Spirit esce dal Chapter 11 e punta sui clienti premium
Dopo soli quattro mesi, si è chiusa la procedura fallimentare della compagnia aerea ultra low cost Spirit Airlines. Spirit Aviation Holdings, la società madre della compagnia aerea, è uscita dalla protezione del Chapter 11, la principale legge fallimentare statunitense, dopo aver completato una ristrutturazione finanziaria che le dovrebbe garantire una stabilità finanziaria nel lungo periodo. Il piano di ristrutturazione era stato approvato in tribunale lo scorso mese. Continue reading Spirit esce dal Chapter 11 e punta sui clienti premium at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Dopo soli quattro mesi, si è chiusa la procedura fallimentare della compagnia aerea ultra low cost Spirit Airlines. Spirit Aviation Holdings, la società madre della compagnia aerea, è uscita dalla protezione del Chapter 11, la principale legge fallimentare statunitense, dopo aver completato una ristrutturazione finanziaria che le dovrebbe garantire una stabilità finanziaria nel lungo periodo. Il piano di ristrutturazione era stato approvato in tribunale lo scorso mese. Nel frattempo, la compagnia aerea ha continuato a operare i suoi voli.
LA RISTRUTTURAZIONE
Grazie alla ristrutturazione, Spirit ha convertito circa 795 milioni di dollari di debito in azioni. L’azienda ha inoltre ottenuto un investimento di 350 milioni di dollari dai suoi attuali investitori, con l’obiettivo di sostenere iniziative di crescita, tra cui il miglioramento dell’esperienza dei passeggeri. «Questo processo ci ha permesso di continuare la nostra trasformazione e di investire nell’esperienza del cliente», ha affermato Ted Christie, presidente e ceo di Spirit Airlines. «Ci impegniamo a ridefinire i viaggi low cost offrendo nuove opzioni di viaggio ad alto valore».
OFFERTA PREMIUM
Spirit, infatti, ha intenzione di cambiare (in parte) volto: restando una low cost, vuole puntare a un servizio premium, per un’operazione che, secondo le stime, genererebbe il 13% in più di entrate per passeggero. Ora, per attrarre i nuovi potenziali passeggeri, la compagnia prevede di riprogettare il programma di fidelizzazione e di stringere alleanze con altri vettori. L’obiettivo è togliere quote di mercato a Southwest, la maggiore low cost degli Stati Uniti, che ha deciso, per la prima volta, di far pagare ai passeggeri l’imbarco dei bagagli, uniformandosi alle altre compagnie aeree low cost in una fase di domanda debole sul mercato statunitense. Per raggiungere la profittabilità, inoltre, Spirit taglierà il 10% della sua flotta e ridurrà la forza lavoro.
A seguito della ristrutturazione, Spirit ha annullato le azioni ordinarie precedentemente emesse e prevede di quotare nuovamente le proprie azioni su una borsa valori «non appena possibile», ha comunicato la società.
TRA DEBITI E FUSIONI MANCATE
Spirit era finita in fallimento lo scorso novembre – primo grande vettore statunitense a richiedere il Chapter 11 dal 2011 – dopo anni di difficoltà finanziarie e tentativi di fusione falliti: quando aveva richiesto il Chapter 11, risultava in perdita di oltre 2,5 miliardi di dollari dall’inizio del 2020. Ora, proverà di nuovo a volare da sola: poco importa se la rivale Frontier, che a lungo ha cercato di acquistarla, crede che non ce la farà. Non è detto, però, che in futuro non possa succedere, dato poi che c’è maggiore fiducia in un nuovo corso dell’antitrust sotto l’amministrazione Trump, che potrebbe permettere maggiori M&A.