Nuova Scena 2 – La Recensione della prima parte
Il seguente articolo contiene SPOILER sulle prime quattro puntate di Nuova Scena. Nuova Scena, il reality musicale di Netflix, è tornato con una seconda stagione in cui i tre giudici, Fabri Fibra, Rose Villain e Geolier cercano di scovare il prossimo grande talento del rap italiano. Tanti nuovi giovani rapper emergenti si affrontano a colpi… Leggi di più »Nuova Scena 2 – La Recensione della prima parte The post Nuova Scena 2 – La Recensione della prima parte appeared first on Hall of Series.

Il seguente articolo contiene SPOILER sulle prime quattro puntate di Nuova Scena.
Nuova Scena, il reality musicale di Netflix, è tornato con una seconda stagione in cui i tre giudici, Fabri Fibra, Rose Villain e Geolier cercano di scovare il prossimo grande talento del rap italiano. Tanti nuovi giovani rapper emergenti si affrontano a colpi di rime, attitude e tecnica, con l’obiettivo di sfoderare performance di alto livello. Anche quest’anno il vincitore del programma si aggiudicherà un premio di 100mila euro, oltre alla possibilità concreta di farsi notare nel rap game italiano. La nuova edizione di Nuova Scena è cominciata con 4 episodi – che potete recuperare qui – e si concluderà con la finale del 14 aprile. La nostra recensione della prima parte.
Nuova Scena 2 ha aumentato notevolmente la qualità sotto tutti i punti di vista
Partendo innanzitutto dai concorrenti, era piuttosto logico che la seconda stagione di Nuova Scena avrebbe alzato l’asticella. Nonostante un debutto comunque positivo da questo punto di vista, il talent si è scrollato di dosso il peso della “novità”. Le selezioni hanno attirato l’interesse di tanti nuovi giovani talenti che, dopo aver visto ciò che il programma aveva da offrire, hanno deciso di provarci concretamente. Tra i concorrenti, in termini tecnici, c’è molto più talento rispetto allo scorso anno. Lo dimostra subito Fabri Fibra, che nella sua selezione fa esibire tre emergenti di Torino subito di fronte al pubblico dell’iconico Hiroshima Mon Amour. E, non contento, li fa sfidare in una Battle di freestyle. E’ così che si apre la prima parte di Nuova Scena, mettendo subito le cose in chiaro: per entrare a far parte del rap game bisogna sputare sangue.
L’esempio di Fabri Fibra non è soltanto una voce fuori dal coro. Questo perché tutti e tre i giudici di Nuova Scena hanno deciso, quest’anno, di non lasciare niente al caso. L’estro artistico di Rose Villain, infatti, la spinge fino a Londra alla ricerca di un “artista a 360°”, mentre l’appartenenza di Geolier lo porta in giro per il Sud Italia per scovare il nuovo figliol prodigo. Insomma, se i concorrenti sembrano più preparati, anche i giudici dimostrano fin da subito di essere alla ricerca di qualcosa di mai visto prima. Oggettivamente tutto questo era ampiamente prevedibile. Sempre ricollegandoci al discorso dell’assenza di quella pesante aria di “novità”, Nuova Scena in questa stagione è molto più aperto alle sperimentazioni. Il pubblico dunque, orfano di personaggi come El Matador – che, come si dice in questi casi, aveva carriato la prima stagione – ha a che fare con una gamma di personalità e stili molto più vasta.
Ma la qualità non aumenta soltanto lato talent. Da un punto di vista tecnico, Nuova Scena 2 strizza l’occhio allo stile americano (a proposito di talent, non perdetevi le pagelle della prima parte di LOL – Chi ride è fuori)
Sin dalle prime puntate, appare infatti evidente un netto salto di qualità in termini tecnici e narrativi. L’impianto visivo e registico si presenta più ambizioso e curato, con un’estetica che riprende parecchio dalle produzioni statunitensi. Per esempio il montaggio risulta essere molto più dinamico: arricchisce la narrazione con soluzioni narrative come flashback e flashforward. Il tutto va a ricreare un’atmosfera carica di tensione e aspettativa, tipica delle serie mystery (c’è chi ha pensato per un secondo a Mare Fuori e chi mente – qui per voi la nostra recensione). Come abbiamo anticipato, anche la scelta delle location si rivela più variegata. Oltre a esplorare nuove regioni italiane quali Liguria, Puglia e Calabria (tutte terre fertili del rap italiano di oggi) il programma amplia i suoi confini fino a includere residenti all’estero. L’insieme di questi elementi rende la visione coinvolgente e appassionante, garantendo un intrattenimento più dinamico e mai banale.
Ma la più grande novità riguarda probabilmente l’approccio dei tre giudici alla competizione. La prima stagione di Nuova Scena ci aveva fatto un po’ storcere il naso per quanto riguarda l’identità del programma. Un talent musicale necessita di regole precise e della mano ferma di chi giudica per ambire a un certo tipo di credibilità. Il rap è un genere musicale che, più di tanti altri, si basa proprio sulla credibilità dei performer. Ciò non significa che chi partecipa debba essere già fatto e finito, anzi. Ma per chi proviene dal mondo del freestyle e delle battle per strada sbagliare non è un optional. Un aspetto che farà discutere è proprio l’approccio dei tre giudici alle performance dei talent pescati in giro per l’Italia. Salire su un palco di fronte a un pubblico e a tre mostri sacri della scena attuale non è semplice, ma per andare avanti in una competizione come questa devi dimostrati all’altezza.
Il rap è un genere crudo per tanti aspetti: se vuoi emergere, se vuoi farcela, devi credere e far credere di essere il migliore
Attitude è la parola chiave. Rime, incastri e scrittura non bastano se non hai la “fotta” necessaria per affrontare un pubblico e il giudizio di tre esperti. L’identità di Nuova Scena passa proprio da questo discutibile concetto. Non si tratta di una volontà imposta, quanto più di una necessità discografica. Per fare il rapper, in Italia e in generale, bisogna dimostrare di essere pronti fin da subito ad affrontare sé stessi e i propri limiti. Geolier, Fabri Fibra e Rose Villain, rispetto alla prima stagione, hanno acquisito maggiore consapevolezza. Hanno smaltito il peso del debutto televisivo (in quelle vesti, ovviamente) e, per quanto l’inesperienza sia ancora visibile, hanno deciso di puntare sull’unica via giusta per un talent del genere: quella della concretezza. Nuova Scena non è e non può essere per tutti, perché altrimenti perderebbe totalmente di credibilità.
Non si tratta di un discorso di rigidità – e ce lo dimostra subito Rose Villain con il rapper Vago – bensì di voglia e di prontezza. Nuova Scena è un talent show molto legato alle radici culturali del suo genere di riferimento. Nelle poche puntate (e nel poco tempo) a disposizione i concorrenti devono affrontare un percorso di maturazione molto complesso. Non c’è spazio per l’emotività, ma in questo modo non la si vuole condannare, anzi. Chi sale su quel palco deve essere disposto a stare le proprie fragilità come arma, come sfogo. Ciò che emerge dalla prima parte di Nuova Scena è una seconda edizione molto più competitiva e con un margine di errore decisamente ridotto. I nuovi talent – che di talento ne hanno da vendere – dovranno vendere cara la pelle per arrivare fino in fondo.
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