Chamonix dice stop alle seconde case
Il provvedimento preso per favorire i residenti (e chi vorrebbe diventarlo). Un modello che potrebbe essere di esempio anche in tante località del nostro Paese L'articolo Chamonix dice stop alle seconde case proviene da Montagna.TV.

Basta seconde case a Chamonix. La capitale mondiale dell’alpinismo occidentale ha preso una decisione che potrebbe rivoluzionare la gestione dell’urbanistica nelle località di montagna. Di fronte alla crescente crisi abitativa e alla proliferazione delle residenze secondarie, la municipalità ha deciso di vietare la costruzione di nuove abitazioni destinate esclusivamente a secondi appartamenti su quasi tutto il suo territorio. Una mossa che, grazie alla legge Le Meur, mira a ristabilire un equilibrio tra la necessità di sviluppo turistico e la tutela del diritto alla casa per i residenti permanenti. «Partiamo da un dato semplice: la crisi abitativa esiste ovunque in Francia, ma è ancora più evidente nei nostri territori ad alta pressione turistica», spiega Éric Fournier, il sindaco di Chamonix. Secondo i dati, nel suo comune, su 14.000 abitazioni, 10.000 sono residenze secondarie. «Non diciamo che non vogliamo più seconde case, quelle che esistono sono sempre benvenute, ma ormai restano pochi terreni su cui costruire, quindi preferiamo destinare quasi tutta la terra disponibile alla residenza permanente. Abbiamo davvero bisogno di questo perché un sito turistico, che sia in montagna, sulla costa o altrove, senza questi abitanti, non ha più senso. La battaglia che portiamo avanti da più di 15 anni per fare in modo che la nostra popolazione possa rimanere ai piedi delle nostre montagne trova qui una realizzazione. Riponiamo molte speranze in questa misura», conclude l’amministratore.
Un modello per altre località montane?
La decisione di Chamonix, che riflette la volontà di bilanciare lo sviluppo turistico con la protezione del patrimonio naturale e abitativo, potrebbe fungere da guida per altre stazioni sciistiche e turistiche della regione, e più in generale, delle Alpi. Il modello di Chamonix, se applicato anche in altre località, potrebbe permettere di garantire una maggiore equità sociale, preservare gli spazi naturali e trovare un equilibrio tra le esigenze dei residenti e quelle del turismo. Clément Colin, direttore generale dei servizi del comune di Tignesha dichiarato «Chapeau al sindaco di Chamonix! Ogni territorio è diverso, ma a Tignes ci ispiriamo alla vostra azione!»
La legge Le Meur e il piano locale di urbanizzazione
Nel più recente Piano Locale di Urbanizzazione (PLU) di Chamonix, è stata introdotta una misura pionieristica in Francia, resa possibile dalla nuova legge Le Meur, che ha lo scopo di rafforzare gli strumenti di regolamentazione degli appartamenti ad uso turistico a livello locale. L’obiettivo è garantire l’accesso a alloggi permanenti, destinati a essere abitati per almeno 8 mesi all’anno, per tutti i residenti. La legge Le Meur del 2021 in Francia è stata introdotta per regolamentare gli affitti turistici brevi (meublés de tourisme) e affrontare la crisi abitativa nelle zone ad alta pressione turistica. Essa consente ai comuni di avere maggiore controllo sulle nuove costruzioni destinate a residenze turistiche, limitando anche la trasformazione di abitazioni in appartamenti per affitti brevi. Inoltre, la legge obbliga i proprietari a dichiarare le loro proprietà turistiche e, in alcune aree, a ottenere licenze specifiche per affittarle. I comuni possono anche stabilire quote per gli appartamenti turistici in determinate zone, per evitare la speculazione immobiliare e garantire la disponibilità di abitazioni per i residenti permanenti. In questo modo, la legge aiuta le località turistiche, come Chamonix, a preservare l’accesso alle abitazioni per i residenti e mantenere un equilibrio tra turismo e vita stabile.
L'articolo Chamonix dice stop alle seconde case proviene da Montagna.TV.