A piedi a Ventotene, tra mare, migrazioni e storie di prigionia e libertà

Da giorni si discute del Manifesto di Ventotene, uno dei documenti alla base dell’Europa unita. L’isola, frequentatissima in estate, si esplora con una comoda camminata, particolarmente gradevole in questa stagione L'articolo A piedi a Ventotene, tra mare, migrazioni e storie di prigionia e libertà proviene da Montagna.TV.

Mar 21, 2025 - 14:38
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A piedi a Ventotene, tra mare, migrazioni e storie di prigionia e libertà

Le isole sono tutte degli approdi. Quella di Ventotene, nell’arcipelago delle Ponziane (o Pontine), non lo è solo per l’uomo, che pure si è insediato qui da millenni e qui ha lasciato delle testimonianze importanti. Della sua storia raccontano monumenti come la villa romana di Punta Eolo e gli edifici del tempo dei Borboni. 

Ogni anno, migliaia di uccelli di decine di specie diverse sostano sulla piccola isola del Lazio meridionale durante il loro viaggio da o verso l’Africa. Tra gennaio e marzo passano per Ventotene, diretti a nord, i passeriformi che hanno svernato sulla costa meridionale del Mediterraneo, in primavera arrivano quelli che hanno sostato a sud del Sahara. Inizia a luglio, e si intensifica in agosto e in settembre, il passaggio dei migratori diretti a sud. 

A Ventotene, per secoli, gli uccelli sono stati attesi dalle doppiette. Dal 1988, invece, li accolgono inanellatori e scienziati. 

Ventotene, la Pandataria degli antichi, è l’unica dell’arcipelago, oltre a Ponza, a ospitare un paese. Traghetti e aliscafi la collegano con Formia (tutto l’anno), Ponza, Anzio e Napoli. I residenti, circa 700 in estate, si riducono a meno della metà d’inverno.

L’isola ha avuto grande importanza al tempo dei Romani, che costruirono il porto scavato nella roccia vulcanica e la Villa Giulia (il nome deriva dalla Gens Iulia, la famiglia dell’imperatore Augusto). Sono romani anche molti relitti scoperti sui fondali circostanti. 

Abbandonata per secoli perché esposta alle scorrerie di Saraceni e Barbareschi, Ventotene è stata ripopolata nel Settecento dai Borboni di Napoli, che fecero costruire sulla vicina Santo Stefano un penitenziario attivo dal 1795 al 1965. 

Tra il 1939 e il 1945 sono stati confinati sull’isola centinaia di antifascisti, tra i quali Altiero Spinelli, Sandro Pertini, Giuseppe Di Vittorio ed Ernesto Rossi. Il Manifesto di Ventotene (titolo originale Per un’Europa libera e unita), scritto da Rossi e Spinelli e pubblicato da Eugenio Colorni, è un documento fondamentale nella storia dell’integrazione dell’Europa. 

Per un’ironia della storia, alla fine di luglio del 1943, passò a poche miglia da Ventotene, diretto a Ponza su una nave della Regia Marina, l’uomo per colpa del quale i confinati erano lì, e cioè Benito Mussolini, allontanato dal potere dal Gran Consiglio del Fascismo e poi arrestato per ordine di re Vittorio Emanuele III. Un mese e mezzo più tardi, i paracadutisti tedeschi lo avrebbero liberato a Campo Imperatore. 

A luglio e agosto, Ventotene è un’isola affollata. Scuole di vela e diving centre lavorano a pieno ritmo, aliscafi e traghetti viaggiano a pieno carico, la spiaggia di Cala Nave, l’unica dell’isola è affollatissima. Per scoprire la natura e la storia dell’isola, le stagioni più belle sono la primavera e il primo autunno, quando l’aria fresca consente di camminare e l’acqua tiepida permette qualche bagno. Suggestive anche le limpide giornate d’inverno, quando però gli esercizi pubblici sono quasi tutti chiusi.

Santo Stefano da Ventotene, foto Stefano Ardito



L’itinerario: dal porto a Punta dell’Arco  

Partenza: porto di Ventotene (LT)
Dislivello: + 180 metri
Tempo complessivo: 2.30 ore
Difficoltà: T
Periodo consigliato: tutto l’anno, meglio nelle stagioni intermedie

Traghetti e aliscafi approdano al molo moderno di Ventotene. La stradina che sale verso il centro costeggia il bellissimo Porto Romano scavato nella roccia, utilizzato dalle barche dei pescatori e dei diving. Una cavità artificiale (il Grottone) conduce alla spiaggia di Cala Nave, affiancata dagli scogli della Nave di Terra e della Nave di Fuori. 

Tornati al Porto Romano, delle rampe settecentesche conducono alla parrocchiale di Santa Candida, del 1774, e poi a Piazza Castello sorvegliata dal torrione borbonico che oggi ospita il Municipio e il Museo Archeologico. Non lontano è il Memoriale dell’Antifascismo, inaugurato nel 2023, su cui spiccano i nomi di tutti i 2330 confinati.  

Si prosegue in salita nell’abitato e poi su Via Ulivi, l’unica vera strada di Ventotene. Scavalcata un’altura (75 m) si scende a una sella dove appare a destra la scogliera di Punta Pascone, poi si risale al Semaforo (96 m), che ospita il Museo della Migrazione.  

Più avanti si scende alla fine dell’asfalto. Un viottolo che sale verso destra, e poi dei sentierini tra fichi d’India e ginestre conducono alla spianata sommitale del Monte dell’Arco (139 m, 1 ora dal porto), magnifico belvedere. Alle spalle di Santo Stefano, compaiono Ischia e il Vesuvio. Scendere verso la Punta dell’Arco è pericoloso per la vicinanza dell’orlo della scogliera. 

Si torna per la via dell’andata. Oltre il Semaforo si lascia a destra il viottolo per Cala Battaglia, raggiunta da gradini scavati nella roccia e chiusa da qualche anno. Dalle prime case del paese si scende a sinistra alla Parata Grande (0.45 ore), sorvegliata da un’alta scogliera, poi si risale all’abitato nei pressi della caserma della Guardia di Finanza. 

A sinistra, oltre Cala Rossano dove attraccano le imbarcazioni da diporto, si superano l’eliporto e il cimitero che ospita la tomba di Altiero Spinelli e il memoriale Il Giardino della Vita. Una breve discesa porta alla Villa romana di Punta Eolo, o Villa Giulia perché vi fu esiliata la figlia dell’imperatore Augusto. 

Tra i ruderi sono i resti delle terme, un piccolo teatro, una scala che scendeva alla costa e un piccolo belvedere verso la costa di Formia e Ischia. In breve si torna al centro storico e al porto (0.45 ore).


Da vedere

Il Museo della Migrazione, nell’ex-Semaforo dell’isola, racconta i misteri del grande viaggio degli uccelli, il lavoro degli scienziati, e il modo in cui questo straordinario fenomeno ha influito su Ventotene e i suoi abitanti. Per visitarlo, soprattutto fuori stagione, conviene accordarsi in anticipo chiamando lo 0771.85275 o consultando il sito. 

Come arrivare

L’isola di Ventotene, è raggiungibile con gli aliscafi e i traghetti delle compagnie Alilauro  Vetor e Laziomar, con partenza da Formia. Verificare sempre gli orari, soprattutto in bassa stagione. Formia si raggiunge in auto dall’uscita Cassino dell’Autostrada del Sole. Da qui si arriva alla meta dopo circa 30 minuti sulla superstrada 

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