Ne Vedremo delle Belle: inseguire la sete trash della bolla social è un fallimento

La recensione di TvBlog di Ne Vedremo delle Belle, lo "show talent" di Rai 1, condotto da Carlo Conti, partito lo scorso 22 marzo.

Mar 31, 2025 - 18:49
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Ne Vedremo delle Belle: inseguire la sete trash della bolla social è un fallimento

Ne Vedremo delle Belle è un programma da “qui e ora”, “tutto e subito”.

Difficile immaginare una seconda edizione, considerando che le showgirl più note della tv italiana (quando il ruolo della showgirl aveva un senso difficilmente riscontrabile nella tv odierna) sono state tutte riunite in questa sorta di “cena di classe” del Bagaglino ideata da Carlo Conti.

Semicitando una massima di Giampiero Boniperti, Ne Vedremo delle Belle è la reificazione ideale di un nuovo motto che descriverebbe appieno quella che è la priorità autoriale della tv di oggi: “Accontentare la bolla social non è importante, è l’unica cosa che conta”.

Eppure, da La Talpa a Ora o mai più, la stagione televisiva in corso ci ha insegnato più che mai che le bolle social non sono così rilevanti come appaiono. Anche la follia che accompagna le votazioni del Grande Fratello, alla fine, non si traduce mai in grandi numeri quando il discorso verte sull’Auditel. Tanto rumore per nulla, in breve.

Ne Vedremo delle Belle, sostanzialmente, soddisfa la sete trash dei social a discapito della qualità. Dalle prime due puntate, si può tranquillamente evincere che questo “show talent” (qualunque cosa significhi…) di Rai 1, in realtà, è un reality sotto mentite spoglie con protagoniste showgirl che, in passato, anche recente, hanno dato non poco lavoro a rotocalchi e talk show.

È un programma che comporta uno sforzo autoriale minimo, con prove ideate nel tempo di un caffè (un cappuccino, massimo…), visto che tutto il potenziale dello show risiede nel cast delle “belle”, senza dimenticare anche la giuria composta dal trio De Sica-Venier-Matano.

Soffermarsi sulle performance artistiche è una sostanziale perdita di tempo in quanto c’è davvero poco da valutare. Anche alla famigerata bolla social, l’aspetto artistico, sempre che ce ne sia uno, non interessa. Alle bolle, interessano le sgangherate esibizioni di gruppo, i catfight, le frecciatine, le invidie, i doppi sensi, le chat Whatsapp, le liti sui follower, le rosicate malcelate di Valeria Marini, che se il tutto fosse naturale e spontaneo, ci si potrebbe anche lasciare andare ad un sorriso divertito, ma quando tutto è così cercato e telefonato, c’è davvero poco da dire.

Non si chiede certo di ignorare i social, che restano un indicatore importante, ma ergerli a dei supremi da venerare, adulare e assecondare in continuazione, beh, anche no.