Intervista a 9ova: “Per fare musica serve qualcuno che ti tuteli, non chi punta ai soldi e alla fama”
Intervista 9ova, fuori dal 14 marzo 2025 con il suo primo EP, L’estremità del cerchio. Lorenzo Fumasi nasce a Varese nel 2001 e sin da bambino cresce circondato dalla musica: ricorda ancora quando in macchina erano gli album di Michael Jackson a far da colonna sonora dei viaggi di famiglia, di cui ancora oggi ne […] L'articolo Intervista a 9ova: “Per fare musica serve qualcuno che ti tuteli, non chi punta ai soldi e alla fama” proviene da All Music Italia.

Intervista 9ova, fuori dal 14 marzo 2025 con il suo primo EP, L’estremità del cerchio.
Lorenzo Fumasi nasce a Varese nel 2001 e sin da bambino cresce circondato dalla musica: ricorda ancora quando in macchina erano gli album di Michael Jackson a far da colonna sonora dei viaggi di famiglia, di cui ancora oggi ne conserva le vecchie cassette del padre.
Dopo aver iniziato a suonare il basso a soli 10 anni in adolescenza inizia ad esibirsi nei locali della provincia con la sua band.
L’amore per l’hip-hop, invece, nasce successivamente, in strada, e lo porta ora a pubblicare un EP con Warner Music Italy.
In occasione di questo debutto abbiamo scambiato qualche battuta con lui. Trovate la versione scritta a seguire mentre, per i più pigri, nei reel di Instagram c’è la versione video.
INTERVISTA A 9OVA
Questo album è la tua storia, la tua vita di provincia e anche quella di chi ti circonda. Cosa hai ‘guadagnato’ e cosa pensi di avere ‘perso’ a livello umano durante la crescita?
Questo percorso mi ha consapevolizzato, ho perso rapporti, ricreati dei nuovi e riallacciati altri. È un percorso in cui la musica è stata la nostra forma di espressione, ma lo scopo che va oltre alla musica è sempre rimasto quello di amplificare la voce dei pochi. Perderci è difficile, direi più sacrificare delle cose per guadagnarci su altre, ne varrà la pena tutto.
Tormento e Quentin40 sono i due ospiti. Un giovane talento e un’icona del rap. Com’è stato lavorare con entrambi?
Sono entrambi due penne meravigliose, hanno un modo di descrivere la vita senza filtri, sono anche loro alla ricerca del vero. Tormento mi ha fatto da mentore dopo aver chiuso il pezzo, che abbiamo realizzato in modo spontaneo solo conoscendoci. Siamo andati da Pitch (manager di 9ova, ndr) e ci siamo ascoltati l’EP in studio. Torme era super preso bene, mi ha aperto il suo mondo dandomi chicche sulla scrittura, il padre di ‘sta roba.
Quentin è un amico, abbiamo chiuso il pezzo in un pomeriggio in studio, siamo persone molto simili. L’intesa ci ha portato a fare subito quello che avevamo in mente. Acqua & Olio era il brano più sentimentale dell’EP, lui è riuscito a dare un valore aggiunto, amo il suo
modo di descrivere.
La musica, inevitabilmente, porta gli artisti ad allontanarsi da casa anche per lunghi periodi. Ti spaventa questa cosa?
Casa ho sempre cercato di crearla con la mia gente, le mie persone, la famiglia, sono connesso a questo tipo di “Casa”. Siamo nati in provincia come cani randagi, in una bolla che anche quando sembra andare tutto bene in realtà non va niente: mancanza di input e di movimento ci hanno costretto a non fare della “casa” una struttura di quattro mura, quindi ciò che mi spaventa è non avere “vicino” le mie persone.
“Dicevano sei fuori dai canoni, ora chiedono i consigli” dici in Sotto lo 0. Qual è il consiglio che vuoi dare a chi inizia a muovere i primi passi ora e qual è il consiglio migliore che hai ricevuto per fare questo lavoro?
I consigli che mi sono stati dati sono veramente pochi, quelli giusti. Le persone, soprattutto in provincia, tendono ad avere una rivalsa sugli altri quando poi hanno il consiglio giusto. Ho sempre cercato di ascoltare le persone che capissero realmente di cosa avessi bisogno, questo è il consiglio che mi sento di dare! Segui chi realmente vuole il tuo bene, cura i tuoi interessi e ti tutela, gli stream i soldi la fama ecc. sono conseguenze; dico anche di non seguire mai chi mette queste cose come obiettivo, finisci per bruciarti il viaggio, che è l’unica cosa che conta, l’arrivo lo conoscono tutti.
“Dal balcone di casa ho visto varie scene”. In Varie Scene fai una sintesi di cosa hai visto ma quale di queste, belle o brutte, ricordi di più? Quella che ti ha segnato di più?
Le scene viste dal balcone è un presa di posizione, scelgo di non scendere in cortile a vivere i giri soliti, ma di guardare e rivedermici dalla finestra, di vedere ragazzi che si
muovono ai nostri ritmi, dettati da una società che ti illude di essere sempre in ritardo, di cercare soldi in qualsiasi modo possibile. Non ho una scena specifica, non ci sono scene più belle o più brutte, ce ne sono di varie però, ed ognuna ha una sua storia, una di quelle è la mia.
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