Evitare le brutte sorprese: i Paesi da non visitare nel 2025
Viaggiare è una meravigliosa avventura, ma è indispensabile informarsi prima di partire, non solo per motivi sanitari ma anche e soprattutto per evitare di trovarsi in situazioni di emergenza

Le vacanze, soprattutto se a lungo sognate e prenotate con anticipo, non meritano di essere rovinate da situazioni di rischio evitabili. Per questo, è fondamentale informarsi prima di partire, tenendo conto non solo delle attrazioni turistiche ma anche degli aggiornamenti sulla sicurezza internazionale.
Conflitti armati, colpi di Stato, crisi umanitarie, attacchi terroristici, instabilità politica, rapimenti e catastrofi naturali: sono molteplici le ragioni per cui alcuni Paesi, per quanto affascinanti dal punto di vista culturale o paesaggistico, dovrebbero essere temporaneamente depennati da qualsiasi wishlist di viaggio.
In questo articolo, aggiornato al 2025, riportiamo le destinazioni attualmente sconsigliate dal Ministero degli Affari Esteri italiano e da fonti internazionali affidabili, per fornire un quadro chiaro e utile a chi sta pianificando una partenza. Per ogni destinazione, si raccomanda di consultare costantemente il portale Viaggiare Sicuri e di registrarsi su Dove Siamo nel Mondo, per ricevere assistenza e aggiornamenti in tempo reale in caso di emergenza.
Sudan
Il conflitto tra le forze armate sudanesi e le Rapid Support Forces continua a devastare il Paese, in particolare nella capitale Khartoum e nelle regioni del Darfur e del Kordofan. Secondo le Nazioni Unite, oltre 10 milioni di persone sono sfollate internamente, e si segnalano frequenti episodi di violenza indiscriminata contro civili, saccheggi, stupri e blocchi degli aiuti umanitari. Il Ministero degli Esteri italiano sconsiglia vivamente qualsiasi viaggio in Sudan, mentre permane l’impossibilità di fornire assistenza consolare diretta. Lo spazio aereo è soggetto a chiusure improvvise e le frontiere sono in gran parte insicure.
Haiti
A seguito del collasso istituzionale e del controllo crescente di bande armate su gran parte del territorio, Haiti è considerato uno dei Paesi più pericolosi del continente americano. Nella capitale Port-au-Prince le bande armate si contendono il controllo dei quartieri, causando centinaia di vittime e paralizzando ogni attività sociale. La Farnesina segnala forti rischi per l’incolumità fisica dei visitatori, anche in caso di brevi soggiorni, a causa dell’assenza di controllo statale in vaste aree, rapimenti a scopo di estorsione e totale instabilità politica. I viaggi in Haiti sono assolutamente da evitare.
Myanmar (Birmania)
Il Myanmar resta in uno stato di grave instabilità dopo il golpe militare del 2021. Nel 2025, gli scontri tra esercito e gruppi armati etnici si sono intensificati, coinvolgendo anche città di interesse turistico come Mandalay e Bagan. La giunta militare ha imposto restrizioni di movimento, blackout internet e arresti arbitrari. A ciò si aggiunge una pericolosa situazione sanitaria, con strutture ospedaliere al collasso e difficoltà di accesso alle cure per i cittadini e per i viaggiatori stranieri.
Yemen
Lo Yemen rimane uno degli scenari più critici al mondo. Nonostante alcuni tentativi di mediazione internazionale, la guerra civile tra ribelli Houthi, forze governative e gruppi estremisti prosegue senza sosta. Il rischio per i civili, inclusi i turisti, è altissimo: bombardamenti, mine antiuomo, blocchi stradali armati e rapimenti sono frequenti. Il Paese è anche colpito da una crisi umanitaria senza precedenti, con oltre l’80% della popolazione che necessita di assistenza. Non esistono le condizioni minime di sicurezza per viaggiatori stranieri, che non dovrebbero in alcun caso pianificare visite in Yemen.
Mali, Burkina Faso e Niger
Il Sahel centrale è teatro di una preoccupante escalation di violenze jihadiste, colpi di Stato e deterioramento delle condizioni di sicurezza. Mali, Burkina Faso e Niger sono governati da giunte militari che ostacolano la cooperazione internazionale e le missioni di pace.
Nel 2025, gli attacchi terroristici nei confronti di stranieri e operatori umanitari sono aumentati, e le comunicazioni sono spesso interrotte nelle regioni rurali. Le città principali non offrono garanzie di sicurezza e i viaggi in questi Paesi sono formalmente sconsigliati dalla Farnesina.
Iran
La situazione in Iran è estremamente fluida. Proteste antigovernative represse con la forza, arresti di stranieri con accuse di spionaggio e crescenti tensioni con Israele e gli Stati Uniti rendono il Paese inaffidabile dal punto di vista della sicurezza. Nel 2025, si registrano anche attacchi informatici e blocchi della rete internet nazionale. Gli aeroporti funzionano in modo irregolare e le ambasciate europee, inclusa quella italiana, hanno limitato i servizi consolari.

Afghanistan
Da quando i Talebani hanno ripreso il potere nel 2021, la situazione dell’Afghanistan è precipitata. Nel 2025 non solo permane l’instabilità politica, ma si sono acuiti gli scontri tra fazioni interne e la repressione dei diritti civili, soprattutto delle donne. Le ONG straniere hanno sospeso quasi tutte le attività e l’accesso per i cittadini stranieri è altamente rischioso, se non impossibile. Rapimenti, attentati e mancanza di servizi di base rendono ogni viaggio assolutamente da evitare.
Ucraina e Russia
La guerra tra Russia e Ucraina è purtroppo ancora in corso. Le regioni del Donbass, Kharkiv, Odessa e l’intera area meridionale dell’Ucraina sono zone di conflitto attivo, con bombardamenti quotidiani e rischio elevatissimo per civili. Anche Mosca, San Pietroburgo e altre città russe sono state oggetto di allerta per possibili attentati e restrizioni agli ingressi per cittadini occidentali. Entrambi i Paesi sono attualmente sconsigliati per motivi turistici.
Libano
Nel 2025, le tensioni tra Hezbollah e Israele hanno portato a nuovi bombardamenti al confine tra Libano meridionale e Galilea, con vittime tra i civili. Il Paese è anche in piena crisi economica e sociale, con blackout quotidiani, scarsità di medicinali e scioperi frequenti. L’instabilità politica è accentuata dalla debolezza delle istituzioni. Le aree di Beirut e Tripoli sono considerate ad alto rischio.