Reacher 03×07 – Una pausa prima della tempesta
ATTENZIONE: proseguendo nella lettura potreste incappare in spoiler su Reacher 3. Siamo ormai vicini al finale di stagione e Reacher 3 ha costruito, puntata dopo puntata, una tensione crescente che ci ha tenuti con il fiato sospeso. Tuttavia, l’episodio 7, LA Story, segna un cambio di passo. Dopo il ritmo serrato degli episodi precedenti, questo… Leggi di più »Reacher 03×07 – Una pausa prima della tempesta The post Reacher 03×07 – Una pausa prima della tempesta appeared first on Hall of Series.

ATTENZIONE: proseguendo nella lettura potreste incappare in spoiler su Reacher 3.
Siamo ormai vicini al finale di stagione e Reacher 3 ha costruito, puntata dopo puntata, una tensione crescente che ci ha tenuti con il fiato sospeso. Tuttavia, l’episodio 7, LA Story, segna un cambio di passo. Dopo il ritmo serrato degli episodi precedenti, questo capitolo è decisamente più riflessivo e verboso, con meno azione e molte più spiegazioni.
Non è necessariamente un difetto: dopo tutto, la serie deve preparare il terreno per il gran finale. Ma chi si aspettava una puntata piena di inseguimenti, combattimenti e sparatorie, sulla falsariga delle precedenti potrebbe rimanere un po’ deluso. Gran parte dell’episodio si basa su dialoghi che servono a tirare le fila della storia, riassumere le mosse già fatte e pianificare quelle future. Questo rallentamento è comprensibile, ma rispetto alla qualità complessiva della stagione, LA Story lascia la sensazione che si potesse fare qualcosa di più.
Reacher 3 rallenta l’azione, ma alza il livello emotivo

Alla fine della scorsa puntata, Reacher e Susan Duffy decidono di partire per Los Angeles, per una missione apparentemente cruciale. Un viaggio che sembrava preludere a una grande svolta narrativa, ma che si rivela meno incisivo del previsto. Certo, la coppia riesce a ottenere qualche informazione utile, ma la sensazione generale è che questa parentesi sia stata meno determinante di quanto ci fossimo aspettati.
Se l’episodio è sottotono dal punto di vista dell’azione, è probabilmente il più intenso dal punto di vista emotivo. Le due scene migliori sono quelle più intime, che ci permettono di scavare più a fondo nei personaggi.
La prima è quella con la nonna di Teresa Daniel, interpretata da una intensa Nicky Guadagni. Girata attorno a un tavolo da cucina, mentre la donna serve la zuppa a Reacher e Duffy, è un momento semplice ma estremamente efficace. La nonna parla con orgoglio della nipote, raccontando quanto sia forte e determinata, nonostante le mille vicissitudini passate. E prega i due di fare tutto il possibile per salvarla. È una scena girata con una certa delicatezza, molto verosimile, che mette in luce il lato più umano della missione.
Teresa non è mai stata soltanto una pedina in un gioco più grande. Ma conoscerla meglio attraverso il racconto della nonna la rende una persona che ha qualcuno che la ama e che sta aspettando il suo ritorno.
Reacher ascolta in silenzio, pensieroso. Forse, per la prima volta, si rende conto che salvare Teresa è davvero più importante della sua vendetta. O forse no. Con lui, non lo sapremo mai con certezza.
L’altro grande momento emotivo riguarda Zachary Beck e suo figlio Richard. Il loro rapporto è stato uno dei fili narrativi più interessanti di Reacher 3, e qui raggiunge il suo culmine.
Beck Sr si apre con Richard e gli confessa il vero motivo per cui è sempre stato un padre distante e severo: dopo aver visto quanto la morte della madre lo abbia segnato, ha cercato di renderlo emotivamente indipendente, pensando che in questo modo avrebbe sofferto meno nel caso in cui anche lui fosse morto.
Curiosità: smbrerebbe che nel romanzo Persuader di Lee Child, da cui questa stagione è tratta, la madre di Richard sia ancora viva. La scelta di renderlo orfano nella serie è interessante, perché permette di riabilitare Beck Sr verso la fine della storia. Il suo monologo con il figlio è una sorta di testamento: sa di essere un uomo spacciato, ma vuole almeno lasciare a Richard qualcosa di buono prima della fine.
Neagley torna in scena: il conto alla rovescia è iniziato
L’episodio segna definitivamente il ritorno di Frances Neagley, che compare sempre nei momenti cruciali della storia. La sua presenza è il segnale che la fine è vicina e che le squadre stanno prendendo posizione.
Da una parte, abbiamo Reacher e Neagley, che rappresentano la 110th Special Investigations Unit. Dall’altra, Duffy e Guillermo Villanueva, gli agenti federali della DEA. Due squadre con lo stesso obiettivo, ma metodi e priorità molto diverse. È l’argomento attorno al quale discutono fin dall’inizio Reacher e Duffy.
Questa divisione interna è uno degli elementi più interessanti di questo settimo episodio di Reacher 3. Da una parte abbiamo gli ex militari che vogliono giustizia, ma alle loro condizioni. Duffy e Villanueva vogliono fare le cose per bene, vogliono giustizia, ma rischiano di complicare tutto. E inevitabilmente, queste due visioni finiranno per scontrarsi. Per esempio avvertire un’altra agenzia federale per chiedere man forte.
Le autorità entrano in gioco e Reacher è costretto a cambiare strategia

Dopo aver ricevuto informazioni cruciali da Beck Sr, Reacher e il suo gruppo devono decidere come muoversi. Per Duffy e Villanueva, l’unica strada è quella ufficiale: coinvolgere l’ATF per bloccare la vendita di armi. Ma per Reacher, questa mossa è un problema. Lui non vuole nessuno tra i piedi per poter agire come meglio crede.
Alla fine ha la meglio la squadra di Duffy che porta ufficialmente le autorità dentro l’operazione. E qui vediamo qualcosa di raro: Reacher, solitamente impassibile, sembra deluso. Per lui l’ATF è un ostacolo più che un aiuto. E il pubblico sa già che ogni volta che un’agenzia federale si intromette, qualcosa andrà storto.
Infatti, quando Reacher decide di fare di testa sua e si prepara a eliminare Quinn (Brian Tee) con un colpo di fucile da cecchino, scopriamo che lo scambio di armi non sta avvenendo nel luogo previsto. Un colpo di scena che lascia intendere che Quinn abbia giocato d’anticipo, dimostrandosi ancora una volta un avversario astuto e pericoloso.
Reacher e Duffy: una relazione che non convince del tutto
Un altro elemento che lascia qualche perplessità è la relazione tra Reacher e Duffy. Il loro rapporto è stato fin dall’inizio pieno di contraddizioni e, in questo episodio, non fa eccezione. Dopo aver negato più volte qualsiasi coinvolgimento, arrivano persino a ribadire la loro totale professionalità davanti agli occhi attenti della nonna di Teresa. Ma l’anziana donna, con la saggezza di chi la sa lunga, non si lascia ingannare e riconosce subito la tensione tra i due. Del resto, nemmeno la nonna è immune al fascino dell’ex maggiore dell’esercito: quando vede “che fustacchione!” esclama, divertita, nel momento in cui vede Reacher per la prima volta. E quando Duffy cerca ancora di minimizzare, lui se ne esce con una battuta piuttosto ben riuscita: “mi vuole solo per il mio corpo“, lasciando intendere che, in fondo, anche lui è consapevole dell’attrazione reciproca.
Alla fine, i due cedono alla tensione e si avvicinano, ma, a differenza delle relazioni viste in passato, questa appare meno incisiva e più forzata. Non che Reacher sia mai stato un campione di storie d’amore, ma qui il tutto sembra più un’aggiunta di rito che un elemento realmente significativo per la trama. Tuttavia, possiamo considerarlo un classico della serie: in ogni stagione, il protagonista ha avuto una breve relazione con la sua principale alleata. Reacher 3 non fa eccezione.
Un episodio di transizione che prepara il gran finale
Alla fine, LA Story è un episodio che rallenta l’azione per mettere ordine tra le pedine in vista del grande scontro finale. È meno spettacolare rispetto ai precedenti, ma è anche un passaggio necessario per far sì che tutto sia pronto per l’ultima battaglia. Certo, la mancanza di scontri fisici e il ritmo più dilatato possono lasciare un po’ di amaro in bocca, soprattutto dopo l’intensità degli episodi passati. Ma il lavoro fatto sui personaggi, da Beck Sr. a Neagley, fino alla nonna di Teresa, aggiunge una profondità emotiva che dà peso agli eventi imminenti.
Con il coinvolgimento dell’ATF, la situazione si è complicata. Reacher non può più muoversi nell’ombra come preferisce e dovrà trovare un nuovo modo per portare a termine la sua vendetta. Quinn, dal canto suo, si è dimostrato ancora una volta un avversario scaltro, capace di anticipare le mosse dei suoi nemici. E la resa dei conti con Paulie è ormai inevitabile.
L’episodio 7 di Reacher 3 non è il più esplosivo della stagione, ma è la quiete prima della tempesta. Le squadre sono schierate, gli equilibri sono instabili e tutto è pronto per l’ultima, decisiva mossa. Il prossimo episodio dovrà ripagare tutta la tensione accumulata finora. E se la serie ha mantenuto una promessa fino a questo punto, è quella di non deludere quando si tratta di chiudere le questioni in sospeso.
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