Il Sogno, Roberto Benigni in una potente dichiarazione d’amore all’Europa. Debole l’iniziale parte comica

Lo showman toscano premio Oscar mette da parte le esegesi testuali e ripercorre la storia dell'Ue in uno special da antologia.

Mar 20, 2025 - 21:14
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Il Sogno, Roberto Benigni in una potente dichiarazione d’amore all’Europa. Debole l’iniziale parte comica

Nella giornata del 19 marzo 2025 che ha visto la premier Giorgia Meloni dileggiare il Manifesto di Ventotene, su Rai 1 è andato in onda in prime time e rigorosamente in diretta Il Sogno, uno special con Roberto Benigni. Lo showman toscano premio Oscar per più di due ore senza interruzioni pubblicitarie ha ripercorso la storia dell’Unione europea.

Per una volta l’attore mette da parte l’esegesi di testi noti (Costituzione, La Divina Commedia) e si avventura in un panegirico dell’istituzione sovranazionale, in un momento storico peraltro di forte euroscetticismo.

Partiamo dagli elementi meno convincenti di questa serata: quando si era presentato sul palco della quarta serata del Festival di Sanremo 2025, Benigni sembrava tornato quello degli anni Novanta/inizi Duemila. Battute a raffica su Meloni, Musk, Trump: per quindici minuti si stava respirando aria di democrazia su Rai 1 per il semplice ritorno momentaneo della satira politica. In realtà è dall’uscita di scena di Silvio Berlusconi che il genere si è eclissato. Poche le eccezioni sul piccolo schermo attuale: Maurizio Crozza, che però va in onda sul Nove, Propaganda Live, che va in onda su La7, mentre resiste Geppi Cucciari con Splendida Cornice. Non si tratta beninteso di tre espressioni di satira particolarmente feroce, ma altro non si registra.

La parte iniziale de Il Sogno si è quindi rivelata quella più debole: un riciclo delle battute pronunciate all’Ariston, più che altro sulla fantasiosa relazione Musk – Meloni. Basti pensare a “Mi ha telefonato Giorgia Meloni e mi ha detto che tra loro non c’è niente: me lo ha giurato sulla sua Tesla”. 

Per fortuna Benigni da anni è un ottimo storyteller: il suo racconto delle origini a partire dal maltrattato Manifesto di Ventotene e del funzionamento dell’Unione europea è magistrale, appassionato, convincente. Uno special da antologia. Benigni non si limita ad elogiare l’Ue, ma arriva anche a proporre modifiche come il superamento del diritto di veto, un meccanismo che blocca molte decisioni in momenti cruciali. Si scaglia contro le fake news in Russia (“Sfornano milioni di bugie per screditare l’Unione europea, seminare odio, gente assunta per dire bugie“). Chiede la creazione di un Ministero degli Esteri, spiegando i limiti della funzione dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri.

Ma Benigni soprattutto chiede l’istituzione di un esercito europeo. “In Europa abbiamo 27 eserciti diversi che da soli non saprebbero difendersi, con armi ed equipaggiamenti diversi […]. Ci pensate se gli Stati Uniti avessero 50 eserciti diversi?”.

Molto bella sul finale l’apostrofe ai giovani, categoria storicamente colpita da paternalismo: “Voi siete la prima generazione transnazionale della storia. Voi siete pienamente europei!”.