Colli Berici: sorprese nelle cave. Cosa vedere e dove mangiare
Il calcare bianco, grigio, giallo è una presenza costante che traspare dalla fitta vegetazione dei Colli Berici, a sud di Vicenza. La pietra ha permeato la storia di questa ampia area collinare di 165 chilometri quadrati che agli albori del tempo era una barriera corallina, come testimoniano i tanti resti fossili. Già usata dai Paleoveneti L'articolo Colli Berici: sorprese nelle cave. Cosa vedere e dove mangiare sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Il calcare bianco, grigio, giallo è una presenza costante che traspare dalla fitta vegetazione dei Colli Berici, a sud di Vicenza. La pietra ha permeato la storia di questa ampia area collinare di 165 chilometri quadrati che agli albori del tempo era una barriera corallina, come testimoniano i tanti resti fossili.
Già usata dai Paleoveneti per le stele funerarie, dai Romani per altari, colonne, bassorilievi, così tenera che basta una sega per tagliarla, la pietra di Costozza, o pietra di Vicenza, ha accompagnato le vite tanto dei nobili quanto della povera gente. In entrambi i casi, i Colli Berici continuano a testimoniare le loro memorie: basta percorrere le strade sinuose fra il verde, i villaggi sui crinali, le silenziose vallate laterali. E soprattutto inoltrarsi nella penombra delle viscere di questa terra, che regala al corpo riparo alla calura e alla mente infinite storie.
Colli Berici: cosa vedere
Museo della pietra e casa rupestre La Sengia
“Un fulmine scese dal camino (…). Ho pregato tanto con la candela benedetta accesa, perché ci salvassimo”. Le preghiere di Adelaide Meoni, innalzate in una notte di tregenda del 1959, furono accolte. La donna però, con tutta la sua famiglia, lasciò per sempre quella casa poco fuori del paese di Zovencedo, oggi detta la Sengia dei Meoni.
Era stata una cava di pietra in un bosco a mezza costa, trasformata in abitazione chiudendo con un muro l’ingresso, riparo a poco prezzo di povera gente. Visitandola, arredata come allora e con le vecchie foto della famiglia Meoni, si comprende la fatica del vivere qui e di lavorare nella vicina priara (cava) de Cice, chiusa negli anni Trenta.
“Abbiamo documenti di estrazioni fin dal XVII secolo”, racconta Flavio Dalla Libera, storico dei Colli Berici. “Per dare testimonianza del lavoro nelle cave, il Comune di Zovencedo ha acquistato la priara de Cice e ne ha fatto un Museo della pietra”. Nella fresca penombra delle stanze ipogee, fra soffitti alti color avorio intagliati a strati, si ripercorre la vita degli scalpellini (info: scatolacultura.it).
D’estate qui si può assistere a spettacoli teatrali (musica lirica o teatro popolare) su un fantasmagorico palco di roccia. Prosegue Dalla Libera: “Dai fondovalle fino a oltre 400 metri, il territorio è fatto di doline e altipiani. Sia i covoli, cavità naturali formatesi nella roccia calcarea, sia le cave artificiali sono state usate come ricovero per uomini, animali, derrate. Come la grotta di San Bernardino, frequentata già 200 mila anni fa dall’uomo di Neanderthal”.
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Eremo di San Cassiano
La roccia era un rifugio basico per i contadini che coltivavano, sui terrazzamenti sopra Lumignano, piselli così teneri da essere graditi al Doge di Venezia. La roccia era casa anche per gli eremiti che vivevano a San Cassiano, un borgo aggrappato alla montagna. Ogni prima domenica del mese lo si può visitare, arrivando per un ripido sentiero.
Villa Trento Da Schio
La pietra di Vicenza, con il suo lieve color avorio, ha regalato bellezza e tecniche d’avanguardia alle ville nobiliari ed è stata ampiamente utilizzata da Andrea Palladio. A partire dal Cinquecento, poi, le ville sui Colli Berici furono costruite intorno alle cave, collegate a esse con i “ventidotti”, tunnel di mattoni che incanalavano l’aria fresca proveniente dal ventre della terra fino alle stanze delle ville: fuoriusciva da griglie in pietra belle come pizzi.
Così è a Villa Trento Da Schio, a Longare, tre eleganti residenze seicentesche in uno scenografico giardino con statue in pietra di Vicenza dello scultore Orazio Marinali, il cui atelier era in una grotta affrescata all’interno della proprietà. “Dato che ogni villa aveva il suo sistema di ventidotti, le canalizzazioni furono tutte convogliate nella Aeolia, il ‘carcere dei Venti’, un punto di snodo di pertinenza della vicina villa Trento Carli”, chiosa il conte Giulio Da Schio. “Il fresco di questo edificio era tale che Galileo Galilei, ospite della locale Accademia letteraria, si prese i reumatismi”.
In un’ampia grotta c’è anche la cantina della villa: a fine Ottocento un conte Da Schio importò Cabernet e Pinot Nero dalla Francia, dando impulso a una ricca attività enologica.
“La storia di vigne e vino incrocia quella dei capolavori dell’architettura e quella dei covoli in cui, secondo un trattato dell’anno Mille, il vino era conservato”, commenta Giovanni Ponchia, direttore del Consorzio tutela vini Colli Berici e Vicenza.
“Roccia calcarea, argille rosse e basalti vulcanici producono rossi di personalità, come il Carmenere, diffuso da due secoli. Il nostro vino autoctono è il Tai Rosso, color rubino, piacevole sia in una versione giovane e fresca, sia in una più invecchiata e strutturata”.
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Teatri nelle cave e b&b
L’invecchiamento dei vini non è l’unica attività sotterranea. A Costozza la parete rocciosa verticale nasconde quattro abitazioni rupestri costruite all’imbocco di una grande cava. Simone Squaiella, ex direttore generale di una multinazionale, e Marta Tonello, ex manager, le hanno trasformate nelle camere di un b&b, Chez Les Grottes, e in un’accogliente Spa.
Nella grande bocca della cava di un chilometro quadrato, invece, è stato allestito un teatro al riparo dalla calura estiva. Durante la Seconda guerra mondiale qui vi fu una fabbrica tedesca di motori per aerei, dove lavorarono tremila persone; lo scorso settembre Simone Squaiella ha rappresentato la sua prima opera teatrale, Processo alla coscienza di Andrea Palladio.
Un altro palco, su cui il regista e drammaturgo Marco Paolini portò l’opera Il Sergente, dedicata a Mario Rigoni Stern, è firmato dall’archistar David Chipperfield e si specchia sull’acqua, con un gocciolare rimbombante nella vastità della sala ipogea. È la Cava Arcari, a Zovencedo, della famiglia Morseletto, “taiapiere” (tagliapietre) dal 1920, che hanno lavorato con architetti del calibro di Carlo Scarpa e Frank O. Gehry (per prenotare una visita: comunicazione@morseletto.com).
Tutt’altra attività quella dei fratelli Rigoni. Il padre negli anni Settanta lasciò il fresco dell’altopiano di Asiago per quello delle cave di Costozza, iniziando a coltivare funghi pioppini in grotta, seguendo la tradizione già presente a inizio Novecento (funghigrottedicostozza.com).
Sui Colli Berici l’attività estrattiva prosegue. Alle Cave Grassi, nella valle di Gazzo, si estrae a oltre 200 metri di altitudine la pietra bianca, più in basso quella gialla e grigia. La loro Cava Acque è un’esposizione di sculture, elementi d’architettura e d’arredo realizzati con questa pietra duttile.
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Parco Ex Cava del Volto e il Cras del WWF
La Cava del Volto a Costozza è, invece, sede del progetto LIFE, finanziato da Cariverona e da Regione Veneto per il recupero dell’ambiente naturale e della biodiversità.
“Entro il 2026 restituiremo questo sito di interesse comunitario agli abitanti”, spiega Andrea Dellai, assessore all’ambiente di Longare. “Questo è l’habitat del falco pellegrino, dei caprioli e di molti uccelli migratori. Stiamo ripiantando specie autoctone come carpini, querce, castagni, ripristiniamo sentieri e aree di sosta con materiali di recupero. Vogliamo preservare il valore di questo territorio, con la candidatura al programma MAB (Man and the Biosphere, l’uomo e la biosfera) dell’Unesco”.
Custodire il territorio significa anche preservarne gli abitanti, umani e no. A Villabalzana, su un’area di tre ettari di prati, boschi e cave ha sede il Cras, Centro recupero animali selvatici, dove 38 volontari, con l’associazione Difesa Natura 2000 Colli Berici, curano gli animali vittime di incidenti e di cacciatori di frodo.
“Abbiamo creato uno stagno per le rane, le libellule, i germani reali, le api. Nelle gabbie curiamo ricci, falchi pellegrini, barbagianni, caprioli”, elenca Bertillo Conte, del Cras. “Facciamo attività didattica per le scuole, usando la cava per proiettare un video girato di notte con le fototrappole. Ma non da novembre a gennaio, per non disturbare i pipistrelli che svernano al buio”. E sorride a Lulù, femmina di capriolo, la prima a essere salvata, 13 anni fa.
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Come arrivare
In auto: da Milano, autostrada A4 fino a Vicenza ovest, quindi si continua lungo la SP 247 fino a Longare.
In treno: si arriva a Vicenza sia con Trenitalia (trenitalia.com), sia con Italo (italotreno.it). Da Vicenza a Longare, bus E28.
Dove dormire
1 B&b Chez Les Grottes
Stanze in grotta e una piccola Spa molto suggestiva. Da vedere il teatro nella cava.
Indirizzo: via delle Grotte 15, Costozza di Longare (Vi) Tel. 342.78.24.274 Web: chezlesgrottes.com Prezzi: doppia b&b da 200 a 230 €
2 Alloggi Del Rèbene
In un borgo del Cinquecento in pietra di Vicenza. I proprietari organizzano degustazioni dei loro vini e oli.
Indirizzo: via Bertoldi 25, Zovencedo (Vi) Tel. 0444.20.63.44 Web: delrebene-oliovino.it Prezzi: doppia b&b da 100 €, minimo due notti
3 B&b Loggia Dal Lago
Un ampio appartamento sul lago di Fimon, uno dei luoghi più tranquilli e ameni dei Colli Berici.
Indirizzo: via Lago di Fimon 94/1, Arcugnano (Vi) Tel. 347.63.12.097 Web: labodallago.it Prezzi: doppia b&b da 75 a 160 €
4 Agriturismo Le Vegre
Camere nella soffitta di una villa del Quattrocento, all’interno di un’azienda vinicola del Consorzio Vini Colli Berici.
Indirizzo: via Vegre 36, Arcugnano (Vi) Tel. 338.53.49.883 Web: fattorialevegre.it Prezzi: doppia b&b, 100 €
Dove mangiare
5 Antica trattoria e bar agli Olmi
Catia Santiago in cucina è una garanzia. Provare la trilogia di baccalà e i tagliolini al tartufo nero dei Berici.
Indirizzo: via Palma 18, Mossano (Vi) Tel. 0444.89.34.23 Web: anticatrattoriaagliolmi.it Prezzo medio: 35 €
6 La Vecia Priara
All’imbocco di una cava, ha una spettacolare sala nella roccia e una saletta molto scenografica. Ottimi i bigoli al cinghiale e la pernice al forno.
Indirizzo: via San Nicolò 41, Arcugnano (Vi) Tel. 0444.27.30.17 Web: allaveciapriara.it Prezzo medio: 40 €
7 Trattoria Al Volto
Accogliente, con camino e i piatti della tradizione. Meritano il risotto con la zucca e il tartufo nero e il tagliere, soppressa, coppa, lardo con la giardiniera fatta in casa.
Indirizzo: via Volto 39, Costozza di Longare (Vi) Tel. 0444.55.118 Web: trattoriaalvolto.it Prezzo medio: da 35 €
8 Antica trattoria Al Sole
Squisite carni alla griglia. In stagione, provare l’insalata di porcini crudi e i tagliolini con le finferle.
Indirizzo: via Fontana Fozze 2/1, Castegnero (Vi) Tel. 0444.73.02.11 Web: anticatrattoriaalsole.com Prezzo medio: 40 €
9 Osteria La Botte del Covolo
Nell’antica ghiacciaia di Villa Da Schio. Per un bicchiere di vino con un tagliare o un panino.
Indirizzo: p.za Garzadori Da Schio 2, Costozza di Longare (Vi) Tel. 0444.55.55.40 Fb: La Botte del Covolo Prezzo medio: 15 €
10 Trattoria Zamboni
Grandi vetrate sui colli. Ottimo il flan di bruscandoli su fonduta di Gran Pennar di montagna e le tagliatelle con i piselli di Pozzolo. Indirizzo: via S.Croce73, Lapio (Vi) Tel. 0444.27.30.79 Web: trattoriazamboni.it Prezzo medio: 45 €
11 Trattoria Sabrina
Cucina autentica. Baccalà alla vicentina, bigoli verdi ai piselli, carne alla brace.
Indirizzo: via Verdi 10, Villaga (Vi) Tel. 0444.88.60.30 Web: trattoriasabrina.it Prezzo medio: 30 €
Cosa comprare
12 Cantina Mattiello
Grande vocazione per i rossi per questa cantina dei primi del Novecento.
Indirizzo: via Volto 57, Costozza di Longare (Vi) Tel. 347.41.25.041 Web: cantinamattiello.it
13 Azienda agricola Zanotto
Soppresse venete e carni di ottima qualità.
Indirizzo: via Covolo 47, Arcugnano (Vi) Tel. 0444.55.07.14
14 Grassi Pietre
Si visita su appuntamento la Cava Acque e si acquistano oggetti e sculture in pietra di Vicenza.
Indirizzo: via Madonetta 6, Nanto (Vi) Tel. 0444.73.06.23 Web: grassipietre.it
15 Azienda agricola Ranch dei Mulini
Zafferano dei Berici, miele, liquori, e l’occasione di fare equiturismo.
Indirizzo: via Covolo 17, Fimon di Arcugnano (Vi) Tel. 335.79.15.164 Web: ranchdeimulini.it
17 Museo della pIetra e casa rupestre La Sengia
Storia e tradizioni delle cave di pietra.
Indirizzo: via Pitton 1, Zovencedo (Vi) Web: scatolacultura.it
Altre informazioni:
Consorzio tutela vini Colli Berici e Vicenza: consorzio.bevidoc.it
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