Milano, il Refettorio Ambrosiano da 10 anni punto di incontro tra cibo, arte e design
Prendersi cura degli altri attraverso la relazione, la comprensione e la creazione di un ambiente che sappia portare bellezza e dignità anche in luoghi di bisogno. Da questa riflessione di Davide Rampello, ex presidente di Triennale e direttore artistico della società omonima, insieme allo chef Massimo Bottura, è nato 10 anni fa il progetto solidale L'articolo Milano, il Refettorio Ambrosiano da 10 anni punto di incontro tra cibo, arte e design sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Prendersi cura degli altri attraverso la relazione, la comprensione e la creazione di un ambiente che sappia portare bellezza e dignità anche in luoghi di bisogno. Da questa riflessione di Davide Rampello, ex presidente di Triennale e direttore artistico della società omonima, insieme allo chef Massimo Bottura, è nato 10 anni fa il progetto solidale del Refettorio Ambrosiano di Milano, che ha trasformato un teatro dismesso in un luogo di accoglienza per chi vive in difficoltà.
Condiviso dalla Diocesi di Milano e coordinato da Caritas Ambrosiana, è stato realizzato grazie alla partecipazione, per la prima volta, dei mondi dell’alta cucina, dell’arte e del design e della solidarietà.
Una storia virtuosa che oggi è stata raccolta nel libro Design della Cura (De Ferrari Editore), curato e firmato da Davide e Daniele Rampello dello studio Rampello & Partners, impegnato in progetti culturali a Milano, e che ne ripercorre la genesi e l’evoluzione per celebrare l’importante anniversario.
“Design della Cura”, un libro racconta la storia del progetto
Il volume Design della Cura indaga i tre concetti chiave che hanno definito il progetto del Refettorio Ambrosiano. La cura che implica la capacità di entrare in connessione con l’altro; la curiosità, necessaria per capire e comprendere; e il design, intenso come un modo per scoprire nuove strade e delineare strategie, lasciando un segno. Parole che insieme guardano nella stessa direzione, verso l’altro e verso il nuovo.
Il tema è affrontato attraverso i dialoghi con personaggi del mondo della ristorazione, del teatro e del design che hanno applicato il principio della cura nello svolgimento del loro lavoro. Come quello con Riccardo Camanini, Chef Worlds50 Best e Fondatore di Lido 84, per cui “il sentire è l’evoluzione dell’essere umano e la ricerca spirituale di sé stessi in un mondo più armonico e consapevole”; con Giovanna Ferragamo, che riflette sul “rispetto” “fondamentale per vivere sereni e per rispettare anche sé stessi”; con l’attore Saul Nanni che spiega come il suo lavoro sia un continuo prendersi cura del personaggio che si interpreta.
Le conversazioni proseguono con Stefano Domenicali, Presidente e Amministratore Delegato del Formula One Group, che giocando sul tema della velocità, riesce a fermare il tempo e isolare il concetto di affetto, e quindi di cura, nei confronti non solo di sé stesso e della sua famiglia, ma anche delle persone che lavorano con lui; o, ancora, con l’art director Giuliano Guarini per il quale il sentimento è un veicolo di conoscenza, di valore e legame con il mondo esterno.
Un libro che diventa anche manifesto di un progetto in divenire. “Il Design della cura deve diventare una vocazione, un invito a considerare l’etica e il benessere come pilastri e al contempo obiettivi di ogni progettualità” dice Daniele Rampello, CEO e fondatore di Rampello & Partners. “Per questo noi, come Rampello & Partners, ci siamo dati un obiettivo: trasformarci in un osservatorio permanente e in costante evoluzione sul tema”.
Refettorio Ambrosiano, esempio virtuoso di cura e solidarietà
Il Refettorio Ambrosiano è un esempio virtuoso di riconversione urbana volto a sostenere il senso di comunità e solidarietà. Da teatro dismesso, nel quartiere periferico di Greco, il progetto lo trasforma in una mensa solidale dal carattere innovativo, accogliendo anche il tema di Expo 2015, incentrato sull’alimentazione, che proprio quell’anno veniva inaugurato.
Gli spazi sono stati ripensati per creare un luogo di accoglienza per chi vive in difficoltà, dove arte, solidarietà e design si intrecciano a quello del cibo, opponendosi alla cultura dello spreco, per dimostrare alla comunità come ciò che sembra destinato a essere gettato via possa essere riutilizzato e trasformato in una grande opera. Fin dall’inizio, i migliori chef del mondo hanno preparato piatti utilizzando le eccedenze alimentari destinate a rimanere inutilizzate, iniziando un percorso che continua ancora oggi.
A questo si aggiunge l’ambiente accogliente e curato, dove i 13 tavoli e la boiserie sono stati progettati da alcuni dei più celebri designer e architetti italiani, come Mario Bellini, Pier Luigi Cerri, Aldo Cibic, Antonio Citterio, Michele De Lucchi, Terry Dwan, Giulio Iacchetti, Piero Lissoni, Alessandro Medini, Fabio Novembre, Italo Rota e Patricia Urquiola, Origoni Stenier Architetti e Associati e Matteo Thun, realizzati in legno di faggio da Riva 1920.
Attorno spiccano le opere artistiche di Carlo Benvenuto, Enzo Cucchi, Maurizio Nannucci, Mimmo Paladino e Gaetano Pesce, pensate appositamente per questo spazio, per trasformare il Refettorio Ambrosiano in un esempio concreto in cui il buono può essere anche bello, dove arte e cultura possono contribuire ad arricchire la vita delle persone e dei luoghi che le accolgono.
Info: refettorioambrosiano.it
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