Intervista a Martina Attili: “Con l’album ‘Signorina Rivoluzione’ chiudo un cerchio iniziato un anno fa”

Intervista a Martina Attili, che è tornata con un album, Signorina Rivoluzione, pubblicato il 9 maggio; un progetto intenso e coraggioso L'articolo Intervista a Martina Attili: “Con l’album ‘Signorina Rivoluzione’ chiudo un cerchio iniziato un anno fa” proviene da imusicfun.

May 16, 2025 - 03:30
 0
Intervista a Martina Attili: “Con l’album ‘Signorina Rivoluzione’ chiudo un cerchio iniziato un anno fa”

Intervista a Martina Attili, che è tornata con un album, Signorina Rivoluzione, pubblicato il 9 maggio per ZooDischi e distribuito da ADA Music Italy.

Un progetto intenso e coraggioso, che racconta il tumulto interiore e la trasformazione tipica dei vent’anni: un’età fatta di rivoluzioni personali e di nuovi equilibri da costruire. Con la sua scrittura raffinata e mai banale, la cantautrice romana affronta temi profondi — dalla guerra al rapporto con la fede — con uno sguardo lucido e un’empatia disarmante.

Ne abbiamo parlato direttamente con Martina, in un’intervista che è essa stessa un piccolo viaggio nella sua rivoluzione personale.

Intervista a Martina Attili

Martina, Signorina Rivoluzione. Cosa rappresenta questo disco nel tuo percorso artistico?
E’ il mio primo album e ho cercato di raccontare tutto quello che ho vissuto in questi anni, includendo anche una parte della mia storia personale.

Già dal titolo si percepisce quanto il progetto sia personale e potente. In quale momento della tua vita hai capito che era arrivato il momento giusto per far uscire un disco così importante?
All’inizio immaginavo un album molto sociale, tipo concept album, ma poi parlando con Davide Gobello, che lo ha prodotto, abbiamo pensato di bilanciare anche con una parte più ironica. Alcuni brani, come Quando morirò dirò tutto di me, li ho scritti a 18 anni. È stato più un raccogliere ciò che avevo già scritto e vissuto.

Il disco è uscito il 9 maggio, proprio il giorno prima dell’anniversario di Malinconia, il primo singolo che ha aperto una nuova fase. C’è un significato in questa scelta?
Sì, mi fa molto piacere chiudere un cerchio iniziato esattamente un anno fa e aprirne uno nuovo con l’uscita dell’album.

La rivoluzione che racconti è sia intima che collettiva. Come hai trovato il giusto equilibrio tra questi due piani?
È stato difficile. Ci sono brani molto diversi, come Eva e Adamo e Buona pubblicità, che ascoltati insieme possono sembrare strani. Ho immaginato il disco diviso in due: cinque canzoni sul sociale e cinque più leggere. Sono due aspetti che coesistono nella vita di tutti noi.

Dal punto di vista sonoro, c’è molta varietà ma anche una forte coerenza. Com’è stato il lavoro con Davide Gobello sulla produzione?
Tutti i brani li ho presentati al pianoforte, tranne Buona pubblicità, che aveva già un’idea di arrangiamento. Abbiamo cercato di restare fedeli ai pezzi conosciuti, come La partita di pallone, Quando morirò e L’uscita degli artisti. Davide ha fatto un grande lavoro: Umanità, ad esempio, mi ha stupito per l’arrangiamento. È una delle mie preferite.

Parlando di brani, Samuele secondo me è un gioiello. È semplice ma dice tanto di te.
Grazie! Volevo qualcosa di leggero, con chiati e isretti. È divertente da cantare e vedere le reazioni del pubblico è sempre una sorpresa.

L’uscita degli artisti è invece molto teatrale e introspettiva. Com’è nato questo pezzo e com’è stato lavorare con Pierdavide Carone?
L’ho scritto mentre ero in tour. Aspettavo che una persona venisse a vedermi, ma non è mai venuta. È stato scritto proprio in teatro, e parla del “provare” ad andare avanti. Pierdavide è stato scelto da Davide Gobello. Mi ha fatto sorridere quando ha scelto di cantare la parte della “guerriera valorosa”. Ma poi, quando si alza di tonalità, è davvero intenso. Sono molto felice della collaborazione.

Nel disco tocchi temi come la guerra, Dio, l’umanità. Come sei riuscita a renderli accessibili? Hai avuto modelli testuali di riferimento?
No, mi sono semplicemente messa in ascolto. Le canzoni sociali nascono da storie vere, raccolte da altre persone. Umanità, ad esempio, nasce da reportage sul Kurdistan. Ho cercato di riportare parole e immagini di chi vive quelle realtà.

Una delle caratteristiche più forti della tua scrittura è la capacità di creare immagini visive quasi cinematografiche.
Abbiamo realizzato una campagna fotografica con 10 scatti: 5 in bianco e nero per i brani sociali e 5 a colori per quelli più intimi, come Samuele. Tutte le foto hanno come tema la manifestazione, con cartelli che riportano frasi o titoli dei brani. Per Umanità, ad esempio, abbiamo scattato al centro Ararat a Roma, mentre per Eva e Adamo e La partita di pallone siamo andati a Casa dei Pazzi, davanti a un murales di Blu dedicato alla Palestina. È stato un modo per rappresentare visivamente tutto ciò che raccontiamo nel disco.

Crescere significa anche accettare che alcune certezze crollino. Qual è la nuova verità più importante che hai costruito con questo disco?
Nessuna! Mi sento ancora in fase di ascolto.

So che stai lavorando anche al tuo secondo romanzo. Cosa ti dà la scrittura “non musicale” che la musica non ti dà?
Amo i dialoghi, cerco di infilarli anche nelle canzoni quando posso. Ma la scrittura narrativa mi permette di approfondire immagini e ragionamenti che nei pochi minuti di una canzone a volte non trovano spazio. È un modo diverso per raccontare una storia. Scrivere libri mi accompagna da sempre: da piccola scrivevo racconti, poi sono passata alle canzoni. Ora riesco anche a trasformare le storie dei libri in canzoni. Le due cose vanno insieme.

C’è qualcosa, nella tua musica, che oggi ti rende particolarmente orgogliosa?
Niente in particolare! (ride) Sono felice di quello che faccio, ma non so se si tratta di orgoglio.

Ci sta, anche perché quando qualcosa viene naturale è giusto viverla così...

Advertisement
Advertisement

L'articolo Intervista a Martina Attili: “Con l’album ‘Signorina Rivoluzione’ chiudo un cerchio iniziato un anno fa” proviene da imusicfun.