Marsiglia tra mare, mercati e multiculturalità mediterranea
Inviato da un lettore – Rivisto dalla redazione Quando sono arrivato a MARSIGLIA, la sensazione è stata quella di essere catapultato in un luogo dove la storia si intreccia con il presente, dove le voci si sovrappongono in un canto multilingue, e dove l’anima del MEDITERRANEO pulsa in ogni vicolo, in ogni piazza, in ogni […] Marsiglia tra mare, mercati e multiculturalità mediterranea

Inviato da un lettore – Rivisto dalla redazione
Quando sono arrivato a MARSIGLIA, la sensazione è stata quella di essere catapultato in un luogo dove la storia si intreccia con il presente, dove le voci si sovrappongono in un canto multilingue, e dove l’anima del MEDITERRANEO pulsa in ogni vicolo, in ogni piazza, in ogni risata condivisa davanti a un piatto fumante di bouillabaisse.
Situata nel sud della FRANCIA, nella regione della PROVENZA-ALPI-COSTA AZZURRA, MARSIGLIA è la seconda città del paese per popolazione e uno dei più importanti porti del MEDITERRANEO. Fondata dai GRECI nel 600 a.C. con il nome di MASSALIA, ha sempre vissuto di mare e di scambi. Ed è proprio questa vocazione mercantile ad averne modellato l’identità: cosmopolita, viva, profondamente mediterranea.
Passeggiare per MARSIGLIA è come scorrere le pagine di un libro scritto in più lingue: il francese si mescola all’arabo, al corso, all’italiano, al creolo. Ogni volto, ogni aroma, ogni suono racconta una storia diversa. Il Vieux-Port, il vecchio porto, è il cuore pulsante della città. Al mattino presto, le barche dei pescatori attraccano lente e iniziano a vendere il pescato del giorno: sardine, sgombri, triglie, polpi ancora guizzanti. I marsigliesi si affollano tra i banchi di legno, contrattano, ridono, si scambiano consigli su come cucinare al meglio ogni varietà.
A pochi passi dal porto si trova Le Panier, il quartiere più antico e forse più affascinante di tutta MARSIGLIA. Mi ci sono perso volontariamente, lasciandomi guidare dal profumo del pane caldo e dalla musica che usciva dalle finestre spalancate. Le case color pastello, le stradine in salita, i murales che raccontano di migrazioni e resistenza: ogni angolo è un invito alla scoperta. Ho trovato botteghe artigiane dove si vendono saponi di MARSIGLIA fatti a mano, ceramiche decorate, spezie provenienti da ogni angolo del mondo.
Tra le tappe che mi hanno lasciato senza fiato c’è la basilica di Notre-Dame de la Garde, che i marsigliesi chiamano affettuosamente “la Bonne Mère”. Si erge su una collina, dominando tutta la città. Salendo, lo sguardo si perde tra il blu intenso del MEDITERRANEO, le Isole del Frioul, e il reticolo urbano che si stende fino alle colline. Dentro, ex voto marittimi, modellini di barche, graffiti lasciati da marinai riconoscenti raccontano la fede popolare e il legame indissolubile col mare.
Ma MARSIGLIA non è solo tradizione. È anche sperimentazione, avanguardia, arte contemporanea. L’ho scoperto visitando il Mucem, il Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo. Un edificio ultramoderno, fatto di cemento e merletti metallici, collegato da una passerella al Fort Saint-Jean. All’interno, collezioni che parlano del dialogo tra le culture mediterranee, esposizioni temporanee stimolanti, proiezioni, incontri. Uno spazio dove riflettere su cosa significa essere europei, essere mediterranei, essere umani.
Il clima di MARSIGLIA è qualcosa che colpisce subito: luminoso, caldo, spesso assolato anche in pieno inverno. Il sole splende per più di 300 giorni l’anno, creando una luce dorata che accarezza i palazzi haussmanniani e fa brillare i tetti delle case del centro storico. D’estate, le temperature possono sfiorare i 35 gradi, ma la brezza marina rende il caldo sopportabile. L’autunno è mite, l’inverno fresco ma raramente gelido, e la primavera un’esplosione di colori e profumi.
Questo clima rende perfetta MARSIGLIA per ogni tipo di attività all’aperto. Le Calanques, spettacolari insenature rocciose che si snodano lungo la costa tra MARSIGLIA e CASSIS, sono un paradiso per gli escursionisti. Mi sono avventurato in uno dei tanti sentieri che si arrampicano tra le rocce calcaree e si tuffano in acque color smeraldo. La Calanque d’En-Vau, in particolare, è un luogo che resta nel cuore: un anfiteatro naturale di pietra e mare, dove il silenzio è rotto solo dal fruscio degli alberi e dal canto delle cicale.
Per chi ama la spiaggia, Plage des Catalans e Plage du Prado sono due tappe obbligatorie. La prima, più centrale e cittadina, è ideale per una pausa rapida; la seconda, più ampia e attrezzata, offre spazi per praticare sport, giocare a beach volley, rilassarsi con vista sul mare aperto.
La cucina marsigliese è un’esperienza a parte. Non posso dimenticare la mia prima vera bouillabaisse, la zuppa di pesce tipica, servita in una piccola trattoria del quartiere Endoume. Ogni boccone era un’esplosione di gusto: il brodo ricco di zafferano, il pesce tenero, le patate che si scioglievano in bocca. Ma ci sono anche i panisse (frittelle di farina di ceci), i pieds et paquets (involtini di trippa e piedini d’agnello), i dolci orientali dei forni arabi, le pizze con influenze italiane, e soprattutto i mercati etnici, dove ho trovato datteri tunisini, olive greche, spezie marocchine.
MARSIGLIA è una città da vivere senza fretta, lasciandosi trasportare dal ritmo dei suoi abitanti, che sanno essere al tempo stesso ruvidi e accoglienti, diffidenti e generosi. Non è una città da cartolina, non è perfetta, ma è viva, autentica, sorprendente. Qui, ogni giornata è diversa dalla precedente, ogni incontro può aprire mondi nuovi, ogni passeggiata è un viaggio dentro e fuori di sé.
Tornando a casa, ho portato con me il profumo del mare, il rumore delle onde contro i moli, le voci dei mercati, il sapore speziato dei cibi. Ma soprattutto, ho portato nel cuore un frammento dell’anima mediterranea di MARSIGLIA, una città che ti entra dentro e non ti lascia più andare.