Prima salita per il Volcàn Don Diego EHC, nelle Ande di Catamarca

Pako Crestas Sànchez, Jabi Txikon e Ander Astondoa hanno realizzato la probabile prima ascesa di questa cima secondaria del Volcàn Condor, forse l’ultimo 6000 vergine delle Ande L'articolo Prima salita per il Volcàn Don Diego EHC, nelle Ande di Catamarca proviene da Montagna.TV.

Mar 20, 2025 - 12:23
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Prima salita per il Volcàn Don Diego EHC, nelle Ande di Catamarca

Una delle ultime cime oltre i 6000 metri delle Ande è appena stata salita (probabilmente) per la prima volta: è il Volcàn Don Diego EHC (6037 m). Si tratta di una cima secondaria del Volcàn Condor (6373 m), nelle Ande di Catamarca in Argentina. Pako Crestas, Jabi Txikon e Ander Astondoa hanno messo la loro firma su questa montagna nelle scorse settimane. Il nome che hanno proposto, Don Diego, si riferisce alla vigna che Txikon lavora nella zona di Fiambalà, in Argentina. EHC è l’acronimo di Euskal Herria (il nome in euskera dei Paesi Baschi) e Catalunya, dato che due componenti della spedizione sono baschi e uno catalano.

“Ci sono alcune ascensioni che sono uniche nella vita. Per gli amanti dell’inesplorato, calcare una cima vergine è la massima espressione della propria ricerca. Gli ignoranti, i neofiti, e gli ultimi avventori della montagna consumista non possono capire, neanche lontanamente, il delicato sapore di questa azione” ha scritto Pako Crestas Sànchez. “Nelle Ande di Catamarca abbiamo trovato quello che pensavamo non esistesse più: una cima oltre i 6000 metri completamente inviolata”.

Uno degli ultimi 6000 vergini delle Ande

Il Volcàn Condor, con la sua vetta principale di 6373 metri, è stato salito per la prima volta da Henry Barret e Walter Sinay il 27 ottobre del 1996, e da quel giorno solo altre tre o quattro cordate hanno messo piede su questa cima. Sànchez, Txikon e Astondoa hanno aperto la loro traccia su una vetta satellite, separata dalla principale da un sistema di pareti verticali e gigantesche caldere. “Sapevamo che avevamo molte possibilità di essere i primi ad arrivare su questa cima, posta in un luogo tanto recondito e sconosciuto. E così è stato. Il lungo avvicinamento è risultato più comodo di quanto ci aspettassimo, e abbiamo potuto accamparci a più di 4700 metri, in un posto raggiungibile in 4×4”. Alle prime luci dell’alba i tre sono partiti dal campo, per salire dapprima le valli alle pendici del vulcano, e poi un singolo pendio di inclinazione moderata che li ha portati fino al cratere. Da qui, per la cresta hanno raggiunto la vetta.

“In totale abbiamo raggiunto tre cime, di cui la più a Sud, e la più alta, di 6037 metri secondo il GPS. Nessuna di queste mostrava  segni di una precedente presenza umana in forma di ometti di pietra. Li abbiamo costruiti con piacere e allegria, immaginando che le nostre parole sulla vetta sono state la prima testimonianza di esistenza umana dall’inizio dei tempi. Solo gli uccelli e il vento hanno rotto il silenzio ancestrale che ha avvolto questi vulcani da quando hanno smesso di ruggire ed espellere lava, circa 10.000 anni fa”.

 

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