In ricordo di Silvio Saglio

Il 21 aprile 1896 nasceva l’alpinista che divenne famoso per il rigore e la precisione delle sue guide. Che hanno accompagnato sui sentieri generazioni di amanti della montagna  L'articolo In ricordo di Silvio Saglio proviene da Montagna.TV.

Apr 21, 2025 - 10:18
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In ricordo di Silvio Saglio

“Enciclopedia parlante delle Alpi”

Notiziario SEM “La Traccia” – Luglio 2024

Nato il 21 aprile 1896 a Novara, Silvio Saglio, appena diplomato in ragioneria viene strappato dagli studi universitari alla Bocconi di Milano dal primo conflitto mondiale, prima soldato e poi sottotenente del Genio Militare. Nella Seconda guerra mondiale verrà nominato Capitano e guiderà un intero battaglione. Terminato il conflitto ritorna a studiare e nel 1921 si laurea in Scienze Economiche e Commerciali, intraprendendo la carriera da commercialista, tuttavia a lui stretta.

La passione per la montagna, che sente come mezzo per raggiungere la gioia interiore, lo avvicina alla SEM, Società Escursionisti Milanesi. Vi si iscrive nel 1926 ed inizia a frequentare Ettore Castiglioni, Eugenio Fasana, Vitale Bramani, Antonio Omio ed Elvezio Bozzoli Parasacchi. Con loro apre numerose vie nelle Grigne, in Presolana, in Val Masino e sulle Pale di San Martino, dimostrando grande tenacia nonostante un livello medio come scalatore. Le sue doti più apprezzate sono lo scrupolo e la meticolosità nell’organizzare e preparare ogni uscita di alpinismo, escursionismo e scialpinismo. In “foglietti svolazzanti” annota con precisione la descrizione della gita: tappe, dislivelli, tempi, materiale ed attrezzature necessari. Un aiuto molto apprezzato dagli “alpinisti della domenica” che partecipano alle uscite della SEM.

Relazioni tanto belle ed utili da essere pubblicate in ben 247 monografie sulla rivista “Lo Scarpone” e, dopo un ulteriore ampliamento, raggruppate nella collana “Da rifugio a rifugio”.

Seppur schivo e modesto, le sue abilità organizzative, di coordinazione e il suo pragmatismo lo rendono noto nell’ambiente del CAI dove viene chiamato ad esercitare numerosi ruoli chiave: consigliere dal 1945, vice segretario dal 1946 al 1955, e segretario generale fino al 1958.

Prende le redini del comitato delle pubblicazioni del CAI come presidente, consigliere del movimento per la protezione della natura, membro della Commissione propaganda scialpinismo, e segretario organizzativo della spedizione italiana al K2.

Saglio è un valido appassionato ed esperto di cartografia. Diventa così presidente della  Commissione Toponomastica del CAI e membro della Commissione per la revisione toponomastica della carta d’Italia presso l’Istituto Geografico Militare (IGM).

Nel 1963 si dedica all’enorme lavoro di redazione di “I cento anni del Club Alpin Italiano”.

La Guida dei monti d’Italia

Sicuramente l’opera che lo vede più impegnato è la stesura di molte guide della collana prodotta dal CAI in collaborazione con il Touring Club Italiano. Passa circa un mese all’anno ad esplorare sentieri e pareti, accompagnato dagli esponenti delle sezioni locali e dalla fidata macchina fotografica. Pagine e pagine di avventure vissute in prima persona e destinate a dare tutte le indicazioni ai futuri frequentatori della montagna.

Nel 1949 il Club Alpino Accademico Italiano lo accoglie nelle sue fila, riconoscendone l’enorme esperienza acquisita proprio per la stesura delle guide.

 

Saglio e la SEM

Nel 1951 diviene presidente della SEM, ruolo che esercita in modo pacato e con praticità, risolvendo numerose questioni fino a riportare stabilità finanziaria alla sezione. Attinge alle casse per costruire il Rifugio Zappa, sistemare l’adiacente Zamboni, e ricostruire il Rifugio SEM Cavalletti.

Dà il via alla Scuola di Alpinismo, Scialpinismo, Arrampicata e Sci escursionismo della SEM che, dopo un inizio non facile, grazie alla sua abilità diviene una delle più prestigiose d’Italia, tanto da essere successivamente a lui dedicata. In suo ricordo viene dato il nome al “Bivacco Silvio Saglio” adiacente al Rifugio Antonio Omio nella a lui cara Val Masino.

Saglio, grande uomo dalle molteplici doti, scompare a Milano il 19 luglio 1964, lasciando alla sua amata sede e a tutto il mondo del CAI un vastissimo ricordo “nero su bianco” che resterà per sempre.

 

Salite principali

  • 1929 – Prima ascensione alla Sella del Ligoncio (Val Masino) dal versante Ovest e traversata a Est con E. Bianchi, M. Bonazzi, E. Parasacchi, V. Bramani, N. Burchiani, N. Curti, M. Gerosa, F. Pastore e U. di Vallepiana.
  • 1932 – Prima salita della Nord-Ovest della Cima del Barbacan (Gruppo dell’Albigna) con Maria Bardelli e V. Bramani.
  • 1933 – Prima ascensione della cresta Sud-Ovest dei Corni Bruciati (Gruppo del Disgrazia) con G. Maggioni, Maria Bardelli e V. Bramani.
  • 1933 – Prima salita della Nord-Est di Cima d’Arcanzo (Gruppo del Disgrazia) con M. Bardelli, E. Parasacchi, V. Bramani e L. Flumiani.
  • 1933 – Prima ascensione della cresta Nord-Est del Pizzo del Basset (Gruppo del Disgrazia) con E. Bigi e M. Resmini.
  • 1934 – Prima ascensione della cresta Sud-Ovest della Presolana Centrale con E. Castiglioni e M. Bardelli.
  • 1934 – Prima salita della Nord-Est del Campanile di Pradidali (Pale di San Martino) con E. Castiglioni, M. Bardelli e Bruno Detassis.
  • 1934 – Prima salita della Sud-Est del Pizzo della Vedretta (Val Masino) con V. Bramani e M. Bardelli.
  • 1935 – Prima salita della Nord del Pizzo dell’Oro Centrale (Val Masino) con A. Parini.

I libri

Collana “Guida dei Monti d’Italia” CAI – TCI

  • Le Grigne – 1937
  • Alpi Venoste, Passirie, Breonie (dal Passo Resia al Passo Brennero) – 1939
  • Prealpi Comasche, Varesine, Bergamasche 1948
  • Adamello, in collaborazione con Gualtiero Laeng – 1954
  • Alpi Orobie, in collaborazione con Alfredo Corti e Bruno Credaro – 1957
  • Bernina – 1959
  • Monte Rosa, in collaborazione con Felice Boffa -1960
  • Monte Bianco. Volume I (dal Col de la Seigne al Colle del Gigante) – in collaborazione con Renato Chabod e Lorenzo Grivel – 1963
  • Monte Bianco. Volume II (dal Colle del Gigante al Col de Grapillon) – in collaborazione con Renato Chabod e Lorenzo Grivel – 1968

Collana “Da rifugio a rifugio” CAI – TCI

  • Dolomiti Occidentali – 1949
  • Alpi Pennine – 1951
  • Alpi Graie – 1952
  • Alpi Retiche occidentali – 1953
  • Alpi Retiche meridionali – 1954
  • Dolomiti Orientali – 1955
  • Alpi Lepontine – 1956
  • Prealpi Lombarde – 1957
  • Alpi Liguri e Marittime – 1958
  • Alpi Cozie – 1959
  • Prealpi Trivenete – 1961

 

Altre pubblicazioni

  • Guida sciistica del Passo di Rolle e delle Pale di S. Martino, Sci CAI Milano – 1933
  • Ortles – Cevedale – Itinerari sciistici, Sci CAI Milano – 1935
  • Cento domeniche – Quattro settimane, Sci CAI Milano – 1937
  • Skiführer durch die Ortles – Cevedale – Gruppe, Sci CAI Milano – 1937
  • La toponomastica alpina della Vallunga in “Rivista Mensile” del CAI, agosto-settembre, ottobre – 1940
  • La stella delle Alpi (Edelweis) in “Rivista Mensile” del CAI marzo-aprile – 1941
  • Des Cabanes du CAI en général. UIAA – 1950
  • La catena del Monte Bianco dal Rifugio Elisabetta la Lex Blanche, CAI sottosezione Tecnomasio Milano – 1953
  • I rifugi Zamboni e Zappa e il Monte Rosa, CAI Milano – 1955
  • I rifugi del CAI – 1957
  • Rifugi e bivacchi, CAI – 1959
  • Gite per un anno, CAI Milano – 1960
  • I cento anni del Club Alpino Italiano, CAI – 1964

“La Sezione rappresentava per lui una seconda grande famiglia”

Gaspare Pasini – Lo Scarpone

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