Noi non vorremmo parlare ancora di Torino e ToDays, ma…
C’è poco da fare. Ci sono casi in cui fare una figura di merda è senz’altro triste, ma tentare di rimediarvi può essere ancora più triste – e peggiorare forse pure le cose. Non stiamo a tediarvi coi prodromi della vicenda tra Comune di Torino – nello specifico il duo composto dagli assessori Purchia (Cultura)… The post Noi non vorremmo parlare ancora di Torino e ToDays, ma… appeared first on Soundwall.

C’è poco da fare. Ci sono casi in cui fare una figura di merda è senz’altro triste, ma tentare di rimediarvi può essere ancora più triste – e peggiorare forse pure le cose. Non stiamo a tediarvi coi prodromi della vicenda tra Comune di Torino – nello specifico il duo composto dagli assessori Purchia (Cultura) e Carretta (Grandi Eventi), che hanno sbagliato tutto lo sbagliabile e manovrato tutto il manovrabile per ritrovarsi con un festival popolare e rispettato, il ToDays, distrutto nell’arco di un anno e mezzo: record – ma sappiate che se pensavamo che fosse stata la posta parola “Fine” alla saga con l’annuncio che il festival quest’anno non si sarebbe fatto causa inadeguatezza dell’unica proposta presentata per il bando da 540.000 euro (proposta presentata da Fondazione Reverse, l’organizzatrice dell’edizione 2024), ecco, se pensavamo questo ci sbagliavamo.
Oggi sui vari organi d’informazione torinese – ad esempio su La Stampa – è apparsa infatti la notizia che giovedì verrà convocato una sorta di “tavolo sul futuro del festival e della musica a Torino”. La prima ciliegina sulla ricchissima torta è il fatto che vengono invitati un po’ di operatori (tra cui Arci ed Assomusica), ma non Gianluca Gozzi, il fondatore di ToDays e la sua guida assoluta fino a quando il festival ha funzionato bene (almeno a livello di qualità artistica e riscontro critico, al netto dei soldi che arrivavano ogni anno dal Comune a rendere sostenibile l’operazione). Alla domanda sul come mai Gozzi non sia stato invitato, la risposta di Carretta – a leggere i quotidiani locali – è stata discretamente esilarante: “In questa primo incontro abbiamo convocato solo gli organizzatori di eventi, non i direttori artistici”. Considerare Gozzi un mero “direttore artistico” e non un organizzatore di eventi significa essere vissuti sulla luna negli ultimi vent’anni, e non a Torino. Ma tant’è: capiamo che la Purchia non andava a Spazio 211 negli anni passati perché non c’erano i velluti della lirica, mentre Carretta perché un concerto indie lì non era abbastanza “grande evento” per i suoi gusti e le sue esigenze. Sarà questo.
(Carretta e Purchia; continua sotto)
Proviamo poi grande tenerezza per un’altra dichiarazione di Carretta: “Il punto fisso della discussione sarà come sfruttare l’opportunità di un intervento pubblico in un genere come il rock che ormai ha ormai cachet molto elevati e difficilmente gestibili”. Se l’ha detto davvero, e il virgolettato preso dai giornalisti torinesi è corretto, è… ecco, mettiamo che è come mettere a capo della FGCI uno che dice “Ho notato che nel calcio non si possono usare le mani, dovrò rivedere le mie considerazioni su questo giuoco”. O Carretta è vissuto in un tubo in tutti questi anni, beato lui in caso, o ha bellamente ignorato i mille avvertimenti che gli sono arrivati in mille occasioni – formali ed informali – in questi anni da operatori del settore, torinesi e non, prendendo i soli che gli dicevano “Vai alla grande, continua così che stai facendo bene, siamo dalla tua“. Scegliete voi, insomma: incapacità totale, ingenuità o presa per il culo sardonica? Che poi, proprio Torino, santiddio: è dai tempi del primo Traffic Festival che si discute sull’opportunità per il pubblico di finanziare un festival musicale, da vent’anni insomma, manco fosse un argomento nuovo per la città. Ok che oggi i Daft Punk li pagheresti dieci milioni di euro invece che 275.000 (…e gli LCD Soundsystem 250.000 invece che 25.000) ma ecco, si torna di nuovo in zona farsa, non bastasse quella di Capodanno.
A questo fantasmagorico e rivoluzionario tavolo per la musica sono stati invitati anche Kappa FuturFestival e (…forse?) C2C, oltre a Hiroshima Mon Amour e Goodness Factory, ed oltre a Fondazione Reverse (poteva mancare?), l’organizzatrice del ToDays 2024 e l’unica a presentare un progetto per vincere lo sbilenco ed insostenibile bando 2025 . Troviamo assolutamente meraviglioso il commento di Maurizio Vitale del Kappa FuturFestival, che interrogato dalla stampa pare abbia detto in sintesi che sì, al tavolo ci va, ma intanto ci va per ascoltare, e non per dare consigli. Ora, se davvero questo è il suo pensiero e l’ha formulato così, parlando informalmente con la stampa torinese, la palma di “migliore in campo” nel saper fare sintesi corrosiva è assolutamente ma assolutamente sua: perché fatti alla mano è davvero evidente che il duo Purchia / Carretta in questi anni di assessorato coi consigli degli addetti al settore abbia fatto, come dire?, quello che di solito si fa con la carta igienica quando si va alla toilette. Se per alterigia, incapacità o cose ancora meno commendevoli, non lo sappiamo. Resta il punto: perché dargliene, di consigli, a ‘sti due qua? Sta di fatto che ora si convoca un “tavolo” a buoi già scappati, pardon, a festival già affondato. A chi serve, oggi, ora, un tavolo di confronto? Serve gli operatori? O serve al magico duo per non perdere la faccia, per far vedere che si impara dai propri errori? Era da tempo chi vi si stava avvertendo, cari assessori: o siete sordi, o siete distratti, o aggiungete pure voi una terza ipotesi a piacere. Perché quella che aggiungeremmo noi non vi farebbe piacere.
Per fortuna che mentre la politica fa i danni, c’è il privato che lavora e fa i fatti, non i magheggi: dati recenti, rispetto a dieci anni fa gli arrivi dall’estero a Torino sono cresciuti del 40%, e tra l’altro uno dei momenti più attrattivi del 2024 in tal senso è stato, cifre alla mano, il weekend del Kappa FuturFestival. Magari sarebbe il caso di consolidare la sua presenza in città, invece di inventarsi dei fantomatici ToDays 2025 che non stanno in piedi – i risultati del bando lo dimostrano – da farsi esattamente nella stessa location del Kappa, il Parco Dora, iconico per il festival, così, tanto per rimestare ancora di più le acque. Che poi oh, benvenuti a parlare di “tavolo sulla musica”: già nel 2022 parlavate di Music Commission per Torino cari Purchia e Carretta, come si può leggere qui, e tre anni dopo quello che è stato fatto sono solo autogol e scarsa capacità di condividere, coinvolgere, coaudiuvare. Cosa debbiamo sperare, adesso?
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