Nuoto, corsa, bici, alpinismo. Il lunghissimo Everest di Mitch Hutchcraft
Il trentaduenne britannico, ex-militare dei Royal Marines, è arrivato al campo-base dopo aver traversato a nuoto la Manica, aver pedalato per 12.800 chilometri e aver corso lungo i sentieri del Khumbu. Ora lo attendono l’Icefall e la vetta L'articolo Nuoto, corsa, bici, alpinismo. Il lunghissimo Everest di Mitch Hutchcraft proviene da Montagna.TV.

Non è facile stabilire nuovi record sull’Everest. Nel 2024 Kami Rita Sherpa è arrivato sulla cima per la trentesima volta, e probabilmente si migliorerà ancora quest’anno. La prima assoluta di Hillary e Tenzing (1953), la prima senza ossigeno di Messner e Habeler (1978), la prima invernale di Cichy e Wielicki (1980) sono ormai nella storia, insieme a una ventina di vie nuove e ai loro autori.
Nel 1990 l’australiano Tim Macartney-Snape e la sua squadra sono partiti a piedi dal Golfo del Bengala, camminando per 1.200 chilometri e guadagnandosi ognuno degli 8848 metri di dislivello fino in cima. Lo svedese Göran Kropp, nel 1996, ha pedalato su una bici da Stoccolma fino al Nepal, ha salito la cima senza portatori ed è tornato a casa con un’altra pedalata.
Mitch Hutchcraft, 32 anni, residente a Dover, ex-militare dei Royal Marines britannici ha raccolto la sfida, e il 2 settembre dell’anno scorso si è tuffato nelle acque della Manica, percorse da un intenso e pericoloso traffico di navi mercantili e traghetti.
Una volta raggiunta la costa francese è salito in bicicletta e ha iniziato davvero il suo viaggio, trainando dietro alla bici un carrello con Buddy, il suo golden retriever che lo aveva già accompagnato nel Lake District. Ha promesso di non radersi prima dell’arrivo, e nelle sue foto recenti si vede.
“Il fuoco dentro di me si è acceso quando avevo 18 anni, e ho raggiunto per la prima volta il campo-base. Non dimenticherò mai quando ho girato l’angolo oltre il quale si vede per la prima volta l’Everest. Ho giurato a me stesso che sarei tornato” spiega l’ex-militare di Sua Maestà in uno dei video che posta regolarmente sui social.
“Non sono un nuotatore straordinario, non ho mai partecipato a una gara, ma ho sempre desiderato di attraversare a nuoto la Manica. Poi, un giorno, le idee della Manica e dell’Everest si sono unite. In mezzo c’era il viaggio dalla Francia fino all’India e al Nepal, una “piccola pedalata” di circa 10.000 chilometri. Non voglio fare un triathlon, non ho fretta, voglio godermi il viaggio” prosegue Mitch.
Negli anni scorsi, Hutchcraft si è preparato bene per l’impresa. Nel 2022, dopo essersi congedato dai Marines, ha traversato su una barca a remi l’Atlantico. Nel 2023 ha percorso in bici gli Stati Uniti, per 5.000 chilometri, dalla Florida alla California. Nel 2024 ha traversato uno dopo l’altro gli 11 freddi laghi del Lake District, nell’Inghilterra settentrionale, spostandosi di corsa dall’uno all’altro.
Poi ha lanciato la nuova sfida, il Project Limitless (“Progetto Senza Limiti”), il viaggio dal Regno Unito alla cima dell’Everest, nel quale vuole Mitch vuole raccogliere fondi per Savsim, una ong che utilizza gli animali da compagnia per curare reduci di guerra. Per prepararsi, nuotando 30 chilometri a settimana, Hutchcraft ha lasciato il lavoro. “Non sono mai stato così povero, ma non sono mai stato così concentrato” racconta.
Durante il viaggio, un team d’appoggio accompagna il ciclista solitario a bordo di un furgone, occupandosi del cibo, delle sistemazioni per la notte, di montare e trasmettere immagini e video realizzate. “Non mi piace filmare da solo, e sono contento di avere chi lo fa per me. Le cose sono più facili se qualcuno si occupa di trovare un letto per la notte, o uno spazio per piantare la tenda” spiega l’inglese.
Oltre ai chilometri e al clima, pesano le difficoltà del Medio Oriente e la difficoltà nell’ottenere i visti. Il rifiuto del permesso per entrare in Iran, nello scorso inverno, ha costretto Mitch a passare per l’Iraq, l’Arabia Saudita e gli Emirati, aggiungendo un migliaio di chilometri al viaggio.
“Non mi importa di stabilire un record” spiega ancora Hutchcraft. “Non cambierebbe molto nella mia testa, e non vado in cerca di notorietà e di gloria. Amo l’avventura, voglio vedere fino a che punto riesco a spingermi, e voglio farlo per me. E’ poi c’è Savsim. Negli USA ho raccolto molti soldi per loro, voglio vedere quanto riesco a raccogliere ora”.
“Migliaia di persone mi seguono a distanza, e mi inviano messaggi dicendo che regalo loro positività. In più voglio rendere orgogliosi la mia famiglia e mio padre, e queste sono altre motivazioni fondamentali” conclude Mitch Hutchcraft.
Durante il viaggio, l’inglese è stato morso più volte da cani, ed è stato quasi buttato fuori strada da un’auto. Ha sopportato il freddo nelle montagne della Turchia e un caldo terribile in Iraq. Alla fine dell’anno ha traversato in bici l’Arabia Saudita, gli Emirati e l’Oman.
Qui Mitch Hutchcraft non è riuscito a trovare un’imbarcazione per raggiungere il Pakistan e allora ha preso un aereo da Dubai e Karachi, per poi tornare indietro in auto per 400 chilometri fino al confine con l’Iran, e ripartire in bici da lì. Il 23 gennaio è entrato in India, il 13 febbraio è arrivato sulla costa del Bengala.
Poi, per 900 chilometri, Mitch ha continuato correndo in direzione del confine nepalese e di Kathmandu, dov’è arrivato il 16 marzo. “Ho corso una maratona al giorno per tre settimane, ho già percorso 12.800 chilometri, ora resta solo una passeggiata di 300 chilometri fino in cima” ha raccontato sui social.
All’arrivo a Kathmandu, Mitch ha raggiunto le migliaia di trekker che in questi giorni si dirigono verso l’Everest, e le centinaia di alpinisti che puntano a raggiungere la cima con le spedizioni commerciali.
Prima di ripartire verso il Khumbu, però, è stato ospitato per una notte nell’Ambasciata britannica, dove nel 1953 erano stati ospitati Hillary, Hunt e gli altri prima e dopo la spedizione vittoriosa. Dopo un’abbondante colazione all’inglese, e una stretta di mano all’ambasciatore Rob Fenn, Mitch Hutchcraft ha affrontato l’ultima parte del suo viaggio. Rispetto ai chilometri già percorsi sembra un gioco.
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