Giorgia Fumo, “Ho scoperto la stand up comedy in Sudafrica”

È uno dei talenti di spicco della comicità italiana. Il suo nome è Giorgia Fumo, professione stand up comedian o, comedienne, al femminile francese, come preferisce definirsi. Per conoscere i motivi della sua ascesa basta assistere a “Vita Bassa”, lo spettacolo in tour in tutta Italia (fino al 6 marzo a Milano, al Teatro Manzoni, poi altre L'articolo Giorgia Fumo, “Ho scoperto la stand up comedy in Sudafrica” sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Mar 13, 2025 - 17:20
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Giorgia Fumo, “Ho scoperto la stand up comedy in Sudafrica”

È uno dei talenti di spicco della comicità italiana. Il suo nome è Giorgia Fumo, professione stand up comedian o, comedienne, al femminile francese, come preferisce definirsi. Per conoscere i motivi della sua ascesa basta assistere a “Vita Bassa”, lo spettacolo in tour in tutta Italia (fino al 6 marzo a Milano, al Teatro Manzoni, poi altre 12 tappe da Udine a Bari), un mix sapiente di risate e riflessioni sulle contraddizioni della nostra società, a partire dai millennial, la generazione di “nuovi adulti” di cui lei stessa fa parte.

Un successo ottenuto con tenacia e determinazione: ex ingegnere consulente di Market intelligence, per cinque anni ha condotto una doppia vita, affidando a quella notturna, sul palco, l’espressione del suo talento più ironico e creativo.  Poi la metamorfosi definitiva, anche grazie alla consacrazione di Italia’s Got Talent (Sky Uno), di cui è stata una delle protagoniste nel 2021. Ma l’approccio scientifico non è andato perso, ha solo cambiato direzione: nel suo libro “Ingegneria della vita adulta. Manuale vago per farcela a farcela” (Harper Collins), Giorgia stila un dettagliatissimo prontuario per imparare a raggiungere la sospirata maturità. Anche in viaggio.

giorgia fumo
Il libro di Giorgia Fumo, prontuario semiserio per imparare a “stare al mondo” (HarperCollins)

Nata a Roma, cresciuta in Sardegna e studentessa a Pisa. Che cosa le è rimasto di questi luoghi?
«Di Roma mi è rimasto l’accento e forse la voglia di trovare qualcosa di divertente anche nelle cose più quotidiane della vita (in fondo, nessuno può scrivere battute migliori di una cassiera romana in una giornata no). Dalla Sardegna credo di aver ereditato una gigantesca stima per le autrici e le donne forti (da Eleonora D’Arborea a Michela Murgia, che leggiamo fin da piccole) nonché l’amore per il teatro comico locale, mentre è a Pisa che ho iniziato la mia doppia vita, da ingegnere e da improvvisatrice teatrale».

In un suo monologo, anche su YouTube, ironizza sui millennial per i quali i viaggi sono “esperienze”…
«Se tu chiedi a una ragazza tra i 25 e i 30 anni cosa farebbe se avesse tempo e denaro, lei ti risponderà “Cosa sono le cose? Voglio fare solo viaggi, esperienze lontano da tutto, tipo l’India…”, ma se l’India è piena di gente!».

Qual è il suo vero ideale di viaggio?
«Sono una “comoda”. Amo la vacanza al mare tra passeggiate e monumenti da visitare, ma con calma, visto che sono sempre in tour. Gran parte dei miei viaggi include esperienze teatrali all’estero, come il Fringe Festival di Edimburgo, o Londra e New York dove non manco mai di andare a vedere qualche show. Per me è davvero imprescindibile».


Nel suo libro Ingegneria della vita adulta dà le sue istruzioni per “diventare grandi”. Quali sono i consigli per imparare a viaggiare in modo maturo?
«Non voglio fare spoiler, ma se leggete il test “Che viaggiatore sei”, scoprite che i due modelli opposti di viaggiatore, di solito, si sposano tra loro».

Perché preferisce non parlare di “comicità femminile”?
«Non capisco perché sia importante il genere quando si parla di comicità femminile, visto che non si sottolinea mai quando si parla di quella maschile. Tutto qui».

Quali sono le domande che i suoi follower le fanno più frequentemente? 
«Molti mi scrivono per avere suggerimenti su come passare da una vita da ufficio a una basata sulla propria passione, ma non ci sono ricette magiche, bisogna solo lavorare duramente su entrambi i fronti. L’unico suggerimento, come racconto in un reel dedicato all’argomento, è prepararsi bene alla fase “cringe“, il momento imbarazzante in cui scopri che al tuo evento si sono presentati in due e, dalle foto che pubblichi sui social, tutti, famiglia, amici e colleghi, sanno che “stai facendo una cosa che non porta risultati”. È una fase critica, dalla durata variabile, ma è importante capire che non si può evitare».

Giorgia Fumo è in tournée con il suo spettacolo “Vita bassa” fino al 30 maggio. Foto di Laila Pozzo

Viaggiare spesso significa adattarsi. Qual è stato il momento in cui ha dovuto improvvisare di più?
«Nei primi anni era tutto al risparmio. Prima della mia selezione per Italia’s Got Talent ho dormito in un hotel talmente brutto che mi sono comprata una tuta e un lenzuolo e mi ci sono avvolta per poter dormire. Un’altra volta, invece, mi sono sistemata sul divano della sala prove del teatro Filodrammatici di Milano perché l’amica che mi ospitava non era ancora tornata a casa e non avevo le chiavi…».

C’è stato un incontro fatto in viaggio che è diventato un aneddoto irresistibile per uno spettacolo?
«Le mamme nordiche di cui parlo anche nello show, con i loro perfetti bambini montessoriani, che a 4 anni possono già aprire un mutuo… è uno dei primi pezzi che ho scritto ed è tutto vero!».

È mai cambiato il suo modo di vedere la vita, o di fare comicità, grazie a un viaggio?
«Il primo show di stand up comedy della mia vita l’ho visto durante un viaggio in Sudafrica. Lì mi dissi: “io quella cosa la posso fare”. Poi sicuramente il Fringe Festival di Edimburgo, perché vedi così tante performance da avere il mal di testa per le idee che ti vengono. Ma anche fare un pomeriggio di improvvisazione a New York o vedere gli show nel West End a Londra ha cambiato il mio modo di approcciarmi alla comicità. Mi ha permesso di capire che c’era gente con un modo di fare stand up comedy come il mio, nonostante molti pensassero che la mia precedente esperienza nell’improvvisazione teatrale fosse inutile».

E se dovesse individuare un momento o un posto che ha contribuito a farle decidere di cambiare vita e dedicarsi alla stand up comedy?
«Milano e il mio camerino del Teatro Filodrammatici. Lì ho iniziato il mio conto alla rovescia: volevo che il teatro diventasse il mio ufficio».

Ha un suo luogo del cuore in cui riconnettersi con sé stessa?
«Una spiaggia del sud Sardegna. Scusate se non ne rivelo il nome, questione di sopravvivenza!».

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DOVE People è a cura di Manuela Florio

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