Silver Y: “Dare importanza alla musica, non ai nomi”

Bytes annuncia la sua prima uscita del 2025: “In the Depths”, l’album di debutto di Silver Y, l’artista polistrumentista siciliana che, per l’occassione, abbiamo anche intervistato. Lei ci ha regalato una traccia in anteprima. Ascoltiamo insieme “Stupor”. Silver Y, nome d’arte di Laura Caviglia, è un’artista singolare in grado di creare composizioni emotivamente toccanti che […] L'articolo Silver Y: “Dare importanza alla musica, non ai nomi” sembra essere il primo su Parkett.

Mar 25, 2025 - 06:24
 0
Silver Y: “Dare importanza alla musica, non ai nomi”

Bytes annuncia la sua prima uscita del 2025: “In the Depths”, l’album di debutto di Silver Y, l’artista polistrumentista siciliana che, per l’occassione, abbiamo anche intervistato. Lei ci ha regalato una traccia in anteprima. Ascoltiamo insieme “Stupor”.

Silver Y, nome d’arte di Laura Caviglia, è un’artista singolare in grado di creare composizioni emotivamente toccanti che rivelano una vulnerabilità e un’intensità sensuale e psichedelica.

La sua passione per la musica elettronica e ambient è iniziata circa 15 anni fa. Ma solo negli ultimi anni ha capito che questi erano i generi che le avrebbero permesso di trovare il suo linguaggio personale nella musica, di esprimersi e di sperimentare.

Silver Y

“Se potete ascoltare quest’album è anche perché due inglesi dall’altro lato dell’Europa non hanno dato importanza alla distanza e soprattutto non hanno dato importanza al fatto che si trattasse di un debutto di un’ autrice sconosciuta al mondo.”– Silver Y

Finalmente tutto il suo lavoro è stato in qualche modo ripagato. Infatti, è in uscita per la Bytes, etichetta elettronica inglese di Dorchester (propaggine di Ransom Note Records) “In the Depths”, il suo album di debutto.

Ascoltiamo in anteprima “Stupor”, la prima traccia del disco.

TRACKLIST

1. Stupor
2. Rest Home
3. Shadow
4. Sopor
5. Self
6. In the Depths
7. Nam Myoho Renge Kyo

Artista: Silver Y
Titolo: In the Depths
Label: Bytes
Data Release: 25 aprile 2025
Formato: Digital Album, CD Album
Link d’acquisto

In the Depths ruota attorno al tema della perdita di identità (“Rest Home”, “Shadow”, “Self”), esplora le varie fasi del coma (“Stupor”, “Sopor”) e culmina nella morte (“In the Depths”). Tuttavia, contrariamente a quanto potrebbe suggerire, è un album più spirituale che oscuro. La traccia di chiusura, “Nam Myoho Renge Kyo”, è stata concepita come una sorta di preghiera ispirata al mantra buddista omonimo.

leggi anche: “Rave Photography of the Year 2025”: immagini che raccontano la club culture

“Il suo significato ci invita a comprendere la dualità al centro dell’esistenza, un’alternanza di luce e oscurità che, se veramente compresa, può essere vissuta come luce completa. Questa pratica offre un modo per trovare la pace oltre la sofferenza, ed è questo l’invito che voglio estendere a tutti attraverso questo album”.– spiega Silver Y.

Il suo album è un viaggio catartico. Ma anche l’intervista è un viaggio che attraversa diversi argomenti: da pensieri filosofici alla dura realtà dell’industria musicale.

Ciao Laura. O meglio: ciao Silver Y! è un piacere averti su Parkett. Come stai? Conosciamoci meglio. Quando hai capito che la musica era parte di te? Mi spiego, quando hai deciso di iniziare a fare musica?

Ciao Nicola, e grazie per questo spazio su Parkett, sto molto bene.

Silver Y

Posso dire di aver avuto diverse epifanie, ma é sempre stata un po’ una lotta tra quello che la mia indole mi portava naturalmente a desiderare e quello che mi veniva richiesto dall’esterno. La prima epifania la ebbi a 13 anni, ricordo dettagliatamente un momento in cui iniziai quasi a battere i piedi a terra dicendo testualmente che se io non avessi imparato a suonare il pianoforte non avrei mai concluso niente nella vita.

Sono ancora in parte di quella idea. In ogni caso ho sempre suonato dall’adolescenza. Ero attratta dal suono e dalle parti che i diversi strumenti avevano nella musica che ascoltavo, per cui oltre al pianoforte (che studiai per tre anni) iniziai a suonare la chitarra ed il basso a orecchio.

Io sono molto curioso di natura e ho scoperto che Silver Y è anche il nome di una falena. Cosa ti collega a questa immagine e qual è il suo significato per te e per la tu musica?

Banalmente questi insetti affascinano perché approdano alla loro forma più completa a seguito di varie metamorfosi. In più, le falene sono insetti principalmente notturni e differentemente dalla controparte diurna non hanno la stessa connotazione positiva nell’immaginario collettivo.

In the Depths cover

Ma l’immaginario collettivo, appunto, non é qualcosa che si basa necessariamente sulla conoscenza o sull’oggettività scientifica. In molte circostanze storiche si é anzi dimostrato in tutta la sua pericolosità. Per cui é bene distaccarsene, osservarlo dall’esterno e scegliere di essere una falena.

Conosco altri artisti che affrontano il tema dell’oscurità, sia interiore che esteriore. Un tema spesso collegato a eventi personali traumatici o a condizioni esistenziali. Ma il buio, per essere definito tale, ha anche bisogno del suo opposto, la luce. Cosa ti ha spinto a creare “In the Depths”?

Quando si produce qualcosa e lo si offre agli altri, sia che il prodotto riguardi la musica o qualsiasi altra forma di comunicazione artistica, la vicenda personale che conduce l’autore alla creazione non é mai veramente importante.

Silver Y

Nel senso che io, componendo e lavorando a questi brani, ho lavorato ad un percorso per esorcizzare il tema della malattia, del coma e della morte e questo lavoro, in un modo che probabilmente non siamo ancora in grado di capire, mi ha permesso di analizzare e superare un certo dolore ed una certa paura.

Ma il vissuto che sta dietro non é esclusivamente di chi lo racconta, é il vissuto di tutti, soprattutto nel momento in cui l’autore decide di offrire il suo personale racconto agli altri.

Dove si trova la luce, che così tanto attrae gli insetti notturni? C’é un saggio di Erich Fromm che si intitola “Anatomia della distruttivitá umana“, che potrei parafrasare così: – gli esseri umani hanno un bisogno innato di esprimersi, di creare e di dare significato alla propria esistenza. Quando la società, per imposizioni economiche, politiche o culturali impedisce l’espressione creativa dell’individuo, queste stesse pulsioni possono trasformarsi in distruttivitá, verso gli altri e verso se stessi.

La luce sta proprio nel trovare gli strumenti per trasformare qualunque vissuto o emozione lo richieda in espressione creativa, che presupponga introspezione e legame verso l’altro.

Polistrumentista, autodidatta. Qual è il tuo set up generale?

Come Silver Y gestisco il suono di tre sintetizzatori analogici e di una drum machine che suonano grazie agli impulsi midi o trigger inviati da un sequencer analogico. Suono poi altre parti tramite un controller Arturia e, soprattutto nei nuovi brani che sto scrivendo, la chitarra elettrica

Domanda a bruciapelo. Preferisci creare in studio o suonare live?

Entrambe le esperienze possono dare grandi soddisfazioni ed entrambe le esperienze possono essere altamente frustranti. Ma questo progetto nasce dal live, nel senso che in primis ho pensato a come trovare un modo per fare musica elettronica live senza necessariamente passare da Ableton o mandare in play delle sequenze per cantarci su.

Volevo controllare il suono durante il live e volevo che l’album in studio fosse il più fedele possibile a quello che poi sarei stata in grado di riprodurre dal vivo.

Silver Y

Solitamente nelle mie interviste lascia uno spazio libero all’artista per esprimere un suo pensiero o portare avanti una sua istanza. Sentiti libera di condividere con noi qualsiasi cosa tu voglia.

Se potete ascoltare quest’album è anche perché due inglesi dall’altro lato dell’Europa non hanno dato importanza alla distanza e soprattutto non hanno dato importanza al fatto che si trattasse di un debutto di un’ autrice sconosciuta al mondo.

Hanno semplicemente ascoltato della musica e hanno deciso che era nelle loro corde. Non sono sicura che l’industria musicale italiana riesca a funzionare nello stesso modo, ho piuttosto l’impressione che l’espressione creativa reale, che é ignoto e sperimentazione, sia sempre più messa da parte in nome di una richiesta post-fordista di prodotti omologati sicuramente vendibili.

Se potesse farne un’analisi oggi Fromm tornerebbe probabilmente a parlare di distruttivitá.


ENGLISH VERSION

Ciao Laura. Or rather: ciao Silver Y! It’s a pleasure to have you on Parkett. How are you? Let’s get to know each other better. When did you realize that music was part of you? Let me explain better, when did you decide to start making music?

Hi Nicola, and thank you for this space on Parkett, I’m very well. I can say that I’ve had several epiphanies throughout my life, but it’s always been a bit of a struggle between what my nature naturally led me to desire and what was required of me from the outside.

I had my first epiphany when I was 13, I remember in detail a moment in which I almost started to stamp my feet on the ground saying that if I hadn’t learned to play the piano I would never have accomplished anything in life.

I still partly hold that idea. In any case, I’ve always played since adolescence, I was attracted by the sound and the parts that the different instruments had in the music I listened to, so in addition to the piano (which I studied for three years) I started to play the guitar and bass by ear.

Silver Y

I am very curious by nature and I discovered that Silver Y is also the name of a moth. What connects you to this image and what is its meaning for you and your music?

Trivially these insects are fascinating because they reach their most complete form following various metamorphoses. In addition, moths are mainly nocturnal insects and unlike their diurnal counterparts they do not have the same positive connotation in the collective imagination.

But the collective imagination, in fact, is not something that is necessarily based on knowledge or scientific objectivity, in many historical circumstances it has actually shown itself in all its dangerousness. So it is good to detach yourself from it, observe it from the outside and choose to be a moth.

I know other artists who deal with the theme of darkness, both internal and external. A theme often linked to traumatic personal events or existential conditions. But darkness, to be defined as such, also needs its opposite, light. What drove you to create “In the Depths”?

When you produce something and offer it to others, whether the product is music or any other form of artistic communication, the personal story that leads the author to the creation is never really important. In the sense that, by composing and working on these songs, I have worked on a path to exorcise the theme of illness, coma and death and this work, in a way that we are probably not yet able to understand, has allowed me to analyze and overcome a certain pain and a certain fear.

But the experience behind it is not exclusively of the person who tells it, it is the experience of everyone, especially when the author decides to offer his personal story to others.

silver y

Where is the light, which attracts nocturnal insects so much? There is an essay by Erich Fromm called “Anatomy of Human Destructiveness“, which I could paraphrase like this: – human beings have an innate need to express themselves, to create and to give meaning to their existence. When society, due to economic, political or cultural impositions, prevents the creative expression of the individual, these same impulses can transform into destructiveness, towards others and towards oneself. The light lies precisely in finding the tools to transform any experience or emotion that requires it into creative expression, which presupposes introspection and connection with the other.

Multi-instrumentalist, self-taught. What is your general set up? (what do you play?)

As Silver Y I manage the sound of three analog synthesizers and a drum machine that play thanks to midi impulses or triggers sent by an analog sequencer. I then play other parts via an Arturia controller and, especially in the new songs I’m writing, the electric guitar

Point-blank question. Do you prefer to create in the studio or play live? (and why)

Both experiences can give great satisfaction and both experiences can be highly frustrating. But this project was born from live, in the sense that first of all I thought about how to find a way to make electronic music live without necessarily going through Ableton or playing sequences to sing over. I wanted to control the sound during the live and I wanted the studio album to be as faithful as possible to what I would then be able to reproduce live.

Silver Y

Usually in my interviews I leave free space for the artist to express his thoughts or carry forward his request. Feel free to share with us whatever you want.

If you can listen to this album it is also because two English people on the other side of Europe did not give importance to the distance and above all they did not give importance to the fact that it was the debut of an author unknown to the world.

They simply listened to some music and decided that it was in their strings. I am not sure that the Italian music industry is able to function in the same way, I rather have the impression that real creative expression, which is unknown and experimentation, is increasingly put aside in the name of a post-Fordist request for homologated products that are certainly saleable. If he could analyze it today Fromm would probably go back to talking about destructiveness.

L'articolo Silver Y: “Dare importanza alla musica, non ai nomi” sembra essere il primo su Parkett.