The Substance, la recensione del cult body-horror

Spente le fatidiche cinquanta candeline, la star di Hollywood Elisabeth Sparkle scopre di essere stata licenziata dallo show televisivo sull’aerobica che conduceva da ormai molto tempo per via della sua età e che sarà sostituita da una collega più giovane. Un ché di inaspettato per un’attrice la cui fama l’aveva portata ad avere anche una […]

Mar 14, 2025 - 18:03
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The Substance, la recensione del cult body-horror
The Substance

Spente le fatidiche cinquanta candeline, la star di Hollywood Elisabeth Sparkle scopre di essere stata licenziata dallo show televisivo sull’aerobica che conduceva da ormai molto tempo per via della sua età e che sarà sostituita da una collega più giovane. Un ché di inaspettato per un’attrice la cui fama l’aveva portata ad avere anche una stella sulla Walk of Fame, un riconoscimento ambitissimo da chiunque lavori in quel mondo apparentemente dorato.

Vittima di un incidente al volante in preda a rabbia e umiliazione, in ospedale Elisabeth riceve una chiavetta USB da un misterioso infermiere, al cui interno vi è del materiale che pubblicizza The Substance, un’innovativa droga che promette di creare una versione di se stessi più giovane, bella e idealizzata. Inizialmente la protagonista se ne tiene alla larga, ma infine cede e telefona alla fantomatica azienda per ordinare il miracoloso siero. Siero che dopo iniettato genererà una copia perfetta di lei, che prenderà il suo posto a settimane alterne. Le due versioni infatti dovranno sostituirsi con regolarità o altrimenti ne pagheranno amare conseguenze…

The Substance, recensione: questione di sostanza

Agli Oscar è rimasto quasi a bocca asciutta, aggiudicandosi esclusivamente la statuetta (sacrosanta) per il miglior trucco e acconciatura, ma con la profonda delusione di non aver visto Demi Moore – pur data per favorita alla vigilia – trionfare come attrice non protagonista. Ora anche chi non l’ha visto in sala può finalmente recuperare The Substance, data la sua entrata nel catalogo di Paramount+, e cimentarsi con la visione di una delle vere e proprie sorprese della scorsa stagione cinematografica.

Un body-horror con un successo tale di critica e di pubblico non si era forse mai visto, tanto che tra i vari premi segnaliamo anche quello per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes. Sceneggiatura che è una sorta di aggiornamento in forma di lungometraggio di un precedente lavoro della regista Coralie Fargeat, ovvero il corto Reality+ (2014). Qui il tutto ovviamente potenziato, sin a cominciare da quei disturbanti effetti speciali prostetici che ci accompagnano via via nell’incubo.

Specchio, specchio delle mie brame

Un film utile e necessario per riflettere sulle logiche dello star system, dove invecchiare – soprattutto se si è donna – vuol dire finire nel dimenticatoio, con l’ossessione per l’eterna giovinezza che è la base di questa narrazione progressivamente più nevrotica e inquieta, pronta a trascinare di forza lo spettatore nell’incubo, psicologico ma anche e soprattutto fisico, affrontato dalla protagonista, vittima sì dei propri sbagli ma anche di un mondo mediatico corrotto e spietato.

L’estetica pop e colorata, con la doppelganger ringiovanita affidata ad una sexy ed esuberante Margaret Qualley e un villain sopra le righe di un Dennis Quaid gigione come non mai, fa da contraltare all’anima horror che carbura minuto dopo minuto e chi si poteva attendere che le sequenze più forti potessero essere ormai alle spalle dovrà fare i conti con un finale da brividi e per stomaci forti. Tra Carrie – Lo sguardo di Satana (1976) ed Elephant Man (1980), una rivisitazione di un immaginario dell’orrore in un tripudio gore folle e iconoclasta, volutamente disgustante in quell’apparente gratuità che si fa portatrice di molteplici significati, come l’ultimo fotogramma sottolinea ulteriormente.

Conclusioni finali

Gloria e vita alla nuova Elisabeth, attrice in declino la cui carne è destinata a mutare, rinascere e deteriorare in un racconto dove l’horror si fa specchio di inquietudini ataviche, con la paura di invecchiare che prende il sopravvento sul buon senso scatenando apocalissi psicologiche ed estetiche.

Tra le sorprese dello scorso anno, The Substance arriva nel catalogo di Paramount+ con la sua irriverenza da body horror senza compromessi, aggiornamento e rimasticazione di tematiche non nuove che tra le mani della regista e sceneggiatrice Coralie Fargeat trovano linfa inedita, senza timore di scandalizzare e inorridire quel grande pubblico che è anche palesemente messo sotto accusa nella sua idealizzazione della vita da star.