Ciaspolata al tramonto sul Monte Padrio
Itinerario breve, ricco di curiosità geologiche e naturali, al confine tra Valtellina e Valle Camonica, in Lombardia. Una montagna per tutti, che si presta per escursioni anche a fine giornata L'articolo Ciaspolata al tramonto sul Monte Padrio proviene da Montagna.TV.

Monte Padrio? Sì, dal latino “Padrius”, ossia terreno ereditato dal padre. Non vi aiuto? Se dicessi Trivigno? Ancora nulla? Di certo con Aprica strapperei un “sì, ci sono stato a sciare una volta!”.
Nessuna veloce pennellata sulle candide piste questa volta ma una pacifica e tranquilla escursione ad una delle cime più panoramiche delle Alpi Centrali. Non solo la veduta dal Cervino all’Adamello rende unico questo percorso ma la grande varietà di aspetti geologici e naturalistici, racchiusi in meno di 4 chilometri.
Il Padrio, o “Colmo di Trivigno”, così chiamato nella guida del CAI, è così interessante da essere quasi conteso tra Tirano, in provincia di Sondrio, e Corteno Golgi, in quella di Brescia, a cavallo quindi tra Valtellina e Valle Camonica. Tuttavia la spaccatura più grande non è un confine disegnato dall’uomo ma, in scala ben più grande, è la linea Insubrica. Ovvero il lineamento tettonico che corre lungo tutte le Alpi ed esprime lo scontro tra Placca Europea ed Africana. Salendo al Padrio si potrebbe avere il piede sinistro in Europa e il destro in Africa! Ironia a parte, questo sistema di faglie è il motivo per cui troviamo scisti a sud, rocce tipiche delle Alpi Centrali, e gneiss a nord, tipici delle Calcaree Meridionali.
Rispetto alle scoscese vallate del Parco delle Orobie Valtellinesi qui ci troviamo tra morbidi panettoni e pianeggianti radure, risultato dell’erosione glaciale del quaternario. Le piane del Mortirolo, di Trivigno e del Pian di Gembro ne sono esempi ben visibili. Quest’ultima, ad una manciata di km da Aprica, è una Riserva Naturale dove si può osservare l’ambiente di una vecchia torbiera glaciale tra salamandre, tritoni e piante carnivore, come la Drosera.
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L’itinerario
Partenza e arrivo: Aprica (SO), località Trivigno
Dislivello: + 370m
Tempo di percorrenza: 3 ore (a/r)
Difficoltà: E
Per raggiungere, dal Centro fondo di Trivigno, i 2153 metri della vetta bastano un paio d’ore. Il percorso inizia lungo la strada che d’estate porta al Passo del Mortirolo ed è sempre evidente grazie ai cartelli e alle tracce lasciate dai numerosi escursionisti diretti verso la vetta. Indossate le ciaspole si alza la testa verso la meta e subito ci si stupisce per una marcata spaccatura che dalla vetta corre lungo il versante ovest. Il “Vallone del Santo” si snoda fino all’Aprica ed è il risultato del lavoro di miliardi di litri di acqua.
Lasciati i pascoli ora dormienti ci si addentra nella magia del bosco che, vista la quota, è popolato soprattutto da aghifoglie con qualche rara betulla e faggio. Siamo nell’ombrosa casa dell’abete rosso, detto anche peccio, con la sua forma ad albero di Natale, e del meno diffuso abete bianco, con le sue caratteristiche due strisce bianco-azzurre sulla pagina inferiore dei corti aghi. Qua e là sbuca qualche pino cembro con i suoi lunghi aghi raccolti a ciuffetti di cinque. Ma il vero re è quel tronco a tratti ritorto e spogliato da ogni foglia con i rami ricoperti da barbe grige e verdine: il larice, l’unica conifera caducifoglie.
Salendo, con il sole alle spalle che inizia ad arrossire, si esce dal bosco e l’ampia cresta è sorvegliata solo da radi larici ed arbusti, come rododendri e mirtilli, affioranti dalla neve.
Gli ultimi raggi accolgono sulla vetta segnata da una variopinta croce con ai suoi piedi l’immancabile libro dove siglare per sempre questo momento magico. Proprio da quel rosso disco all’orizzonte la vista inizia un viaggio quasi mistico in senso orario. Si parte dal Monte Rosa, avvicinandosi poi al Disgrazia, al massiccio del Bernina, alla Cima Piazzi e al Gruppo Ortles-Cevedale ed, infine, con ormai la schiena al tramonto, al Gruppo dell’Adamello. Seguendo la lunga cresta delle Alpi Orobie Valtellinesi le luci delle piste di Aprica ed i primi gatti delle nevi al lavoro catturano lo sguardo riportano alla realtà.
E’ tempo di indossare la lampada frontale per tornare sui propri passi, alzando ogni tanto la testa verso la Luna, la luminosa Venere e, per i più esperti, andando a caccia delle Pleiadi e di Cassiopea o, semplicemente, esprimendo un desiderio, da lasciare nella gelida aria dell’inverno.
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Come arrivare
Chi parte da Milano deve risalire tutta la sponda orientale del Lago di Como, quindi seguire le indicazioni per Sondrio. Da qui si continua sulla SS 38 fino a Tresenda dove si trova il bivio che sale all’Aprica (SS 39). Si seguono quindi le indicazioni per Trivigno che si raggiunge salendo epr 14 km una strada tortuosa ma sempre mantenuta pulita dalla neve.
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