Vasco Rossi: “Di canzoni nuove adesso non sento la necessità, forse perché ne ho già tante”

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Apr 21, 2025 - 15:36
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Vasco Rossi: “Di canzoni nuove adesso non sento la necessità, forse perché ne ho già tante”

Vasco Rossi è pronto a tornare sul palco, e anche quest’anno – come da tradizione ormai consolidata – i suoi concerti diventano un appuntamento collettivo, quasi rituale.

Dal 31 maggio al 28 giugno 2025, il Blasco porterà il suo tour in giro per gli stadi d’Italia, ma ad accompagnare la musica ci sarà anche una nuova consapevolezza. Una filosofia personale che – come raccontato in una lunga intervista a La Stampa – affonda le radici in anni di letture, riflessioni e una pratica sempre più profonda di ascolto interiore.

«La scaletta sarà un inno all’esistenza», ha detto Vasco. «Vita ostinata, complicata, leggera, fiera. Non voglio più solo una vita spericolata. Io sono una vita spericolata».

C’è anche un brano nuovo, un inedito che – per ora – resta nascosto, custodito come un segreto tra le mani di chi ha già detto tanto ma non ha ancora smesso di raccontare. «Ce l’ho, ma la tengo nel cassetto. Poi vedrò. Non so se la farò conoscere, da adesso a fine maggio c’è ancora tanto tempo», ha rivelato il rocker. «Di canzoni nuove adesso non sento la necessità, una volta sentivo proprio l’esigenza: ma forse perché ne ho già tante».

Una riflessione che ha il sapore del bilancio e dell’autenticità. Vasco non è più il ragazzo che sognava di vivere “una vita spericolata”, ma un uomo che quella vita l’ha vissuta tutta, fino in fondo, e oggi la canta da dentro. Con lo stesso ardore di sempre, ma con uno sguardo più consapevole. «Le mie canzoni sono atti d’amore, provocazioni che svegliano le coscienze», dice. E in un’epoca in cui, parole sue, “l’ignoranza è arrivata al potere”, la sua musica vuole essere “una forma di resistenza. Io canto la vita, l’amore, la pace”.

Il tour – già sold out in moltissime date – partirà ufficialmente il 31 maggio allo Stadio Olimpico Grande Torino (dove non apriva un tour dal 2013), con data zero il 27 maggio a Bibione. Poi Firenze (5 e 6 giugno), Bologna (11 e 12), Napoli (16 e 17), Messina (21 e 22), per chiudere a Roma il 27 e 28 giugno. Un viaggio attraverso l’Italia, dentro i cuori di chi con quelle canzoni è cresciuto e continua a riconoscersi nelle sue parole. «A giugno, ormai, ci sono i miei concerti. È un po’ come Natale o Capodanno», scherza Vasco, consapevole che quei live rappresentano molto più di uno show: sono una festa collettiva, una comunione rock.

Accanto alla musica, Vasco non ha nascosto il suo sguardo critico sul presente. «Viviamo un periodo molto buio», ha detto. «Un’epoca di cambiamenti e di turbamenti, di guerre e di valori rovesciati, di capi di Stato impazziti e di dittatori sanguinari confermati». Un mondo dove – come aveva profetizzato tempo fa – “sta arrivando una valanga di ignoranza”. Eppure, anche di fronte al buio, il rocker rilancia: «Il mio è un concerto di luce».

Nel corso dell’intervista ha anche raccontato un toccante episodio familiare, legato al padre Carlino, deportato in un campo di lavori forzati durante la Seconda guerra mondiale. «Cadde in una buca e fu salvato da un uomo che si chiamava Vasco. Da lì l’idea di darmi quel nome». Un nome diventato leggenda, marchio di libertà, resistenza, identità.

Un tour, un possibile inedito, e una certezza: «Vado avanti finché ci riesco». Perché il Blasco, oggi più che mai, è una vita spericolata.

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