da Giuseppe Pannini e inaugurata il 22 maggio 1762.

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Fontana di Trevi: curiosità e leggende

I film: la fontana star non solo ne La dolce vita

La Fontana di Trevi è stata resa celebre in tutto il mondo anche per la scena del film di Fellini La dolce vita (1960), in cui Anita Ekberg in abito da sera invitava Marcello Mastroianni a fare il bagno con lei nelle acque della fontana: “Marcello, come here! Hurry up!”. Così il regista stampava nell’immaginario collettivo Roma come simbolo della Dolce Vita negli anni del boom economico in Italia.

Una curiosità: la scena del bagno è stata girata in inverno, quando il bagno nella fontana non era certo confortevole. Pare che, mentre la Ekberg, con la sua tempra svedese, non avesse problemi a sopportare i tempi di lavoro di Fellini, Mastroianni avesse indossato una muta sotto l’abito e che usasse per scaldarsi una bottiglia di vodka, da bere prima di girare la scena.

Ma la fontana non è apparsa solo in questo film: come non ricordare Totò che in Tototruffa 62 cerca di venderla ad un turista?

Fontana di Trevi
Un dettaglio delle sculture della Fontana di Trevi (iStock)

La Fontana di Trevi fa la sua comparsa anche nel film Vacanze Romane: il parrucchiere dove la principessa Audrey Hepburn va a tagliarsi i capelli si trova proprio di fronte all’opera.

E ancora, la fontana compare anche in altre pellicole come C’eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola e in To Rome with love di Woody Allen (2012).

Per citare poi il caso più recente, è stata scelta come set nel video del brano di Achille Lauro in gara nello scorso Sanremo, Incoscienti Giovani: i protagonisti del bagno notturno in questo caso sono il cantante e l’attrice Celeste Dalla Porta.

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Curiosità: il nome dell’acquedotto

Il nome di Acqua Vergine, secondo la leggenda, sarebbe stato dato all’acquedotto da Agrippa in ricordo di una fanciulla (in latino, virgo) che avrebbe indicato il luogo delle sorgenti d’acqua ai soldati che ne andavano in cerca.

Fontana di Trevi
Fontana di Trevi (iStock)

Tradizioni e leggende: il lancio della monetina nella fontana di Trevi

Una tradizione conosciuta in tutto il mondo è il lancio della monetina nella fontana, da fare rigorosamente mettendosi di spalle, con la mano destra sulla spalla sinistra e gli occhi chiusi. Inizialmente fatto per assicurarsi fortuna, il gesto assunse poi un significato legato al ritorno a Roma.

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Lanciando una moneta nella fontana, si tornerà a Roma. Lanciandone due, si troverà l’amore con un italiano. Lanciandone tre, ci si sposerà con la persona conosciuta. Questa leggenda nacque nel 1954 con il film Tre soldi nella fontana di Trevi diretto da Jean Negulesco. 

La fontana degli innamorati

Un’altra tradizione è quella del bicchiere, oggi non tanto conosciuta. Un tempo, quando i ragazzi dovevano partire per lavoro o per il servizio militare, le fidanzate li facevano bere l’acqua della fontana da un bicchiere nuovo per poi romperlo. Questo gesto costituiva un patto di eterna fedeltà.

Da questo rito prende il nome la vaschetta rettangolare sul lato destro della fontana, chiamata la fontana degli innamorati.

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