Egitto, come organizzare una crociera da sogno sul Nilo

Oggigiorno si parla spesso di overtourism, l’eccesso di turismo che compromette l’equilibrio di molte destinazioni, danneggiando i luoghi stessi e i residenti. Questo fenomeno è basato, purtroppo, su una dinamica in progressivo peggioramento: alcuni studi confermano che nei prossimi vent’anni – anche a causa della crescita esponenziale della classe media cinese e indiana – i L'articolo Egitto, come organizzare una crociera da sogno sul Nilo sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Mar 20, 2025 - 08:50
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Egitto, come organizzare una crociera da sogno sul Nilo

Oggigiorno si parla spesso di overtourism, l’eccesso di turismo che compromette l’equilibrio di molte destinazioni, danneggiando i luoghi stessi e i residenti. Questo fenomeno è basato, purtroppo, su una dinamica in progressivo peggioramento: alcuni studi confermano che nei prossimi vent’anni – anche a causa della crescita esponenziale della classe media cinese e indiana – i flussi turistici aumenteranno in tutto il mondo.

Nonostante questa problematica sia diventata scottante, al momento non esistono soluzioni univoche. Anche perché, alle sua fondamenta, c’è una questione di non semplice approccio: esistono destinazioni che possiedono bellezze e attrattive che non si trovano su itinerari alternativi. Se si visita Firenze, ha senso non entrare negli Uffizi solo per evitare una lunga fila? Se si vola a Singapore, è giusto non recarsi ai Gardens by the Bay solo perché rappresentano l’indirizzo più affollato e mainstream della città?

Scorcio del Nilo al tramonto. Immagini: Antonio Leggieri

La crociera sul Nilo: almeno una volta nella vita

Prendiamo ora l’Egitto. La crociera sul Nilo è uno di quei viaggi da fare almeno una volta nella vita. Il fiume sacro degli antichi egizi è lungo 6.650 chilometri: ai margini del suo corso spuntano e proliferano decine, centinaia di paesini, cittadelle e grandi città che nei secoli hanno trovato sostentamento grazie a risorse naturali come l’acqua dolce, le piante palustri e il pescato. Oggi il fondale del Nilo, a causa delle attività dell’uomo, è quasi privo di vita, ma la navigazione sulle sue acque resta una delle tre attività – le altre due sono l’agricoltura e il commercio – che tengono in vita l’economia egiziana.

La tratta principale: da Assuan a Luxor (e viceversa)

Ora, tornando alla questione di partenza: è di certo possibile, se si decide di percorrere parte del corso del Nilo a bordo di una barca o di un veliero, stilare una lista di città nubiane meno note da visitare; la tratta più interessante resta però la turistica Luxor-Assuan (e viceversa), che ospita alcuni tra i più incredibili esempi di architettura templare egizia giunti a noi. Dal momento che questo itinerario è sostanzialmente fisso, ciò che si può fare – piuttosto – per rendere unica la propria crociera sul Nilo è scegliere un’imbarcazione diversa da tutte le altre su cui godersi la navigazione.

Dahabeya, feluca e barche a motore: così si naviga sul Nilo

Ai giorni nostri il Nilo è solcato da diversi tipi di natanti tra cui le dahabeya (tradizionali imbarcazioni a vela egiziane), le feluca (più piccole e leggere delle dahabeya) e le barche a motore, che sono anche quelle più impattanti sull’equilibrio del fiume e del paesaggio circostante.

È per questo motivo che ad Assuan si sta costruendo una corniche che dovrebbe fungere da molo di sosta per molti di questi mezzi motorizzati, evitando arrivi e partenze da downtown.

“Delle oltre 350 motonavi che solcano le acque del Nilo sulla tratta Assuan-Luxor, oltre il 90 percento sono di fascia medio-bassa” ci spiega la nostra guida, Abu Elnagah Sayed Ismail, egittologo di lungo corso parlante italiano. “Solo 15-20 barche offrono un servizio sopra la media”.

L’elegante salone della Sun Boat IV

A bordo della Sanctuary Sun Boat IV

Una di queste è Sanctuary Sun Boat IV, di proprietà di Abercrombie & Kent – tour operator inglese di viaggi di lusso personalizzati che su questo tipo di itinerari collabora con l’operatore italiano Viaggi dell’Elefante, responsabile della vendita del pacchetto al cliente finale. Sun Boat IV è un piccolo, raffinato gioiello che si differenzia dalla concorrenza per la qualità dei servizi di bordo, di quelli offboard e del cibo servito agli ospiti.

La nostra stanza a bordo della Sun Boat IV

Lenzuola di cotone egiziano e finestre panoramiche

Le 38 suite (di cui 34 standard e 4 Superior) vista Nilo vengono pulite e riordinate due volte al giorno da personale in rapporto 1:1 con i passeggeri, lo standard consueto per un servizio a 5 stelle.
Le lenzuola dei letti sono di morbido cotone egiziano, a terra c’è il parquet, il teak esterno è in ottime condizioni, le finestre pavimento-soffitto permettono una visione generosa e romantica del fiume. A terra non si è mai lasciati da soli.

Qualunque spostamento – sia durante le escursioni che a ridosso delle partenze e degli arrivi – è assistito da personale che affianca i clienti fornendo loro supporto e assistenza. Infine, si diceva, il cibo.

Lo  chef che cucina (anche e bene) la pasta

La brigata di cucina è capitanata da Atef Ibrahim, chef che ha lavorato in Italia e in Francia e che non fallisce nella preparazione sia della pasta che della pâtisserie. Il punto forte sono però le ricette egiziane e mediorientali: koshary, muhammara, kunafa rolls, shaklama e zalabia che affiancano i più noti mutabal, babaganoush e hummus.

La varietà della frutta servita è una spia che spesso restituisce il livello del servizio offerto: oltre ai classici ananas, melone bianco e mele sulla Sun Boat IV sono impiattati frutti di bosco, avocado e guava. Niente manghi purtroppo, la loro stagione inizia a giugno.

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Nel centro: lo chef di bordo, Atef Ibrahim

Le esperienze a bordo

Tra un bagno nella piscinetta di bordo e una buona lettura accompagnata dagli echi salmodianti delle preghiere, dai muggiti attutiti delle vacche e dalle grida dei bambini che vivono e giocano a ridosso del fiume, la navigazione scorre lenta e rilassata, anche perché le notti che Abercrombie & Kent permette di trascorrere a bordo sono quattro, una in più delle tre di solito previste su questa tratta turistica.

I rituali e le esperienze proposti agli ospiti sono quotidiani e variano a seconda della giornata: c’è il tè delle cinque nella lounge; le cene sono à la carte, servite alle 19:30; vengono organizzati un pranzo barbecue all’aperto a metà crociera – da febbraio ad aprile in Egitto il clima è perfetto, né freddo né caldo – uno spettacolo di danza del ventre e di danza dei dervisci rotanti, l’ultima sera.

Una nota finale sul segnale Wi-Fi: la potenza è buona ma non paragonabile a quella di casa. Insomma, dimenticatevi per qualche giorno di YouTube e Netflix e approfittatene per praticare un po’ di detox tecnologico.

Per i più esigenti: la sala massaggi a bordo della Sun Boat IV

Il percorso e le escursioni

A bordo di  Sun Boat IV abbiamo navigato da Assuan a Luxor, scendendo dalla nave per ammirare i meravigliosi templi che spuntano lungo questa tratta. Le informazioni forniteci dalle nostre guide sono state dettagliate e numerose ed è impossibile riportare qui tutti gli spunti raccolti.

Abbiamo quindi estratto dalle tante pagine scritte a mano su una Moleskine da viaggio alcune curiosità che, pur nella loro telegraficità, possono restituire il senso delle meraviglie a cui si assiste durante questo breve ma splendido viaggio.

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Dettaglio dei templi di File

I templi da non perdere

Se si parte da Assuan, i primi templi a cui si accede sono quelli di File, monumento sacro eretto in onore di Iside. Questo complesso nasceva sull’omonima isola, che dopo la costruzione della vecchia diga di Assuan veniva inondata per diversi mesi l’anno.

Negli anni sessanta l’UNESCO decise di spostare la maggior parte dei monumenti in pericolo in luoghi più sicuri, tra cui l’isola Agilkia, oggi raggiungibile dai turisti a bordo di piccole imbarcazioni che fanno la spola dal molo.

Edfu e Karnak: i templi meglio conservati d’Egitto

Dopo la visita di Kom Ombo – tempio suddiviso in due sezioni, una dedicata al culto del dio coccodrillo Sobek, l’altra, di epoca più tarda, a quella del dio falco Horus – si giunge al tempio di Edfu, uno dei meglio conservati d’Egitto: ancora oggi, intorno al monumento, sono visibili i resti degli edifici amministrativi, dei magazzini e delle residenze dei sacerdoti di alto rango, gli unici che potevano accedere nelle camere in cui avvenivano i culti degli dei e le cerimonie sacre. All’interno del tempio, Abu ci indica alcuni geroglifici diversi dagli altri: “sono persone che gettano sale”, spiega, “pratica ancora oggi usata in Egitto contro malocchio e invidia”.

Infine, il tempio di Karnak, con la sua meravigliosa Sala Ipostila colonnata. “Gli egizi non usavano archi e, nonostante fossero abilissimi calcolatori, non sapevano con esattezza quante colonne servissero per sorreggere i soffitti dei templi, quindi preferivano eccedere” precisa la guida. A Karnak sono presenti ben 134 colonne disposte in 16 file: una vera e propria foresta di pietra che lascia i turisti attoniti per l’imponenza e la complessità della sua architettura.

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Una delle sale sacre del tempio di Edfu

Il Grand Egyptian Museum

Ultima tappa di questo viaggio, dopo essere volati da Luxor a Il Cairo, è il nuovo Grande museo egizio, inaugurato da pochi mesi e al momento visitabile in formula soft opening. L’edificio è monumentale: per costruirlo è stato speso un miliardo di dollari, di cui solo una parte minoritaria messi sul piatto dal governo egiziano – tra gli stati che più hanno supportato il progetto va menzionato il Giappone, che ha fornito un prestito finanziario di 300 milioni di dollari usati per la progettazione e la costruzione dello scheletro e degli interni del GEM.

Oltre ai meravigliosi reperti – centomila pezzi che coprono tutte le epoche della storia egizia, tra cui l’imponente statua di Ramesses II all’ingresso – ciò che colpisce l’occhio del visitatore è l’architettura stessa del museo, un mix suggestivo e perfettamente bilanciato tra antico e moderno.

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L’ingresso monumentale del GEM

In attesa del Grand Opening, nel luglio 2025

La struttura è ancora oggetto di lavori. “Secondo alcune indiscrezioni, l’attesissimo grand opening avverrà a luglio 2025, quando nel museo saranno visibili la maschera d’oro di Tutankhamun e il resto del tesoro del faraone” spiega Magdy Adly, la guida Abercrombie & Kent che ci ha accompagnato in questo tour privato. “Si sta anche lavorando a dei camminamenti che collegheranno il GEM alle piramidi di Giza, distanti un paio di chilometri dalle sale espositive”.

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Le piramidi di Giza viste dal GEM

Chi ha costruito davvero le piramidi?

Dopo la visita – durante il pranzo vista piramidi al Marriott Mena House, incluso nel pacchetto che Abercrombie & Kent propone agli ospiti – Magdy ci ha intrattenuto con un’interessante panoramica sulle leggende e le false credenze che coinvolgono il mondo degli antichi egizi. “Chi ha costruito le piramidi? Gli schiavi? Gli ebrei? Gli alieni? Molti fanno dietrologie spesso divertenti, ma la risposta esatta è: nessuno dei tre” spiega la guida.

“Le piramidi sono state erette da operai egizi specializzati e normalmente retribuiti, che durante le stagioni di inondazione del Nilo decidevano di impiegare la propria manovalanza spostandola dall’agricoltura alla costruzione dei monumenti funerari che poi, a causa dei tombaroli, si decise di interrare.

In entrambi i casi, gli egizi potevano contare su sistemi di edificazione molto ingegnosi. Usavano ad esempio rampe di mattoni, oggi ancora visibili, su cui trascinavano i blocchi di pietra come su delle slitte. Sono ancora molte, in realtà, le cose che non siamo riusciti a capire della loro arte. Ciò che però possiamo dire con certezza è che non ha molto senso parlare oggi di come si lavorava all’epoca usando la nostra mentalità moderna”.

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Al Marriott Mena House si pranza vista piramidi di Giza

Il tempo libero e gli hotel: come organizzarsi

Le guide lasciano di solito del tempo libero nei musei, nei templi e nei negozi. Il suk di Assuan merita una visita veloce: preparatevi, come accade d’altronde in tutti i suk, a dover gestire le numerosissime richieste d’acquisto da parte dei commercianti locali.

La città, una delle più calde e secche del mondo, appare abbastanza caotica: il traffico è convulso (mai però come quello de Il Cairo), molte abitazioni sono decadenti, la compravendita del cibo avviene in modo, come dire, creativo: non meravigliatevi di vedere fruttivendoli improvvisati nei cofani delle auto, grossi pezzi di carne appesi lungo le vie, bambini che vi porgono manciate di datteri in cambio di qualche sterlina.

Se allo street food preferite l’abbigliamento recatevi da Bayomi Cotton & Linen, dove a poco più di venti euro è possibile acquistare camicie di lino e pantaloni di ottima fattura.

Visita all’Egyptian Alabaster Factory

Luxor è più turistica di Assuan. Il poco tempo libero che abbiamo potuto trascorrere in città lo abbiamo impiegato per visitare l’Egyptian Alabaster Factory, in zona Qurna, dove si lavorano pietre locali come l’alabastro e dove è possibile acquistare, a prezzi spesso non economici, souvenir di ogni genere.

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Negozio di oggettistica tradizionale all’interno dell’Egyptian Alabaster Factory

Capitolo mance

Le mance non sono nella nostra cultura, ma in Egitto la pratica è andata via via diffondendosi. Spetta a voi decidere quanto lasciare e a chi, considerando che un euro vale circa 55 sterline egiziane, che un caffè costa circa 100-150 sterline e che di solito agli autisti privati si lasciano, a fine corsa, dalle 100 alle 400 sterline.

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Barchetta di legno usata per gli spostamenti dei turisti tra i moli e i templi

Gli spostamenti

Un viaggio come quello descritto in questo reportage porta con sé una logistica non troppo complicata, ma neanche semplice.

Bisogna prepararsi con cura, tenendo conto che occorre trascorrere almeno una notte a Assuan – noi abbiamo dormito al Mövenpick, meno lussuoso del leggendario Old Cataract, dove soggiornò Agatha Christie per scrivere il suo Assassinio sul Nilo, ma più economico – e a Il Cairo: nella capitale abbiamo soggiornato al Fairmont Nile City Hotel, cinque stelle che unisce spunti della tradizione egiziana all’efficienza dell’accoglienza americana.

La compagnia aerea per volare in Egitto

Il vettore privilegiato per i voli è ovviamente Egyptair, compagnia di bandiera egiziana che dallo scorso ottobre ha attivato una nuova rotta diretta tra Milano e Luxor disponibile ogni domenica, con partenza alle 17:50 (ora locale) e arrivo alle 23:05 a Luxor (ora locale).

Oltre ai due voli interni (da Il Cairo ad Assuan e da Luxor alla capitale) questo viaggio ha richiesto un volo A/R Malpensa-Il Cairo, su cui abbiamo sperimentato la classe business di Egyptair, che mette a disposizione degli ospiti tutti i principali plus della categoria tra cui pochette con amenities, cibo di qualità e sedili massaggianti e modificabili in posizione decollo, relax e sonno.

Egitto ancora più slow: due proposte

Un paio di tips finali per quei viaggiatori che hanno più giorni a disposizione e ricercano un’esperienza davvero lenta. Ricordate che esistono anche crociere di dieci giorni lungo tutto il corso del Nilo.

Se, al contrario, amate i treni e volete raggiungere Il Cairo da Assuan senza volare, potete salire sulla vecchia ferrovia, una delle più antiche del mondo, che collega le due città distanti tra loro 850 chilometri. Tempo di percorrenza: tra le 15 e le 20 ore.

 

 

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