Nasce Le Strade dei Forti: 225 km di sentieri dove il Piemonte si racconta

Il nuovo Cammino, presentato nei giorni scorsi attraversa la Val Chisone, la Val Germanasca e la Val Pellice e si può completare in 14 tappe: tra fortificazioni, strade militari d’alta quota e parchi naturalI L'articolo Nasce Le Strade dei Forti: 225 km di sentieri dove il Piemonte si racconta proviene da Montagna.TV.

Apr 10, 2025 - 05:58
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Nasce Le Strade dei Forti: 225 km di sentieri dove il Piemonte si racconta

Si chiama “Le Strade dei Forti” il nuovo cammino piemontese che si snoda da Villafranca Piemonte a Bobbio Pellice passando dalla Val Chisone, dalla Val Germanasca e, naturalmente dalla Val Pellice. Il nome lascia intuire parte dell’identità di questo percorso in 14 tappe, che attraversa una terra ricca di fortificazioni e forti, castelli e residenze. Ma non è tutto: forte è anche la natura del Parco delle Alpi Cozie che è protagonista assoluta di tutto il cammino. E forti sono i popoli d’alta quota, come i valdesi: Le Strade dei Forti percorre infatti una parte del Sentiero del Glorioso Rimpatrio, un trekking lungo i passi di un migliaio di esuli valdesi che nel 1689 partirono dal loro luogo d’esilio in Svizzera per tornare nei borghi d’origine in Piemonte. Natura, paesaggi alpini con laghetti e cascate si intrecciano con borghi e costruzioni che raccontano la storia di una millenaria presenza umana sul territorio e caratterizzano questa proposta, lanciata dal Consorzio Turistico Pinerolese e Valli.

«Le Strade dei Forti offre percorsi alla portata di tutti», spiega Alina Pratola, guida escursionistica dell’associazione Artena, che ha collaborato alla realizzazione del progetto. «Le tappe dalla 1 alla 6 sono le più facili, indicate anche per le famiglie. Dalla 7 alla 14, invece, il percorso è consigliato a camminatori con competenze escursionistiche. Non ci sono punti esposti o vie ferrate, ma il trekking presenta dislivelli che possono arrivare a 700-800 metri in salita nell’arco di una giornata. E se il dislivello in salita è inferiore, spesso la tappa prevede una discesa ugualmente impegnativa».
Insomma, sono percorsi che richiedono un buon allenamento e resistenza fisica. Le tappe facili sono quelle in pianura, anche se comunque c’è da camminare. Per esempio, da Villafranca Piemonte a Cavour in un giorno si percorrono circa 22 chilometri. Certo, fra borghi e castelli c’è sempre la possibilità di soste, visite museali e relax: la tappa 3 è una visita a Pinerolo ed è perfetta per chiunque. Da qui si procede per San Germano, Perosa Argentina fino a Fenestrelle.

Il Forte di Fenestrelle è una delle maggiori attrazioni del cammino. Costruito in 122 anni, con i suoi 4000 gradini la fortezza è nata come presidio piemontese per frenare una possibile invasione proveniente dalla Francia. È la struttura fortificata più grande d’Europa e la più estesa costruzione in muratura dopo la Muraglia Cinese. Girarla tutta è di per sé una sfida: il dislivello fra la parte più bassa e quella più alta è di 635 metri. Partendo da Fenestrelle il sentiero della tappa 7 che porta a Pian dell’Alpe consente di godere di una visuale interessante del forte man mano che si sale. Una deviazione lungo il percorso consente di visitare Usseaux (1416 m), uno dei borghi più belli d’Italia famoso per i suoi murales. «La vicina frazione di Balboutet,in posizione molto assolata, è invece celebre per le sue meridiane», suggerisce Pratola.

La strada dell’Assietta (tappe 8 e 9) è un altro dei punti caratterizzanti del percorso: in un giorno si affrontano oltre 1200 metri di salita e 600 di discesa per arrivare al Rifugio Casa Assietta (2527 m): la fatica è compensata da panorami meravigliosi lungo il percorso sulla Val Chisone e la Val Susa e la possibilità di vedere i resti del Forte Gran Serin, in parte interrato. Da Casa Assietta si cammina poi verso il Colle di Costapiana, che consente di raggiungere quota 2550 m lungo la strada militare più alta d’Europa, un percorso molto amato anche dai ciclisti. A Costapiana inizia poi la discesa verso Pragelato e il Mulino di Laval, punto di accesso al Parco Naturale Val Troncea, famoso per le fioriture e per i suoi boschi di larice e pino mugo uncinato.

Un ulteriore paesaggio di grande richiamo si trova lungo la tappa 10, un altro tratto sfidante adatto a escursionisti esperti: una ventina di chilometri con un dislivello di 951 metri in salita e 1551 in discesa. Si tratta della Cascata del Pis, un luogo magico nei cui pressi vivono stambecchi, camosci, cervi, aquile reali. La tappa è anche ricca di richiami storici, dai valdesi ai partigiani che percorsero queste zone. Infine, merita di essere segnalata anche la zona dei 13 laghi di Prali, circondati tra giugno e luglio dai rododendri in fiore. Poi, al Colle Giulian, si vede svettare il Monviso. Queste due attrazioni si trovano lungo la tappa 12, che porta a Bobbio Pellice, dove le Strade dei Forti giungono al capolinea.

Chi percorre tutte le 14 tappe, ha la possibilità di procurarsi il passaporto “il Kit dei Forti” e ricevere a ogni tappa il timbro che attesta il tratto di cammino fatto. Ovviamente si può scegliere di percorrere soltanto una o più tappe seguendo le indicazioni sul sito. Le tappe più impegnative, dalla 7 alla 14, sono state studiate per avere un rifugio dove fermarsi alla sera e rifocillarsi. Non sempre in alta montagna c’è un paese vicino. «Le strutture ricettive possono fornire un panino per il percorso del giorno successivo, perché spesso non si incontrano altri rifugi lungo il cammino», spiega Pratola. Chi non se la sentisse di affrontare un percorso impegnativo da solo, può iscriversi a uno dei trekking organizzati. Per esempio, il trekking dell’Assietta in quattro giorni (info sul sito).

Un suggerimento per camminatori meno allenati? «La tappa 12 prevede 820 metri di dislivello in salita e 1270 in discesa. Per visitare i 13 laghi, si può ricorrere alla seggiovia invernale per lo sci, che funziona anche in periodo estivo e consente di ridurre il dislivello in salita a soli 300 metri circa», conclude Alina Pratola.

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