Gialappa: “Il politicamente corretto? Ce ne freghiamo”

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Apr 1, 2025 - 09:03
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Gialappa: “Il politicamente corretto? Ce ne freghiamo”

Parla la Gialappa’s Band

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Lunedì sera su Tv8 torna uno degli appuntamenti più attesi dagli amanti della comicità: il GialappaShow. Con il suo mix di satira, imitazioni esilaranti e interventi fulminanti, il programma conferma la sua identità unica nel panorama televisivo italiano. A condurre il tutto, ancora una volta, il brillante Mago Forest, affiancato dalle voci storiche della Gialappa’s Band, Giorgio Gherarducci e Marco Santin.

La nuova edizione promette di divertire il pubblico con una serie di parodie inedite. Giovanni Vernia vestirà i panni di Damiano David, Brenda “Annalisa” Lodigiani sarà Marcella Bella, mentre Ubaldo Pantani interpreterà Massimo Cacciari. Max Giusti si dividerà tra Antonino Cannavacciuolo e Alessandro Borghese, senza dimenticare le sue irresistibili imitazioni di Renato Zero e Aurelio De Laurentiis.

A questi si aggiungono due nuove leve della comicità: Carlo Amleto e Giulia Vecchio. Quest’ultima proporrà una versione esilarante di Monica Setta, che intervisterà personaggi sconosciuti spacciandoli per celebrità, con domande assurde su sesso e morte.

Dietro il programma c’è un ingranaggio ben oliato, con quattordici autori che lavorano senza sosta per mantenere alto il livello della comicità. Gherarducci sottolinea quanto sia importante questa macchina organizzativa:

Da noi ci sono 14 autori, dietro le quinte c’è un grande lavoro, sembra tutto improvvisato ma in realtà è tutto scritto. La trasmissione comica — eccetto lo Zelig dei tempi d’oro — non fa mai ascolti oceanici, è adatta a un pubblico senziente che in tv è sempre minoritario. Non c’è crisi, né di comicità né di satira: semplicemente i talk show costano molto meno e le reti vanno sul sicuro

Carlo da un po’ di tempo era meno presente — spiega Santin. Già da qualche anno aveva fatto un passo indietro e il suo contributo si era via via assottigliato: preferiva stare collegato dalla Liguria e alle Iene — complice il ritardo del segnale — riusciva anche a intervenire poco. A Rai dire Niùs (2017) si era anche sfilato come autore. Poi credo che il Covid sia stato il fattore scatenante che lo ha spinto a smettere di lavorare.

Una scelta di vita insomma. Nessun litigio nascosto.

Anzi. Abbiamo scritto insieme il nostro libro (Mai dire noi), sempre collegati online, ma lui ormai non si muove più da lì.

Aggiunge Gherarducci:

Ci manca soprattutto nelle radiocronache e nei Sanremo, ma non gli chiediamo più se vuole tornare, sappiamo già la risposta, ma questa rimane sempre casa sua. 

La geometria delle decisioni è rimasta comunque a tre:

Oggi — in caso di dubbi — prendiamo ancora le decisioni a maggioranza perché siamo sempre in tre, ci affianca il capo-progetto Lucio Wilson: lui fa da ago della bilancia

Pur restando fedele alla tradizione dei vecchi Mai dire, il GialappaShow ha introdotto cambiamenti significativi. Ora ci sono più sketch girati in esterna e un focus maggiore sulla fiction. Inoltre, gli interventi sono più brevi:

Oggi abbiamo più servizi girati in esterna, abbiamo ampliato la parte di fiction. E poi abbiamo velocizzato gli interventi, facciamo cose più brevi, non oltre i tre minuti: la soglia di attenzione nostra e del pubblico si è ridotta. I monologhi da 5 minuti non funzionano più, la durata si è adeguata alle nuove esigenze e — anche se non abbiamo cambiato con quell’intento — le pillole comiche in questo modo sono facilmente “vendibili” sui social. Abbiamo anche un pubblico di ragazzini che non guardano la tv ma ci cercano sul web

Una delle cifre stilistiche del GialappaShow è la sua libertà espressiva, che sfida le rigidità del politicamente corretto.

Si può fare satira e ironia senza pensare ai veti del politicamente corretto — riflette Santin. Il limite è quello del buongusto, l’insulto gratuito non è nel nostro dna. Oggi ci sono molti freni e paletti, ci sono cose che in teoria rispetto a prima non si potrebbero dire, ma noi abbiamo una soluzione infallibile: ce ne freghiamo altamente

Dopo 35 anni di carriera, la Gialappa’s Band continua a rinnovarsi senza tradire il proprio spirito. Con nuove parodie, comici emergenti e uno stile che si adatta ai tempi senza perdere la sua verve, il GialappaShow resta una delle poche isole felici della comicità italiana. E con un conduttore come il Mago Forest, che dietro l’apparenza cialtronesca nasconde un’incredibile professionalità, il successo è assicurato. Perché, come dicono Gherarducci e Santin, “in fondo Forest è pirla come noi”.

Che ne pensate?

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